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  • Giovedì 14 agosto 2014

I danni che fanno i romanzi

Bulgarian novelist Elias Canetti and his wife, Hera Canetti-Buschor, attend a reception at the Royal Swedish Academy, 9th December 1981. Canetti had just received the Nobel Prize for Literature. (Photo by Hulton Archive/Getty Images)
Bulgarian novelist Elias Canetti and his wife, Hera Canetti-Buschor, attend a reception at the Royal Swedish Academy, 9th December 1981. Canetti had just received the Nobel Prize for Literature. (Photo by Hulton Archive/Getty Images)

«Non che dai romanzi la mente tragga molto nutrimento. Il piacere che forse essi offrono lo si paga a carissimo prezzo: essi finiscono per guastare anche il carattere più solido. Ci s’abitua ad immedesimarsi in chicchessia. Si prende gusto al continuo mutare delle situazioni. Ci si identifica con i personaggi che piacciono di più. Si arriva a capire qualunque atteggiamento. Ci si lascia guidare docilmente verso le mete altrui e si perdono di vista le proprie. I romanzi sono dei cunei che un autore con la penna in mano insinua nella chiusa personalità dei suoi lettori. Quanto più egli saprà calcolare la forza di penetrazione del cuneo e la resistenza che gli verrà opposta, tanto più ampia sarà la spaccatura che rimarrà nella personalità del lettore. I romanzi dovrebbero essere proibiti dalla legge.»

Auto da fé, Elias Canetti, 1935

Auto da Fé è l’unico romanzo dello scrittore bulgaro naturalizzato britannico Elias Canetti, che nel 1981 ricevette il Premio Nobel per la letteratura. Canetti nacque il 25 luglio del 1905 a Ruse, in Bulgaria, e morì a Zurigo, in Svizzera, il 14 agosto del 1994, 20 anni fa. Oltre ad Auto da fé, è famoso per il saggio Massa e potere del 1960, e per la sua autobiografia, divisa in tre volumi (La lingua salvata, Il frutto del fuoco e Il gioco degli occhi) e pubblicata tra il 1977 e il 1985.

Elias Canetti con la moglie Hera Canetti-Buschor, durante la cerimonia di consegna dei Premi Nobel, 9 dicembre 1981