Che fine hanno fatto i 55mila film di Salemi

Facevano parte di una delle più grandi collezioni al mondo sul cinema indipendente: ora stanno in una specie di canile provvisorio

Sulla Stampa di venerdì 22 agosto Laura Anello ha raccontato dove sono conservati i circa 55mila film provenienti dalla collezione del cinefilo americano Yong-man Kim e ottenuti nel febbraio del 2009 dal comune di Salemi, in provincia di Trapani, di cui il critico d’arte e politico Vittorio Sgarbi è stato sindaco dal 2008 al 2012. Spiega Anello che la collezione, in cui sono presenti circa 46mila titoli di cinema indipendente in DVD e VHS, «spazia dai telefilm americani ai maestri russi, dal neorealismo italiano ai film erotici, con assolute rarità, dai fratelli Lumière in poi»: Yong-man l’aveva messa insieme a partire dal 1987, quando aveva aperto una prima videoteca a New York (a un certo punto ne gestiva undici).

L’intenzione del comune, come aveva detto Sgarbi ai tempi, era renderla pubblica e digitalizzarla, ma già due anni fa la struttura era chiusa ed erano state digitalizzati solo 5000 film. Ancora oggi l’edificio dove sono conservati è chiuso, e nel suo cortile sono stati ospitati 26 cani per un «ricovero provvisorio». Giovedì 21 agosto l’assessore ai Servizi Sociali Rosa Alba Valenti ha però detto al Giornale di Sicilia che «i cani, a giorni, saranno trasferiti in alcuni locali più adatti».

Certo che come colpo di scena non è male: 26 cani che abbaiano nel giardino del centro dove è ospitata una delle più grandi collezioni di cinema indipendente del mondo. «Basta, non ne possiamo più, è un incubo», tuona tappandosi le orecchie il custode Enrico Tilotta, che abita al secondo piano della palazzina con moglie e figlia. Sembrano effetti speciali. Ma invece gli animali sono in carne e ossa qui a Salemi, il paese dove nel 2009 arrivarono le 55mila videocassette del coreano Youngman Kim, emigrato negli Stati Uniti e folgorato dalla passione per la Settima Arte. Il centro a New York aveva 11 negozi e più di 300 addetti.

Adesso qui in Sicilia è diventato un canile. Un “ricovero provvisorio”, precisa la nota del Comune che ha individuato la palazzina per fronteggiare l’emergenza randagi.

L’epilogo di una storia che anche il più fantasioso dei registi avrebbe stentato a immaginare, ma che i più disillusi osservatori preconizzavano già quando la collezione sbarcò trionfalmente da una nave per essere poi portata per le strette vie del paese a bordo di motoapi e infine custodita in un ex pensionato per anziani in periferia, ribattezzato Centro Kim in occasione della visita dell’illustre donatore.

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