• Sport
  • Giovedì 30 ottobre 2014

Tenete d’occhio il Siviglia

È primo nel campionato spagnolo e ha vinto l'ultima Europa League: merito soprattutto del suo allenatore e del suo metodo molto personale, spiega la rivista online "l'Ultimo Uomo"

CARDIFF, WALES - AUGUST 11: Sevilla FC coach Unai Emery makes a point during Sevilla FC training prior to the UEFA Super Cup match at Cardiff City Stadium on August 11, 2014 in Cardiff, Wales. (Photo by Stu Forster/Getty Images)
CARDIFF, WALES - AUGUST 11: Sevilla FC coach Unai Emery makes a point during Sevilla FC training prior to the UEFA Super Cup match at Cardiff City Stadium on August 11, 2014 in Cardiff, Wales. (Photo by Stu Forster/Getty Images)

Daniele V. Morrone ha raccontato sull’Ultimo Uomo la bella storia dei recenti successi della squadra di calcio spagnola del Siviglia, che nel 2014 ha vinto l’Europa League – il secondo più importante campionato europeo per club – e che al momento è prima in classifica nella Liga, il principale campionato di calcio spagnolo. I successi del Siviglia sono dovuti principalmente al quarantaduenne Unai Emery, che dal 2013 allena la squadra con un metodo molto personale: tra le altre cose, dice che «la felicità non deve essere nel risultato finale, ma nel processo di crescita che a quel risultato ha portato».

Sono passati 10 anni da quando un trentatreenne Unai Emery decide di accettare la proposta del presidente del Lorca, la squadra di terza serie dove è tesserato ma non gioca da tempo per via di un infortunio al ginocchio, di ritirarsi dal calcio giocato per tornare come allenatore della squadra a stagione in corso. Sarà lo stesso Emery a raccontare anni dopo come sia stato strano salutare i compagni di squadra dopo un allenamento e tornare giorni dopo come loro allenatore, dirigendo l’allenamento. La carriera da giocatore non ha riservato tantissime soddisfazioni a Emery che come picco può vantare cinque presenze nella Liga con la Real Sociedad, squadra in cui è cresciuto, prima di proseguire nelle serie inferiori del calcio spagnolo. In questi dieci anni da allenatore però le cose sono cambiate.

Emery si è affermato come uno dei migliori allenatori spagnoli della sua generazione, raggiungendo due promozioni (proprio con il Lorca al primo anno da allenatore, poi con l’Almeria portandola in Liga al primo tentativo) prima di assestarsi nell’elite come tecnico di un Valencia che è riuscito a mantenere ad alti livelli nonostante debba ogni anno perdere i migliori giocatori (e che giocatori…). Poi la breve e fallimentare esperienza in Russia con lo Spartak, squadra che non lo ha voluto o potuto capire, come troppo spesso succede a Mosca con i tecnici stranieri. Chi lo ha fortemente voluto e capito è il DS del Siviglia, Monchi, che non si fa sfuggire l’occasione di riportarlo in Spagna nel gennaio del 2013, dandogli fiducia neanche quando la squadra ha toccato il fondo della classifica dopo la sconfitta per 3-1 contro il Valencia alla quinta giornata della stagione successiva 2013/14.

Non facendosi prendere dal panico Manchi ha lasciato che il suo allenatore tanto voluto continuasse a lavorare con l’appoggio della società alle spalle. Ne sa di pallone il DS del Siviglia e decide quindi di continuare il progetto fidandosi della sua scelta. I frutti di tanta fiducia arrivano prima del previsto con una scalata fino al quinto posto e la conquista dell’Europa League, eliminando in semifinale proprio il Valencia che aveva fatto tremare la panchina di Emery pochi mesi prima, battendo in finale, a Torino, il più quotato Benfica.

(Continua a leggere sull’UltimoUomo)

Foto: Stu Forster/Getty Images