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  • Mercoledì 20 agosto 2014

Un altro morto in Missouri, e altre proteste

Un ragazzo nero è stato ucciso da un poliziotto vicino a Ferguson, dove sono ancora in corso manifestazioni – un po' più tranquille – per la morte di Michael Brown

FERGUSON, MO - AUGUST 19: A demonstrator is arrested while protesting the killing of teenager Michael Brown on August 19, 2014 in Ferguson, Missouri. Brown was shot and killed by a Ferguson police officer on August 9. Despite the Brown family's continued call for peaceful demonstrations, violent protests have erupted nearly every night in Ferguson since his death. (Photo by Scott Olson/Getty Images)
FERGUSON, MO - AUGUST 19: A demonstrator is arrested while protesting the killing of teenager Michael Brown on August 19, 2014 in Ferguson, Missouri. Brown was shot and killed by a Ferguson police officer on August 9. Despite the Brown family's continued call for peaceful demonstrations, violent protests have erupted nearly every night in Ferguson since his death. (Photo by Scott Olson/Getty Images)

Martedì 19 agosto c’è stata una nuova sparatoria a tre miglia da Ferguson, in Missouri, poco lontano dal luogo dove lo scorso 9 agosto Michael Brown, un diciottenne nero disarmato, è stato ucciso da un agente della polizia in circostanze ancora non chiare. Ieri intorno alle ore 13 ora locale un ragazzo nero di 23 anni è rimasto ucciso: secondo quanto riferito dalla polizia era armato di coltello e aveva commesso un furto in un supermercato a nord di St. Louis. Quando è stato fermato da uno dei commessi che gli chiedeva di pagare quello che aveva preso, ha iniziato a lanciare contro di lui quello che teneva in mano e a camminare poi per la strada parlando da solo. Quando la polizia, arrivata sul posto, gli ha chiesto di consegnare il coltello, il ragazzo si è rifiutato avvicinandosi «pericolosamente» ai poliziotti e chiedendo loro di sparargli (secondo quanto riferito dal capo della polizia locale Sam Dotson). Superata la distanza di sicurezza, uno degli agenti (o entrambi, non è ancora chiaro) ha reagito sparando.

Nel frattempo a Ferguson sono riprese le manifestazioni per la morte di Michael Brown. Le proteste – secondo uno schema che ormai si ripete da giorni – sono iniziate in modo pacifico: circa 200 manifestanti avevano dei fiori in mano, altri tenevano le mani alzate e avevano iniziato a marciare, tra la polizia in tenuta antisommossa e la Guardia nazionale inviata dal governatore del Missouri, fino alla stazione locale della polizia. Intorno a mezzanotte, dopo che un piccolo gruppo di manifestanti ha lanciato delle bottiglie d’acqua contro alcuni agenti, sono iniziati gli scontri e ci sono stati nuovi arresti, almeno 47. Durante una conferenza stampa, il capitano Ronald Johnson, capo delle forze dell’ordine, ha detto però che non non sono state lanciate molotov e ha parlato di una «svolta» nelle proteste ringraziando i leader religiosi della comunità che hanno contribuito a placare la tensione: «È stata utilizzata una quantità limitata di spray al peperoncino e i gas lacrimogeni non non sono stati lanciati».

Il canale di news NBC ha riferito che durante le dimostrazioni avvenute tra lunedì 18 e martedì 19 sono state arrestate 78 persone. Il numero è significativamente più alto rispetto a quello dichiarato durante una conferenza stampa dal capitano Ronald Johnson che aveva parlato di 31 fermi. Sugli scontri è intervenuto nuovamente il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che ha invitato alla calma e ha annunciato che oggi il ministro della Giustizia Eric Holder sarà a Ferguson per incontrare gli agenti dell’FBI che stanno indagando su quello che è successo a Michael Brown: «Le risorse al completo del Dipartimento di Giustizia sono state impegnate nelle indagini», ha detto Holder. «Ci vorrà tempo per completarle, ma abbiamo già compiuto dei passi significativi. Ci sono 40 agenti dell’FBI sul campo, anche magistrati esperti di diritti civili. Spero che la nostra inchiesta accurata e indipendente contribuirà in qualche modo a calmare le tensioni a Ferguson. Centinaia di persone sono già state sentite».

Secondo la ricostruzione dei fatti più accreditata fin qui, Brown stava camminando con un amico in mezzo alla strada, tenendo in mano un pugno di sigarilli che aveva rubato poco prima in un negozio. L’agente Wilson li aveva fermati – non sapeva del furto – e li aveva invitati a camminare sul marciapiede. È cominciata a quel punto – ancora non si sa per certo come né perché — una rissa tra Brown e Wilson: nel giro di pochi minuti Wilson ha sparato sei volte a Brown, che era disarmato, e lo ha ucciso. Questa versione sarebbe però smentita da un video consegnato alla CNN da una testimone che ha filmato parte della scena, e che mostrerebbe il cadavere di Brown a terra. La donna che ha realizzato il video si chiama Piaget Crenshaw e ha spiegato: «Brown stava scappando. A un certo punto si è fermato e si è girato. In quel momento la polizia ha sparato». Il procuratore di St. Louis ha dichiarato che convocherà per oggi, mercoledì 20 agosto, un gran giurì composto da 12 membri che inizierà probabilmente già in giornata ad analizzare le prove e decidere se incriminare o meno il poliziotto Darren Wilson, che avrà la possibilità di testimoniare.

I funerali di Michael Brown saranno celebrati lunedì prossimo: si attendono ancora i risultati di una seconda autopsia. Il primo esame, condotto dall’ufficio di medicina legale della contea da Michael Baden, uno dei patologi più noti del paese, su richiesta della famiglia, ha rivelato che il ragazzo è stato colpito da sei proiettili, quattro nel braccio destro, uno sul viso all’altezza dell’occhio destro e uno nella parte superiore della testa. Tutti i colpi sono stati sparati frontalmente. Il medico ha anche chiarito che sul corpo non ci sono segni di colluttazione e anche questo smentirebbe la versione della polizia.