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  • Sabato 16 agosto 2014

I curdi attaccano lo Stato Islamico in Iraq

Mentre gli americani continuano a bombardare le postazioni dell'IS al nord: intanto l'Europa ha deciso di mandare armi ai curdi

Displaced Iraqis from the Yazidi community settle at a new camp outside the old camp of Bajid Kandala at Feeshkhabour town near the Syria-Iraq border, Iraq, Friday, Aug. 15, 2014. The U.N. this week declared the situation in Iraq a "Level 3 Emergency" — a decision that came after some 45,000 members of the Yazidi religious minority were able to escape from a remote desert mountaintop where they had been encircled by Islamic State fighters. The extremist group views them as apostates and had vowed to kill any who did not convert to Islam. (AP Photo/Khalid Mohammed)
Displaced Iraqis from the Yazidi community settle at a new camp outside the old camp of Bajid Kandala at Feeshkhabour town near the Syria-Iraq border, Iraq, Friday, Aug. 15, 2014. The U.N. this week declared the situation in Iraq a "Level 3 Emergency" — a decision that came after some 45,000 members of the Yazidi religious minority were able to escape from a remote desert mountaintop where they had been encircled by Islamic State fighters. The extremist group views them as apostates and had vowed to kill any who did not convert to Islam. (AP Photo/Khalid Mohammed)

Venerdì 15 agosto in Iraq i miliziani dello Stato Islamico – gruppo estremista prima conosciuto come ISIS – sono entrati a Kocho, villaggio yazidi a 45 chilometri da Sinjar, vicino al monte dove nelle ultime due settimane sono rimasti intrappolati decine di migliaia di yazidi in fuga dall’IS. Come già successo con la conquista di altre città nel nord dell’Iraq, i miliziani hanno offerto agli uomini locali due opportunità: convertirsi all’islam o morire. Un funzionario curdo ha detto a Reuters: «Sono arrivati su dei veicoli e hanno cominciato a uccidere questo pomeriggio». Un residente ha detto a BBC che molte donne e bambini sono stati probabilmente portati alla città di Tal Afar e altri si stanno preparando a lasciare la zona con degli autobus diretti non si sa ancora dove. Secondo i sopravvissuti all’attacco, lo Stato Islamico ha ucciso almeno 80 uomini. Dall’inizio dell’avanzata dell’IS in Iraq, si stima che circa 1,2 milioni di iracheni siano stati costretti a lasciare le loro case.

bbc

Intanto alcune persone che vivono attorno alla diga di Mosul hanno confermato ad Associated Press che le postazioni dello Stato Islamico stanno subendo degli attacchi aerei. Qualche ora prima l’agenzia di stampa del Kurdistan iracheno Rudaw aveva dato la notizia che l’aviazione americana e quella irachena stavano attaccando le posizioni intorno alla diga che le milizie dello Stato Islamico avevano conquistato alla fine della prima settimana di agosto. Secondo la BBC nella mattina di sabato le milizie curde avrebbero lanciato un attacco via terra per riconquistare la diga che si trova a circa cinquanta chilometri da Mosul ed è costruita sul fiume Tigri. Si tratta della più grande diga dell’Iraq e fornisce energia ai circa 1,7 milioni di abitanti dell’area di Mosul.

La diga di Mosul (BBC)

La diga di Mosul (BBC)

Parte della diga è stata costruita su un deposito di gesso, un minerale che si scioglie a contatto con l’acqua, come ha raccontato il Wall Street Journal. Per evitare che questa situazione causi un cedimento della diga, dal 2007 vengono effettuate quotidianamente delle iniezioni di cemento nelle sue fondamenta. Nel 2006 uno studio del corpo del genio dell’esercito americano ha definito la diga di Mosul una delle «più pericolose al mondo». Un cedimento della diga produrrebbe un’onda alta 30 metri che colpirebbe in poco tempo la città di Mosul, causando inondazioni fino a Baghdad. Secondo alcune stime il crollo potrebbe causare fino a 500 mila morti.

Venerdì 15 agosto i ministri degli Esteri dell’Unione Europea riuniti a Bruxelles, in Belgio, hanno concordato sulla necessità di armare i curdi nel nord dell’Iraq che stanno combattendo contro lo Stato Islamico. La decisione del Consiglio non sarà automatica, come prassi delle norme dell’Unione in casi di questo genere: saranno i singoli stati, sulla base delle rispettive possibilità e legislazioni nazionali, a decidere in che misura e con quali modalità adempiere alla decisione del Consiglio. Nel caso dell’Italia la fornitura di armi ai curdi iracheni dovrà essere approvata da entrambe le Camere prima di diventare effettiva.

Prima della riunione a Bruxelles in cui è stato deciso di fornire armi alle milizie curde, Federica Mogherini, ministro degli Esteri italiano, aveva chiesto che l’Unione Europea esprimesse una posizione comune sulla crisi irachena. Al termine della riunione, Mogherini ha detto che i ministri degli Esteri europei al momento stanno parlando con i curdi per capire l’esatta richiesta per la fornitura delle armi: l’operazione sarà poi portata avanti con il consenso del governo di Baghdad, che nel giro di una ventina di giorni potrebbe essere guidato da un nuovo primo ministro, lo sciita Haider al-Abadi, che dovrebbe sostituire Nuri al-Maliki. In breve tempo, scrive il Wall Street Journal, anche l’amministrazione statunitense aumenterà l’assistenza militare, diplomatica ed economica all’Iraq. La mattina del 16 agosto è atterrato ad Ebril, nel Kurdistan iracheno, il primo aereo italiano carico di aiuti umanitari.

 

Intanto il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite riunito a New York ha approvato delle sanzioni contro sei individui legati allo Stato Islamico e al Fronte al Nusra, un gruppo di estremisti che combatte il presidente Bashar al Assad in Siria e che è legato formalmente ad al Qaida: le sanzioni includono limitazioni alla libertà di movimento, il congelamento di beni e un embargo sulla vendita di armi. Anche i sostenitori/finanziatori del gruppo potrebbero essere in futuro colpiti da una nuova serie di sanzioni.