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  • Lunedì 29 settembre 2014

La storia di Devon Still e di sua figlia malata

Un giocatore di football americano ha pubblicato un breve video prima che sua figlia si operasse per un tumore, generando grande commozione e generosità

di Sarah Larimer – Washington Post

Devon Still è un giocatore di football americano dei Cincinnati Bengals, nella NFL. Ed è anche il padre di una bambina che ha il cancro.

Giovedì mattina, Still ha pubblicato su Instagram un breve video-selfie in cui rivolge alcune parole di incoraggiamento a sua figlia Leah, seduta sul sedile posteriore della macchina mentre vanno in ospedale: Leah ha 4 anni e un tumore allo stadio IV, il più grave, e quella mattina doveva subire un intervento chirurgico. «Te lo chiedo di nuovo. Io sono pronto per oggi. Tu sei pronta? Let’s do it. Sei pronta a sbarazzarti di questo cancro? Pugno».

Giovedì pomeriggio Still ha poi pubblicato un’altra foto su Instagram, dicendo che dopo quasi sei ore di intervento chirurgico il tumore di Leah era stato totalmente asportato.

Still – seconda scelta al draft del 2012 – ha saputo del cancro della figlia lo scorso giugno, secondo quanto riferito dal Cincinnati Enquirer. All’inizio di questo mese i Bengals hanno annunciato che il ricavato delle vendite della maglia di Still sarà devoluto alla ricerca pediatrica per il cancro.

Ed ecco cos’è successo subito dopo, come riportato da ESPN:

Meno di 24 ore dopo, un funzionario della squadra ha detto a ESPN che sono state vendute più maglie di Still in quella breve unità di tempo che maglie di qualsiasi altro giocatore nella storia dei Bengals.

Davvero?

«Davvero», ha risposto Jeff Berding, direttore delle vendite e dei rapporti col pubblico per i Bengals, senza specificare il numero esatto di maglie vendute.

Still ha preso in considerazione l’idea di lasciare il football dopo la diagnosi di sua figlia. Era stato inizialmente ingaggiato nella seconda squadra dei Cincinnati, che gli permetteva di mantenere la sua assicurazione sanitaria. Poi qualche giorno fa è stato promosso in prima squadra.

 

«Quando l’ho saputo, ho detto alla mia famiglia che ero distrutto. Distrutto. Non me la sentivo di lasciare mia figlia sola ad affrontare tutto questo. Lo sport per me non è più importante che esserci mentre mia figlia lotta per la sua vita», ha detto Still all’Enquirer.