Cuperlo e la Festa dell’Unità sulla neve

Giovanna Casadio di Repubblica ha intervistato Gianni Cuperlo, deputato del PD e candidato sconfitto da Matteo Renzi alle scorse primarie per la segreteria del partito. Il quale tra l’altro ha risolto con una battuta la questione del suo mancato invito alla Festa dell’Unità nazionale di Bologna.

Non le piace il doppio incarico di Renzi, di premier-segretario?
«Lo dissi a suo tempo. Oggi rispetto la sua scelta, ma quello che non può consentire è che ogni voce sgradita sia liquidata come la rincorsa di una poltrona. Per ascoltarsi serve rispetto».
Condivide quindi l’attacco D’Alema?
«Sto parlando di un clima che non mi piace e che non fa bene a nessuno».
O si riferisce al fatto di non essere stato invitato alla Festa dell’Unità di Bologna?
«Ma no, mi è spiaciuto, ma confido molto nella festa sulla neve».
Entrerebbe personalmente in segreteria?
«Non sarebbe una scelta saggia ».
Cosa non va nell’azione di governo?
«Il governo ha fatto cose buone ma ha presente l’Ikea? Porti a casa un mobile smontato e devi montarlo. Nell’elenco di quelle riforme molti vedono ancora la scatola imballata e a quelli non puoi dire “abbiamo arredato casa”. Devi spiegare cosa dai oggi e come immagini il paese tra 5 o 10 anni, dove lo porterai. Preferivo lo slogan “adesso”, gliel’ho anche invidiato a Renzi che ora ha scelto il più moderato “passo dopo passo”. Ho l’impressione che bisogna osare».
Insomma iniziative del governo “insufficienti”?
«Io dico che la strada è giusta dagli 80 euro alla giustizia e alla scuola – tuttavia la scossa è anche nel ripensare la funzione dello Stato dopo decenni di cultura che voleva affamare la bestia. Certo bisogna fare scelte conseguenti ma dovrebbe dire qualcosa se la Fiat investe sui motori ibridi ma lo fa negli Usa, dove Obama ha posto quella come condizione per salvare l’auto. La patria del libero mercato indirizza le scelte di politica industriale. Non è che l’America ha scoperto il socialismo, è che dalla crisi devi uscire con una tua idea dello sviluppo e del futuro industriale e non può essere quella di prima. Allora sull’articolo 18 chiedo: la linea è quella della ministra Guidi e di Marchionne o quella di chi dice, ripartiamo da politiche redistributive e dalla creazione di nuovo lavoro?».