Moncler e le accuse di Report sui piumini

Il video della puntata che accusa di maltrattamenti sulle oche e di truffe sulla qualità, e la dura risposta dell'azienda di oggi, dopo un calo in borsa

Moncler, l’azienda italiana di abbigliamento che dallo scorso dicembre è quotata in borsa, ha perso nella mattina di lunedì 3,5 punti percentuali sul mercato. Secondo diversi analisti, la perdita in borsa è stata determinata in parte da alcune valutazioni negative fornite dalla banca francese BNP Paribas, ma in parte anche dalle critiche ricevute dall’azienda in seguito a un servizio del programma televisivo Report andato in onda su RaiTre domenica sera, a proposito di alcune tecniche di produzione della piuma d’oca tra fornitori ungheresi utilizzati, secondo gli autori del servizio, anche da note aziende di moda europee.

La piuma d’oca è tra i principali materiali di imbottitura di uno dei prodotti più famosi e più venduti di Moncler: il piumino, nel senso della giacca trapuntata. Alcuni analisti di mercato italiani hanno detto che la pubblicità negativa di Report avrebbe avuto un impatto sulla clientela italiana.

Moncler ha pubblicato lunedì sulla homepage del suo sito una nota in cui avvisa che l’azienda “utilizza solo piuma acquistata da fornitori obbligati contrattualmente a garantire il rispetto dei principi a tutela degli animali”. Nella puntata di Report di domenica, dal titolo “Siamo tutti oche”, è stato riferito di alcune pratiche di “spiumatura” su oche vive – piuttosto violente – diffuse in Ungheria, uno dei paesi con la più alta concentrazione di allevamenti. L’autrice dell’inchiesta, Sabrina Giannini, sostiene che alcune grandi e popolari aziende di moda, per risparmiare sui costi, si riforniscano in questi territori e in altri – alcuni anche non riconosciuti dai Paesi membri dell’ONU, come la Transnistria, in Moldavia – in cui non esiste una regolamentazione delle attività di spiumatura.
Le normative europee citate durante la trasmissione prevedono che le piume delle oche vengano raccolte un numero limitato di volte all’anno e tramite la tecnica della pettinatura, che causa meno dolore agli animali. Report sostiene inoltre che per ragioni economiche molti produttori utilizzino anche le piume di altre specie animali meno “costose”, come le anatre, il cui piumaggio ha però una qualità inferiore rispetto a quello dello oche.

In un successivo comunicato diffuso lunedì pomeriggio – che cita esplicitamente la trasmissione Report, riconoscendo di fatto un danno d’immagine – Moncler ribadisce che l’azienda “utilizza solo piuma di alta qualità” e per quanto riguarda le tecniche di produzione fa riferimento a un punto del Codice Etico dell’azienda (pdf) che nega la possibilità di ricorrere a pratiche illegali e vietate. Moncler scrive che la sua produzione non ha “alcun legame con le immagini forti mandate in onda riferite a allevatori, fornitori o aziende che operano in maniera impropria o illegale”, e che quelle immagini “sono state associate in maniera del tutto strumentale a Moncler”, perché i suoi fornitori di piuma “sono tutti basati in Italia, Francia e Nord America”.

Nella puntata di Report si parlava, in particolare, di delocalizzazione della produzione da parte delle grandi aziende di moda, per ragioni di riduzione dei costi, e veniva citata la produzione di Moncler in paesi esteri. Nel comunicato Moncler risponde dicendo che “non ha mai spostato la produzione come afferma il servizio, visto che da sempre produce anche in Est Europa”. Un’altra parte della puntata si concentrava su “ricarichi” dei costi di vendita da parte dell’azienda, e a questo proposito Moncler ha risposto annunciando, in conclusione, possibili azioni legali:

Per quanto riguarda i ricarichi, il costo del prodotto viene moltiplicato, come d’uso nel settore lusso, di un coefficiente pari a circa il 2,5 dall’azienda al negoziante, a copertura dei costi indiretti di gestione e distribuzione. Nei vari Paesi la distribuzione applica poi, in base al proprio mercato di riferimento, il ricarico in uso in quel mercato. È evidente quindi che le cifre menzionate nel servizio, che prendono in considerazione solo una piccola parte del costo complessivo del prodotto, sono del tutto inattendibili e fuorvianti. L’azienda ha dato mandato ai propri legali di tutelarsi in tutte le sedi opportune.