“Homeland”, dove eravamo rimasti

Domenica ricomincia una delle più apprezzate serie tv degli ultimi tempi: un riassunto per chi vuole un promemoria oppure mettersi in pari e guardarla da qui in poi

Claire Danes as Carrie Mathison in Homeland (Season 4, Key Art). - Photo: Jim Fiscus/SHOWTIME - Photo ID: HomelandS4_keyart_01B.R
Claire Danes as Carrie Mathison in Homeland (Season 4, Key Art). - Photo: Jim Fiscus/SHOWTIME - Photo ID: HomelandS4_keyart_01B.R

Domenica 5 ottobre inizia negli Stati Uniti la quarta stagione di Homeland, la serie tv incentrata su un’agente della CIA – Carrie Mathison, interpretata dall’attrice Claire Danes – affetta da disordine bipolare e impegnata a sventare attacchi terroristici negli Stati Uniti. La serie tv – il cui titolo richiama la Homeland Security, cioè il dipartimento del governo degli Stati Uniti creato dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 per prevenire attentati terroristici – è andata in onda per la prima volta sul canale via cavo Showtime, nell’ottobre del 2011. È stata scritta da Howard Gordon e Alex Gansa, e riprende la serie tv israeliana Hatufim (Prisoners of War, in inglese), ideata da Gideon Raff.

Fin dalla prima stagione, Homeland ha ricevuto moltissime critiche positive e vinto numerosi premi. Nel 2012 è stata candidata a nove Emmy – i premi più importanti della tv americana – e ne ha vinti sei, tra cui quello per la Miglior serie tv drammatica, e quelli per Miglior attrice e Miglior attore, andati rispettivamente a Claire Danes e Damian Lewis, che interpreta il marine Nicholas Brody, sospettato da Carrie di essere stato convertito all’Islam durante un lungo sequestro e di progettare un attentato terroristico negli Stati Uniti. La serie ha vinto questi tre premi anche agli Emmy dell’anno successivo, mentre nel 2013 ha vinto i Golden Globe – i più importanti premi americani per le serie tv – per la Miglior serie drammatica e per la Miglior attrice protagonista.

La prossima stagione sarà ambientata principalmente in Pakistan e Afghanistan: per chi è in pari e vuole un promemoria o per chi non ha voglia di mettersi in pari, ecco dove eravamo rimasti. Attenzione, ovviamente da qui in poi ci sono spoiler come piovesse.

homeland

Cos’era successo nella terza stagione
La terza stagione inizia subito dopo l’attentato terroristico alla sede della CIA organizzato da Abu Nazir, uno dei più pericolosi terroristi di al Qaida, che Carrie aveva cercato di catturare nelle stagioni precedenti. Abu Nazir aveva anche convertito all’Islam – e al terrorismo – Nicholas Brody, il sergente dei Marines tenuto in ostaggio dai terroristi per otto anni e poi liberato col compito di fare un attentato negli Stati Uniti. Nel frattempo Brody, dopo essere stato scoperto, aveva deciso di collaborare con la CIA e si era innamorato di Carrie; lei ne era rimasta incinta.

Carrie viene accusata dal senatore Andrew Lockhart – a capo della commissione di inchiesta del Senato sugli attentati a Langley, la sede della CIA – di non aver saputo sventare e prevedere l’attacco. Saul Berenson – amico di Carrie e suo superiore, ex responsabile della sezione Medio Orientale dell’Agenzia, diventato nel frattempo capo provvisorio della CIA – denuncia davanti alla Commissione la relazione tra Carrie e Brody, raccontando anche della malattia di Carrie. Carrie quel punto minaccia di rivelare la collaborazione tra la CIA e Brody, accusato di essere l’esecutore materiale dell’attentato, e viene ricoverata forzosamente in una clinica psichiatrica. Dopo qualche puntata si scopre che si trattava di un piano architettato da Carrie e Saul per avvicinare un funzionario molto importante dei servizi segreti iraniani e della Guardia Rivoluzionaria, Majid Javadi.

Javadi era stato incaricato dal governo iraniano di finanziare l’attentato a Langley, ma aveva intascato parte del denaro destinato alla missione e lo aveva fatto altre volte in passato. Carrie e Saul riescono ad attirare Javadi e lo minacciano di rendere pubblici i suoi affari, cosa che lo condannerebbe certamente a morte: per questo gli propongono di diventare un informatore della CIA. Gli offrono anche di farlo diventare capo della Guardia Rivoluzionaria, così da avere un potente alleato in uno dei paesi più ostili agli Stati Uniti nel mondo islamico. Javadi alla fine accetta la proposta.

Nel frattempo Carrie ha perso le tracce di Brody, che aveva aiutato a scappare dopo la confusione causata dall’attentato a Langley. Brody era stato accusato di essere l’esecutore materiale dell’attacco e il governo statunitense aveva promesso una grossa ricompensa per chi lo avesse consegnato. Dopo essere fuggito dagli Stati Uniti, Brody finisce a Caracas, in Venezuela, dov’è tenuto prigioniero in un palazzone fatiscente e abitato da un boss del narcotraffico. Qui per combattere il dolore di una ferita diventa anche eroinomane. Saul scopre dove si trova, paga un riscatto e lo riporta negli Stati Uniti, dove gli propone di partecipare a un piano della CIA: dovrà rivendicare l’attentato a Langley, chiedere asilo all’Iran e cercare di uccidere il capo delle Guardia Rivoluzionaria, Danesh Akbari, così da favorire l’ascesa di Javadi.

Brody accetta ma una volta arrivato a Teheran non riesce ad avvicinare Akbari; col tempo si convince a passare la sua vita in Iran, dove viene considerato un eroe e circondato dall’ammirazione della gente. La CIA, temendo che Brody possa scoprire Javadi, decide di farlo uccidere, ma Carrie lo avvisa e lo convince a portare a termine la missione. Brody riesce a incontrare Akbari nel suo ufficio, gli rivela che Javadi è passato alla CIA e lo soffoca a morte. Brody riesce a scappare dall’edificio con l’aiuto di Carrie ma il nuovo direttore della CIA, il senatore Lockhart, rivela a Javadi il posto in cui si sono nascosti: questi fa arrestare Brody e aiuta invece Carrie a scappare. Nonostante i tentativi di Carrie di salvarlo, Brody viene impiccato pubblicamente in Iran.

L’azione riprende quattro mesi dopo, con Saul – che ormai non lavora più nell’Agenzia – e la moglie Mira in vacanza. Leggono sul giornale che l’Iran ha acconsentito agli ispettori internazionali di controllare i suoi siti nucleari in cambio del ritiro delle sanzioni economiche: si tratta di una vittoria della strategia di Saul, che mettendo Javadi in una posizione di potere è riuscito ad appianare la decennale tensione tra i due paesi. Nel frattempo Carrie, ormai incinta di otto mesi, accetta la proposta di Lockhart di dirigere l’ufficio della CIA a Istanbul. I due si incontrano poco prima dell’annuale cerimonia commemorativa della CIA: Carrie gli propone di dedicare una stella al valore anche a Brody, che ha dato la vita per il suo paese, ma Lockhart rifiuta. Carrie e Saul si incontrano alla cerimonia e si salutano affettuosamente. Alla fine della stagione Carrie, rimasta sola nella hall della CIA, si avvicina al muro con le stelle dedicate agli agenti morti in servizio e ne disegna una a mano.

Il trailer della quarta stagione