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  • Venerdì 17 ottobre 2014

Gli sgomberi a Mong Kok

Un altro presidio dei manifestanti per la democrazia a Hong Kong è stato smantellato: il governo locale ha proposto nuovi colloqui

A pro-democracy protester shouts towards police after efforts to clear them from an area they were occupying in the Mong Kok district of Hong Kong on October 17, 2014. Hong Kong police swooped at dawn to clear the democracy protest site in Mongkok district hours after the city's embattled leader reopened his offer of talks to end nearly three weeks of disruptive demonstrations. AFP PHOTO / Ed Jones (Photo credit should read ED JONES/AFP/Getty Images)
A pro-democracy protester shouts towards police after efforts to clear them from an area they were occupying in the Mong Kok district of Hong Kong on October 17, 2014. Hong Kong police swooped at dawn to clear the democracy protest site in Mongkok district hours after the city's embattled leader reopened his offer of talks to end nearly three weeks of disruptive demonstrations. AFP PHOTO / Ed Jones (Photo credit should read ED JONES/AFP/Getty Images)

All’alba di venerdì 17 ottobre la polizia di Hong Kong ha sgomberato il presidio dei manifestanti per la democrazia nel quartiere di Mong Kok, nella parte est del territorio autonomo cinese. Gli agenti, circa 800, hanno smantellato le barricate e rimosso le tende, senza incontrare particolare resistenza: alcuni manifestanti avevano abbandonato il presidio poco prima dell’arrivo della polizia, altri stavano ancora dormendo. L’accesso al presidio era stato bloccato con furgoni e auto per impedire l’arrivo di altri manifestanti; ci sono stati comunque degli arresti.

I manifestanti per la democrazia chiedono da tre settimane le dimissioni del capo del governo locale, Leung Chun-ying e che siano permesse elezioni libere nel 2017. Negli ultimi giorni la polizia ha rimosso anche molti altri presidi in tutta Hong Kong, compreso quello della zona dell’Ammiragliato, il centro delle proteste degli studenti. Quest’ultimo sgombero era stato però complicato (i manifestanti avevano occupato il tunnel di una grande strada che percorre da est a ovest la città, poi liberato) e aveva portato a scontri molto violenti. La polizia – che finora aveva evitato un eccessivo uso della forza e che è generalmente riconosciuta per l’alta professionalità, neutralità politica ed esperienza – era stata molto criticata (alcuni video avevano mostrato manganelli, gas lacrimogeni e dei poliziotti che picchiavano un ragazzo in manette). Alcuni agenti erano stati temporaneamente sospesi ed è stata avviata un’indagine.

Giovedì il capo del governo locale Leung Chun-ying ha accettato di riaprire con i colloqui con il movimento. Un primo tentativo era stato fatto anche la scorsa settimana, ma poi gli incontri erano stati annullati. Il principale sindacato degli studenti di Hong Kong (HKFS) ha accolto la nuova offerta. “Vediamo come stanno andando a convincere la gente qui”, ha detto Lester Shum, vice segretario generale della Federazione degli studenti di Hong Kong (HKFS) di fronte a migliaia di persone.