La grande siccità in California

Le foto dei bacini e delle riserve prima e dopo la crisi che ne ha esagerato lo sfruttamento

Da alcuni mesi, la California vive la più grande siccità mai registrata nella zona, con pesanti conseguenze per l’agricoltura e per le riserve idriche costruite negli anni in territorio californiano, che iniziano a prosciugarsi. La crisi deriva da tre anni di scarse piogge negli Stati Uniti sud-occidentali, ai quali è seguito un ultimo inverno particolarmente arido: ci sono state poche precipitazioni nei mesi freddi e di conseguenza sulle montagne si è accumulata poca neve, una risorsa fondamentale nella stagione calda per alimentare fiumi e torrenti.

Per irrigare i loro campi, per uso industriale e per l’utilizzo domestico, nelle ultime settimane in California è stato aumentato il prelievo dai bacini artificiali dello stato e si è attinto con più frequenza dalle falde acquifere. Secondo diverse associazioni ambientaliste, si è proceduto con scarsa lungimiranza facendo un ricorso eccessivo alle riserve, i cui livelli si sono ridotti molto rapidamente. Nel medio periodo questo potrebbe essere un ulteriore problema per l’approvvigionamento dell’acqua, soprattutto per quanto riguarda quella proveniente dalle falde acquifere, che mediamente richiedono molto più tempo per tornare ai normali livelli.

Le foto mostrano la differenza tra i livelli d’acqua nel bacino artificiale
del Lago Oroville tra l’estate del 2011 e quella del 2014

Le autorità locali stimano che tra luglio e agosto la California sia entrata in uno stato di “eccezionale siccità”, il livello più alto dopo il già preoccupante stato di “grave siccità”. Secondo i meteorologi, non riprenderà a piovere in modo sostenuto ancora per settimane e i climatologi non escludono che nel breve-medio periodo il riscaldamento del clima possa portare a nuovi cicli, ancora più lunghi, di siccità. Ricerche condotte in passato hanno dimostrato che l’area geografica del sud-ovest degli Stati Uniti ha conosciuto già in tempi molto remoti lunghi periodi di siccità, ma in un periodo in cui in quei territori non c’erano intere città e paesi con milioni di abitanti, che consumano enormi quantità d’acqua.

In seguito alla crisi idrica, si è tornato a dibattere molto sulle possibili soluzioni da adottare per attenuare il problema: da una parte sono schierati i coltivatori, che temono che una serie eccessiva di divieti possa danneggiare le loro attività agricole, dall’altra ci sono le associazioni ambientaliste e gli abitanti delle grandi città che ritengono invece opportuno porre più limiti per ridurre lo spreco d’acqua. In mezzo ci sono politici, ricercatori e lobbisti, che ora parteggiano per l’una ora per l’altra parte.

Con qualche difficoltà, il parlamento statale della California ha approvato una serie di provvedimenti per aumentare le riserve idriche, migliorare i sistemi di riciclo delle acque e punire lo spreco d’acqua. La legge ha un costo previsto di 7,5 miliardi di dollari, ma prima di essere adottata dovrà essere approvata con un voto dai cittadini della California.