10 fantastici posti abbandonati, scelti dal Guardian

Dalle città nate improvvisamente durante la corsa all'oro negli Stati Uniti alla stazione di spionaggio creata a Berlino durante la Guerra Fredda

È una delle più famose e meglio conservate città fantasma del Colorado e degli Stati Uniti in generale, e rende bene l’idea di cosa fu la corsa all’oro nell’Ottocento. Venne fondata nel 1880 e inizialmente si chiamava Forest City, ma a causa dell’alto numero di cittadine nei dintorni con lo stesso nome prese il nome di St. Elmo: fu proposto da uno dei fondatori, Griffith Evans, che stava scrivendo un romanzo con quel titolo. Grazie all’estrazione di oro e argento la città si sviluppò rapidamente, arrivando ad ospitare duemila abitanti negli anni Novanta dell’Ottocento: c’erano l’ufficio del telegrafo, un negozio, un municipio, cinque hotel, svariati saloon, sale da ballo, la sede di un giornale, una scuola e la ferrovia. Il declino iniziò negli anni Venti: secondo la leggenda nel 1922 tutti i suoi abitanti salirono sull’ultimo treno in partenza dalla città e la abbandonarono. In realtà alcune persone, anche se pochissime, rimasero a viverci, e l’ufficio postale restò aperto fino al 1952, quando morì il postino. Quel che resta ora di St. Elmo è una fila di case di legno fatiscenti, lungo la strada principale e polverosa della città. Entrata a far parte del patrimonio storico nazionale, è visitata ogni anno da centinaia di turisti.
La foto è del novembre 2010.
Andrew Tuschen
È una delle più famose e meglio conservate città fantasma del Colorado e degli Stati Uniti in generale, e rende bene l’idea di cosa fu la corsa all’oro nell’Ottocento. Venne fondata nel 1880 e inizialmente si chiamava Forest City, ma a causa dell’alto numero di cittadine nei dintorni con lo stesso nome prese il nome di St. Elmo: fu proposto da uno dei fondatori, Griffith Evans, che stava scrivendo un romanzo con quel titolo. Grazie all’estrazione di oro e argento la città si sviluppò rapidamente, arrivando ad ospitare duemila abitanti negli anni Novanta dell’Ottocento: c’erano l’ufficio del telegrafo, un negozio, un municipio, cinque hotel, svariati saloon, sale da ballo, la sede di un giornale, una scuola e la ferrovia. Il declino iniziò negli anni Venti: secondo la leggenda nel 1922 tutti i suoi abitanti salirono sull’ultimo treno in partenza dalla città e la abbandonarono. In realtà alcune persone, anche se pochissime, rimasero a viverci, e l’ufficio postale restò aperto fino al 1952, quando morì il postino. Quel che resta ora di St. Elmo è una fila di case di legno fatiscenti, lungo la strada principale e polverosa della città. Entrata a far parte del patrimonio storico nazionale, è visitata ogni anno da centinaia di turisti. La foto è del novembre 2010. Andrew Tuschen

I luoghi abbandonati sono una categoria fotografica e turistica particolarmente affascinante e interessante, come mostrano facilmente i numerosi spazi che abbiamo dedicato al tema sul Post: città, centri commerciali, scuole, chiese. Il giornalista del Guardian Will Coldwell ha selezionato quelli che secondo lui sono i migliori dieci posti abbandonati al mondo, che nel tempo sono diventati popolari mete turistiche e, in alcuni casi, sono entrati a far parte del patrimonio storico e culturale degli stati in cui si trovano. Ci sono per esempio Bodie, in California, e St.Elmo, in Colorado, che testimoniano il rapido sviluppo e l’altrettanto rapida decadenza delle città legate alla corsa dell’oro e dell’argento di fine Ottocento; Tyneham, nel Dorset, soprannominato “il paesino che morì per l’Inghilterra”; la russa Pyramiden, che è anche il posto più a nord dove troverete un pianoforte a coda; e infine Fordlândia, costruita, come suggerisce il nome, dall’imprenditore statunitense Henry Ford nel bel mezzo della foresta amazzonica.

Dentro ogni foto, le storie di questi posti.