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  • Venerdì 31 ottobre 2014

Il presidente del Burkina Faso si è dimesso

Lo ha annunciato in un messaggio trasmesso in televisione: il capo dell'esercito Honore Traore si è proclamato nuovo presidente

In this photo taken Thursday, Oct. 30, 2014, protestors shout out as the go on a rampage near the parliament building in Burkina Faso as people protest against their longtime president Blaise Compaore who seeks another term in Ouagadougou, Burkina Faso. Protesters stormed Burkina Faso’s parliament Thursday, dragging furniture and computers onto the street and setting the main chamber ablaze, in the most significant challenge to the president’s rule during his 27 years in power.(AP Photo/Theo Renaut)
In this photo taken Thursday, Oct. 30, 2014, protestors shout out as the go on a rampage near the parliament building in Burkina Faso as people protest against their longtime president Blaise Compaore who seeks another term in Ouagadougou, Burkina Faso. Protesters stormed Burkina Faso’s parliament Thursday, dragging furniture and computers onto the street and setting the main chamber ablaze, in the most significant challenge to the president’s rule during his 27 years in power.(AP Photo/Theo Renaut)

Aggiornamento delle 14:30
Blaise Compaoré, presidente del Burkina Faso da 27 anni, si è dimesso in seguito alle grosse proteste degli ultimi giorni. Compaoré lo ha annunciato con un messaggio trasmesso dalla televisione di stato: ha detto che la presidenza del paese è ora vacante e che si terranno le elezioni entro 90 giorni. Il capo dell’esercito, il generale Honore Traore, si è proclamato presidente. La notizia delle dimissioni è stata data anche da un portavoce dell’esercito a Ouagadougou, la capitale, ed è stata accolta con grande entusiasmo dalla popolazione.

Reuters ha scritto che un convoglio militare con a bordo Compaoré è stato visto lasciare la capitale in direzione sud, verso Pô, vicino al confine con il Ghana.

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Negli ultimi giorni in Burkina Faso, un paese dell’Africa occidentale di poco più di 17 milioni di abitanti, è cominciata una grave crisi politica che ha già provocato la morte di 5 persone e lo scioglimento del governo. La crisi è iniziata con la decisione del governo di modificare la Costituzione per permettere all’attuale presidente Blaise Compaoré – al potere da 27 anni – di presentarsi per un nuovo mandato alle elezioni che si svolgeranno nel 2015. Giovedì il voto in parlamento sull’emendamento costituzionale è stato annullato, ma le proteste – concentrate nella capitale Ouagadougou – non si sono fermate: nella sera di giovedì 30 ottobre il capo dell’esercito, il generale Honore Traore, ha annunciato la creazione di un governo di transizione che “sarà messo in piedi dopo una serie di consultazioni che coinvolgeranno tutti i partiti”. Compaoré, invece, ha annunciato che non si dimetterà: rimarrà presidente fino alla fine del suo mandato, che scadrà nel 2015.

Chi è Blaise Compaorè
Compaorè è nato 63 anni fa a Ziniaré, a circa 43 chilometri da Ouagadougou, da una famiglia mossi, il gruppo etnico più numeroso del Burkina Faso (circa il 40 per cento della popolazione). Prima di entrare in politica, Compaorè raggiunse il grado di capitano nell’esercito, grazie anche a dei periodi di addestramento trascorsi sia in Camerun che in Marocco. All’inizio degli anni Ottanta il suo amico e collega dell’esercito, il capitano Thomas Sankara, cominciò una lotta di potere all’interno del governo: il 4 agosto 1983 Sankara e Campaoré organizzarono un colpo di stato che portò alla destituzione dell’allora presidente Jean-Baptiste Ouédraogo. Sankara divenne presidente e Compaoré il suo vice. Nel 1986 Compaoré fondò il Congrès pour la Démocratie et le Progrès (CDP), che è anche l’attuale partito al potere. L’anno successivo Sankara fu ucciso: negli anni seguenti Compaoré fu accusato di essere coinvolto nel suo omicidio. Nel 1987 Compaoré di fatto prese il potere, e nel 1991 fu eletto presidente per la prima volta. Attualmente è al suo quarto mandato, dopo essere stato rieletto nel 1998, 2005 e 2010.

Francois Mitterrand e Thomas Sankara Il presidente francese Francois Mitterrand e il presidente burkinabé Thomas Sankara

Da che parte sta l’esercito?
Le proteste di giovedì – i manifestanti hanno dato fuoco alla sede del parlamento e al quartier generale del partito di governo, e hanno occupato la televisione di stato – sono arrivate dopo diversi giorni di manifestazioni a Ouagadougou a cui hanno partecipato centinaia di migliaia di persone. La situazione è ancora molto confusa: soprattutto non è chiaro da che parte stia l’esercito, che nella politica del paese ha sempre avuto un ruolo molto influente. Giovedì, poco dopo che il presidente Compaoré aveva annunciato la dissoluzione del parlamento e l’inizio di uno stato di emergenza in tutto il paese, il capo dell’esercito, Honore Traore, l’aveva contraddetto, annunciando che in realtà era stato l’esercito a sciogliere governo e parlamento. Traore si era anche rifiutato di rispondere alla domanda se Compaoré fosse ancora presidente. «L’esercito del paese sembra essere diventato ostile a Compaoré», ha scritto il Washington Post. La situazione è resa ancora più complicata dal ruolo che da anni Compaoré svolge nella regione dell’Africa occidentale.

Le alleanze di Compaoré
Da un punto di vista internazionale l’importanza di Compaoré è piuttosto limitata. In Africa occidentale le cose sono un po’ diverse. In anni recenti Compaoré ha fatto da mediatore a diversi conflitti in Costa D’Avorio e Mali, anche se allo stesso tempo è stato accusato dal governo ivoriano di sostenere dei gruppi ribelli che agiscono contro il governo centrale nel nord della Costa D’Avorio. Inoltre il Burkina Faso è stato accusato di essere coinvolto nel traffico illegale di diamanti che provengono dalla Sierra Leone. Compaoré ha però anche importanti alleati fuori dall’Africa: gli Stati Uniti hanno una base militare a Ouagadougou, che dal 2007 opera come centro di intelligence nella regione (da lì partono per esempio degli aerei spia per il Mali, la Mauritania e il Sahara, impiegati in operazioni di anti-terrorismo). Anche la Francia ha sviluppato dei buoni rapporti con Compaoré, ha scritto il quotidiano francese Le Monde, nonostante la sua vicinanza a Muammar Gheddafi e al dittatore liberiano Charles Taylor. Compaoré ha avuto il merito, ha aggiunto Le Monde, «di aver messo il suo piccolo paese senza sbocco sul mare nel cuore della diplomazia africana imponendosi come uno dei principali mediatori dei conflitti che affliggono il continente». A causa di questa rete di alleanze, la proposta di Compaoré di emendare la Costituzione non ha ricevuto reazioni particolarmente negative e decise dall’estero.

Compaoré-Kerry Il segretario di stato John Kerry stringe la mano al presidente burkinabé Blaise Compaoré

Il consenso interno di Compaoré
Nonostante le accuse che gli sono state rivolte di violazioni di diritti umani e diffusa corruzione, Compaoré sembra avere goduto in questi 27 anni di un buon consenso all’interno del paese. L’organizzazione internazionale non governativa Reporters Without Borders ha detto che la stampa in Burkina Faso è “relativamente libera” e le critiche governative sono tollerate. Il tasso di analfabetizzazione è comunque piuttosto alto.

Blaise Compaoré ha modificato la Costituzione già due volte (nel 1997 e nel 2000) per poter partecipare alle elezioni. La situazione di Blaise Compaoré non è comunque una novità in Africa: modifiche costituzionali per restare al potere, negli ultimi anni, sono state utilizzate in almeno otto paesi dove alcuni presidenti sono in attività da più di trent’anni: Algeria, Ciad, Camerun, Togo, Gabon, Guinea Equatoriale, Angola, Uganda, Gibuti. E altri, Pierre Nkurunziza in Burundi, Denis Sassou-Nguesso in Congo, Joseph Kabila nella Repubblica Democratica del Congo e Paul Kagame in Rwanda hanno annunciato l’intenzione di farlo entro il 2015.

Mappa leader longevi Africa

Alcuni osservatori credono che la situazione in Burkina Faso possa essere l’inizio di un più ampio cambiamento. Pierre Englebert, docente di politica africana al Pomona College, ha scritto in una mail indirizzata al Washington Post che le proteste di questi giorni «potrebbero rappresentare un insolito grado di coinvolgimento politico. E potrebbero anche dare una speranza a movimenti che si sviluppano altrove, prima di tutto nella Repubblica Democratica del Congo, dove le cose sono arrivate a un punto di ebollizione».