Renzi sa fare i gestacci, vediamo il resto

Giuliano Ferrara commenta favorevolmente lo sbeffeggiamento renziano del convegno di Cernobbio, ma suggerisce anche di cominciare a cambiare partita

Lunedì, nel suo consueto editoriale sulla versione “antologica” del Foglio che esce il lunedì, Giuliano Ferrara ha commentato la scelta di Matteo Renzi di non andare al celebrato convegno di politica ed economia a Cernobbio: scelta, scrive Ferrara, che ha un suo senso e un suo linguaggio vincenti, ma i linguaggi vincenti di Renzi dovrebbero cominciare ad avere basi di risultati politici più solide e meno declamate.

Ora dicono che Renzi è populista, fino a ieri era l’ultimo argine al populismo. Certo è un maleducato, perché agli inviti ci si sottrae di regola in un composto silenzio, sbeffeggiamenti non sono previsti dal protocollo. Ma la maleducazione è un linguaggio, come le buone maniere e l’affettazione delle stesse, e tutto sta a capire se questo giovane rozzone, che d’altra parte associa le sue intemerate a illustri precedenti di Craxi, di Berlusconi e forse in qualche caso anche di Prodi, voglia dirci con lo schiaffo del lago di Como qualcosa di importante. Lì in riva al lago – potrebbe aver pensato – ci sono molti di quelli, la stragrande maggioranza, che hanno guidato il corso delle cose in questi ultimi venti, trent’anni: a voler cambiare verso, occorre decisamente stare altrove, altrove cercare una qualche forma di legittimazione. Sono pensieri rischiosi, e forse in parte anche ingiusti, ma non proprio privi di una base effettuale, mi pare.
Solo che di gran gesti, o di gestacci (ché in Italia le due cose sono assimilabili), è lastricata la via delle grandi ambizioni politiche, poche e segnalate negli ultimi decenni, e anche del loro fallimento. Il gestaccio non basta. Serve poi la combinazione politica capace di realizzare ciò che la villania denota e connota come fine assoluto, serve il sequitur del più beffardo coraggio o di un’etica della decisione che si riveli insieme realistica e intrattabile. Mi piace pensare che Renzi ora faccia senza nemmeno preoccuparsi di annunciarle quelle due o tre cose importanti – spesa tasse e lavoro – che le tecnoburocrazie coalizzate, più i tremebondi re del consumo di denaro non investito, e spesso non denaro proprio, sono intente da molti anni ad impedire. Allora sarà valsa la pena di tanta cresposa ruvidezza.

(leggi per intero sul Foglio)