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  • Lunedì 13 ottobre 2014

I combattimenti al confine con la Turchia

Si sono intensificati nelle ultime ore, ma né l'IS né i curdi hanno guadagnato terreno: nel frattempo la Turchia ha autorizzato gli Stati Uniti a usare le sue basi militari

SANLIURFA, TURKEY - OCTOBER 12: Heavy smoke rises from the Syrian town of Kobani, seen from near the Mursitpinar border crossing on the Turkish-Syrian border in the southeastern town of Suruc in Sanliurfa province on October 12, 2014 in Sanliurfa, Turkey. Kurdish forces defending Kobani urged a U.S.-led coalition to escalate air strikes on Islamic State fighters who tightened their grip on the Syrian town at the border with Turkey. A group that monitors the Syrian civil war said the Kurdish forces faced inevitable defeat in Kobani if Turkey did not open its border to let through arms, something Ankara has appeared reluctant to do. (Photo by Gokhan Sahin/Getty Images)
SANLIURFA, TURKEY - OCTOBER 12: Heavy smoke rises from the Syrian town of Kobani, seen from near the Mursitpinar border crossing on the Turkish-Syrian border in the southeastern town of Suruc in Sanliurfa province on October 12, 2014 in Sanliurfa, Turkey. Kurdish forces defending Kobani urged a U.S.-led coalition to escalate air strikes on Islamic State fighters who tightened their grip on the Syrian town at the border with Turkey. A group that monitors the Syrian civil war said the Kurdish forces faced inevitable defeat in Kobani if Turkey did not open its border to let through arms, something Ankara has appeared reluctant to do. (Photo by Gokhan Sahin/Getty Images)

Nella notte tra domenica 12 e lunedì 13 ottobre si sono intensificati gli scontri tra i miliziani dello Stato Islamico (IS) e i combattenti curdi vicino a Mursit Pinar, al confine tra Turchia e Siria, dove l’IS ha inviato nelle ultime ore numerosi rinforzi provenienti dalla Siria. La coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti – che sta cercando di fermare l’avanzata dell’IS verso nord – ha condotto diversi attacchi aerei durante la notte su obiettivi dello Stato Islamico vicino al confine e su Kobane, la città a maggioranza curda assediata dall’IS nel nord della Siria e vicino alla Turchia. Nessuna delle due parti, comunque, è stata finora in grado di guadagnare in modo significativo terreno. In queste ore si sta combattendo all’ingresso sud-ovest della città. Si stima che a Kobane e nei dintorni nelle ultime settimane siano morte almeno 500 persone, e circa 200mila siano scappate cercando asilo, soprattutto in Turchia.

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Questa mattina la consigliera per la sicurezza nazionale statunitense, Susan Rice, ha spiegato a NBC che la Turchia ha deciso di consentire agli Stati Uniti di usare le sue basi militari, compresa quella di Incirlik, importante perché vicina al confine con la Siria. Le basi saranno usate per addestrare le forze “moderate” dell’opposizione siriana e per far partire alcune azioni militari sia in Iraq che in Siria. Una squadra militare degli Stati Uniti raggiungerà Ankara nei prossimi giorni per discutere il programma di formazione e il tipo di missioni che partiranno dalle basi turche. La creazione di centri di addestramento per i ribelli moderati siriani, con un generale appoggio dei paesi arabi della regione, era una parte importante – ma anche problematica – del piano di Obama contro l’IS.

Il governo turco – che non ha ancora confermato la notizia della concessione della basi – finora si è rifiutato di intervenire militarmente a fianco della coalizione per paura di ritorsioni da parte del presidente siriano Bashar al Assad: proprio per questo c’erano violente proteste nei giorni scorsi. La Turchia ha schierato le sue forze militari al confine ma finora ha anche impedito ai combattenti curdi di attraversarlo per combattere.