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  • Martedì 19 agosto 2014

I pazienti scappati dal centro per malati di ebola sono stati ritrovati

Erano fuggiti sabato, a Monrovia in Liberia, dopo che un gruppo di giovani aveva assaltato il centro gridando «ebola non esiste»

MONROVIA, LIBERIA - AUGUST 18: Public health advocates stage street theater to attract people to attend an Ebola awareness and prevention event on August 18, 2014 in Monrovia, Liberia. The Liberian government and international groups are trying to convince residents of the danger and are urging people to wash their hands to help prevent the spread of the epidemic, which is spread by bodily fluids. The virus has killed more than 1,000 people in four African countries, and Liberia now has had more deaths than any other country. (Photo by John Moore/Getty Images)
MONROVIA, LIBERIA - AUGUST 18: Public health advocates stage street theater to attract people to attend an Ebola awareness and prevention event on August 18, 2014 in Monrovia, Liberia. The Liberian government and international groups are trying to convince residents of the danger and are urging people to wash their hands to help prevent the spread of the epidemic, which is spread by bodily fluids. The virus has killed more than 1,000 people in four African countries, and Liberia now has had more deaths than any other country. (Photo by John Moore/Getty Images)

Aggiornamento ore 14 e 30 – Sono stati ritrovati i 17 pazienti fuggiti sabato da un centro di isolamento per malati di ebola a Monrovia, in Liberia, ha dichiarato il ministro dell’informazione liberiano Lewis Brown.

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Non si hanno ancora notizie dei 17 pazienti che sono scappati da un centro di isolamento per persone malate di ebola a Monrovia, la capitale della Liberia, che lo scorso 16 agosto è stato assaltato e saccheggiato. Il ministro dell’Informazione liberiano, Lewis Brown, ha detto «non li abbiamo ancora trovati» e ha confermato che chi ha saccheggiato il centro «ha portato via anche materassi e biancheria da letto intrisi di liquidi dei pazienti» e che proprio per questo c’è un grave rischio di contagio e infezione: «Quei teppisti che hanno saccheggiato il centro sono ormai probabili portatori della malattia. Mettere in quarantena la zona potrebbe essere una delle soluzioni, la situazione è difficile da controllare».

La sera di sabato 16 agosto alcuni giovani armati di bastoni e coltelli hanno fatto irruzione nella struttura medica istituita nella scuola superiore di un quartiere periferico di Monrovia, West Point. Secondo diversi testimoni, alcuni di questi ragazzi gridavano «non c’è l’Ebola», assecondando la teoria che l’esistenza di un’epidemia sarebbe stata costruita e diffusa dall’Occidente per opprimere il popolo africano. Le autorità liberiane stanno ora valutando l’ipotesi di isolare l’intera area dove vivono circa 75 mila persone, anche se ci sono diverse notizie che i pazienti infetti e fuggiti dal centro potrebbero aver già raggiunto altre zone. Gli sforzi per mettere in quarantena il quartiere potrebbero dunque essere ormai tardivi e inutili. I medici del centro hanno spiegato che nella struttura erano ricoverati 29 pazienti e che tutti erano risultati positivi al virus: 9 sono morti negli ultimi giorni, 3 sono stati prelevati con la forza dai loro parenti e degli altri 17 non ci sono notizie.

In Liberia, Guinea e Sierra Leone è in corso da febbraio la più grave epidemia di ebola da quando il virus è comparso nel 1976. Circa 1.140 persone sono morte finora e i primi casi sono cominciati ad apparire in Nigeria, il paese più popoloso dell’Africa.Per contrarre l’ebola bisogna ad esempio entrare in contatto con i fluidi corporei di una persona contagiata. Non esistono cure o vaccini: i primi sintomi sono un forte mal di testa, febbre e dolori al petto. Il virus colpisce anche il cervello, causando spesso agitazione, confusione e depressione (e nei casi più gravi il coma). Agisce anche sul sistema circolatorio, causando in molti casi forti emorragie interne ed esterne. La morte in genere è causata dai coaguli di sangue o dalla necrosi dei tessuti attaccati dal virus (qui la scheda dell’Organizzazione Mondiale della Sanità su ebola).