Il PD siciliano contro Crocetta, di nuovo

Il governatore dovrebbe perdere la maggioranza, almeno in teoria: comunque vada, il caso politico del PD in regione si trascina ormai da mesi

Foto LaPresse
05-06-2013 Roma
Cronaca
Conferenza stampa presentazione del Palermo Pride Nazionale 2013 e Roma Pride 2013.
Rosario Crocetta Il Presidente della Regione Siciliana.
Foto LaPresse 05-06-2013 Roma Cronaca Conferenza stampa presentazione del Palermo Pride Nazionale 2013 e Roma Pride 2013. Rosario Crocetta Il Presidente della Regione Siciliana.

Lunedì 15 settembre il segretario regionale del Partito Democratico siciliano Fausto Raciti, in una lunga intervista al quotidiano Live Sicilia, ha detto che il suo partito toglierà il sostegno al governatore della regione Rosario Crocetta, a sua volta iscritto al PD: «Il PD non può che separare il proprio destino da questo governo», ha dichiarato Raciti. E ancora: «Da adesso in poi, chi vorrà sostenere questa esperienza dovrà dirlo apertamente. Dovrà metterci la faccia. Noi scendiamo qui».

Queste dichiarazioni, almeno in teoria, dovrebbero significare la perdita per Rosario Crocetta della maggioranza al Parlamento siciliano, ma non è molto chiaro che cosa succederà concretamente: c’è infatti un precedente. Lo scorso settembre la direzione regionale del Partito Democratico siciliano aveva deciso di ritirare il sostegno al governo Crocetta e chiesto ai quattro assessori che lo rappresentavano in giunta di dimettersi. Nessuno di loro aveva accettato. A quella crisi fece seguito, in aprile, un rimpasto. I quattro assessori in quota PD nella nuova giunta erano: Giuseppe Bruno, Nelli Scilabra, Roberto Agnello, Maria Rita Sgarlata considerati vicini a dirigenti del PD come Davide Faraone e Giuseppe Lupo e dunque a quelle correnti del Partito Democratico che fanno riferimento alla cosiddetta “areadem” di Franceschini e a Matteo Renzi.

L’area cuperliana – che rappresenta una parte importante del partito in Sicilia e che ne esprime anche la segreteria regionale – ha però continuato a chiedere un cambiamento di giunta. Lo scorso 5 settembre c’è stato un incontro tra il segretario regionale siciliano Fausto Raciti e il vicesegretario nazionale del partito Lorenzo Guerini per discutere di un nuovo rimpasto. L’accordo, viste le ultime dichiarazioni di Raciti, non è stato evidentemente raggiunto. L’episodio che ha portato alla rottura di questi giorni tra presidente della regione e Partito Democratico – e che è solo l’ultimo di uno scontro che prosegue da mesi – riguarda il caso dell’assessore all’ambiente Mariarita Sgarlata, per il caso di una piscina prefabbricata realizzata nella sua villa di Siracusa. La Procura sta infatti indagando per accertare se l’assessore, quando aveva la delega ai Beni culturali, abbia commesso reati nella realizzazione di questa piscina ottenendo una procedura burocratica “di favore” per poterla realizzare.

Raciti, rivolgendosi agli assessori che fanno riferimento al suo partito, ha dichiarato: «Chi si sente ancora del PD non può che scegliere: o lascia questa avventura al fianco di Crocetta, o afferma apertamente di sostenere questa esperienza. Ma stavolta deve dirlo pubblicamente, senza provare a mandare la palla in tribuna e senza giochetti che ricordano la prima repubblica e che sembrano così distanti dal modo di fare politica inaugurato dal premier Renzi». Oggi il presidente del consiglio e segretario nazionale del partito Matteo Renzi è a Palermo con Crocetta nella scuola di Don Pino Puglisi per inaugurare l’anno scolastico. Al termine dell’incontro, a un giornalista dell’ANSA che chiedeva a Crocetta un commento sulle ultime dichiarazioni di Raciti, il presidente della regione ha risposto: «E chi è Raciti?».

A complicare ulteriormente la situazione ci sono anche tre mozioni di censura (cioè di sfiducia) contro tre assessori: Scilabra del PD (assessore alla Formazione), Agnello sempre del PD (assessore all’Economia) e Linda Vancheri, assessore alle Attività produttive. Queste mozioni (presentate dal Movimento 5 Stelle e dal alcuni deputati del centrodestra) sono sostenute anche da alcuni esponenti della maggioranza del PD.