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  • Lunedì 6 ottobre 2014

Il quasi presidente dello Zambia, bianco

Il presidente Sata si vede poco e si pensa stia male, quindi il suo vice Guy Scott potrebbe diventare il primo capo di stato africano bianco dalla fine dell'apartheid in Sudafrica

Zambia's Vice-President Guy Scott (C) and IUCN general director Julia Marton-Lefevre stand on the opening day of an emergency elephant summit by the International Union for Conservation of Nature in Botswana, on December 3, 2013 in Gaborone. Africa could lose 20 percent of its elephant population within a decade, conservation groups warned on December 2 as governments met in Botswana to discuss measures to curb poaching. The meeting is expected to adopt 13 "urgent" steps to stem the tide of illegal elephant killings. AFP PHOTO/MONIRUL BHUIYAN (Photo credit should read Monirul Bhuiyan/AFP/Getty Images)
Zambia's Vice-President Guy Scott (C) and IUCN general director Julia Marton-Lefevre stand on the opening day of an emergency elephant summit by the International Union for Conservation of Nature in Botswana, on December 3, 2013 in Gaborone. Africa could lose 20 percent of its elephant population within a decade, conservation groups warned on December 2 as governments met in Botswana to discuss measures to curb poaching. The meeting is expected to adopt 13 "urgent" steps to stem the tide of illegal elephant killings. AFP PHOTO/MONIRUL BHUIYAN (Photo credit should read Monirul Bhuiyan/AFP/Getty Images)

Lo scorso 25 settembre il presidente dello Zambia Michael Sata era negli Stati Uniti per l’annuale riunione dell’Assemblea delle Nazioni Unite, ma non ha potuto tenuto il suo discorso a causa di un malore, che gli ha impedito di lasciare la sua camera d’albergo a New York. Nei mesi recenti Sata è apparso raramente in pubblico, e quando si era rivolto al Parlamento a settembre aveva scherzato sulle sue assenze dicendo «non sono morto»: ma era poi andato via senza tenere alcun discorso.
In Zambia si continua a discutere sulle sue reali condizioni di salute, ma non ci sono aggiornamenti dal 26 settembre, quando il figlio del presidente ha dichiarato che Sata stava bene. Alcune notizie ipotizzano che si stia cercando di rimettere il presidente in salute per le celebrazioni del 50esimo anniversario dell’indipendenza, che si terranno tra tre settimane.

Sata è presidente dello Zambia dal 2011, quando vinse le elezioni contro il presidente uscente Rupiah Banda e permise a quella che per vent’anni era stata l’opposizione di tornare al potere: lo Zambia è una repubblica presidenziale con elezione diretta del presidente. In passato ha lavorato anche alle pulizie della Victoria Station di Londra, ha una lunga carriera politica in Zambia ed è stato ministro del lavoro e della sicurezza sociale. Tra le sue maggiori battaglie politiche c’è quella con le aziende cinesi che gestiscono molte delle miniere di rame del paese, con cui recentemente ha trovato un accordo.

Lo Zambia è una repubblica dell’Africa centro-meridionale: fu una colonia britannica e ottenne l’indipendenza completa nel 1964. Nello Zambia convivono circa settanta differenti gruppi etnici neri bantu, pari a circa il 97% della popolazione (che in totale è di 14 milioni e mezzo), mentre i bianchi sono solo il 2% circa, molti anglosassoni. È anche uno dei paesi più poveri al mondo, con oltre il 64 percento della popolazione sotto la soglia di povertà e uno stipendio medio giornaliero di 1,25 dollari al giorno (meno di un euro).

Come racconta un articolo dell’Economist, se le condizioni di salute di Sata peggiorassero o si rivelassero troppo gravi per i suoi impegni, potrebbe essere sostituito dal suo vicepresidente, Guy Scott, in attesa di tenere delle nuove elezioni nei 90 giorni successivi. Se questo accadesse, Scott diverrebbe il primo bianco a guidare uno stato africano dopo la fine dell’apartheid e della presidenza De Klerk in Sudafrica, due decenni fa. Ma secondo l’Economist i cittadini dello Zambia non ne sarebbero impressionati, a dimostrazione di una robusta differenza con gli stati vicini di Sudafrica e Zimbabwe, dove le questioni di razza e di postcolonialismo creano ancora tensioni politiche e sociali molto complicate.

Guy Scott è un settantenne economista, laureato a Cambridge, ed è il solo zambiano bianco che è riuscito ad arrivare agli incarichi più alti in politica. È nato nella città di Livingstone ed è figlio di anglo-scozzesi bianchi che arrivarono in Zambia prima dell’indipendenza. È stato un popolare Primo Ministro, come suo padre Alec, che aveva lottato contro il dominio coloniale, e insieme al presidente Sata dal 2011 ha guidato il Paese verso una crescita economica del 6% all’anno. Scott ha guadagnato molto rispetto grazie alla sua franchezza, ha criticato le banche per aver alzato l’interesse al 25% sui piccoli prestiti, e rispetto a un collegio che sta aprendo in Zimbabwe solo per bianchi ha dichiarato «sembra di essere nella gioventù hitleriana».

Quando l’ex presidente degli Stati Uniti George W. Bush venne presentato al vicepresidente Scott due anni fa pensò a uno scherzo, e tuttora ai summit regionali i suoi colleghi ogni tanto rimangono sconcertati, “penso mi vedano un po’ come una mascotte, un portafortuna” ha detto Scott in un’intervista. Secondo alcuni commentatori zambiani Guy Scott sta già nei fatti agendo da presidente, date le condizioni di salute di Sata.

Nella foto il vice-presidente dello Zambia Guy Scott (Monirul Bhuiyan/AFP/Getty Images)