La mostra su Alberto Giacometti

Alla Galleria d’Arte Moderna a Milano sono esposte 63 opere di uno dei più grandi scultori europei del Novecento, nato 113 anni fa, il 10 ottobre 1901

Alberto Giacometti – nato 113 anni fa, uno tra i più importanti artisti e scultori europei del Novecento – è il protagonista di una mostra allestita alla Galleria d’Arte Moderna a Milano, inaugurata mercoledì 8 ottobre e aperta fino al 1° febbraio 2015. La mostra, curata da Catherine Grenier, direttrice della Fondazione Giacometti di Parigi, presenta 63 opere – principalmente sculture e dipinti, ma anche disegni – create da Giacometti tra gli anni Venti e Sessanta, e comprende quindi la maggior parte del suo periodo di attività. Giacometti nacque in Svizzera, nel Cantone dei Grigioni, il 10 ottobre 1901, e trascorse gran parte della sua vita a Parigi, prima di tornare in Svizzera, a Coira, dove morì l’11 gennaio 1966.

Le sculture di Giacometti sono alcune delle opere più riconoscibili del Novecento, e il suo è uno dei nomi che circolano più facilmente – anche tra i non addetti – quando c’è da citare grandi scultori della storia dell’arte moderna. Sono sue quelle sculture di bronzo molto note che rappresentano figure umane filiformi e scarnificate, dai corpi allungati e gracili: sono le opere per cui Giacometti viene principalmente ricordato, e appartengono alla seconda fase della sua produzione artistica, quella che seguì il suo allontanamento dagli stili del post-cubismo e, poi, del surrealismo. Alcune tra le più note – come la “Grande donna” del 1960-61 – sono esposte proprio nella mostra a Milano.

Molto prima di quegli anni, Giacometti era stato a lungo uno degli esponenti principali del surrealismo, a cui aveva aderito nel 1928: tra le sue opere più note risalenti a quel periodo c’è la “Sfera sospesa”, una scultura esposta la prima volta nel 1930 alla galleria di Pierre Loeb, a Parigi, e ora anche alla mostra alla GAM, a Milano. È una sfera appesa a una gabbia di metallo, tramite una corda, lievemente posata su un blocco di gesso a forma di spicchio: per la ricchezza dei simbolismi e dei riferimenti artistici, divenne in poco tempo una delle opere più emblematiche di tutto il movimento surrealista.

All’epoca Giacometti si trovava in Francia già da diversi anni, dopo essersi trasferito nel 1922 nel quartiere di Montparnasse, a Parigi: lì conobbe altri artisti famosissimi del Novecento come Joan Miró, André Masson, Salvador Dalí e André Breton, e lì – appena arrivato – frequentò per alcuni anni l’Accademia della Grande-Chaumière di Émile-Antoine Bourdelle, uno dei migliori e più noti allievi di Auguste Rodin.