La riforma del Senato fa il primo passo

Il Senato ha approvato la riforma costituzionale in prima lettura: 183 sì, 4 astenuti

La ministra Maria Elena Boschi e Maria Rosaria Rossi (Forza Italia) si abbracciano alla fine della seduta. (Fabio Cimaglia / LaPresse)
La ministra Maria Elena Boschi e Maria Rosaria Rossi (Forza Italia) si abbracciano alla fine della seduta. (Fabio Cimaglia / LaPresse)

Il Senato ha approvato in prima lettura il disegno di legge di riforma costituzionale promosso dal governo, con 183 voti favorevoli e 4 astenuti. L’opposizione ha deciso di non partecipare al voto. Il testo di legge ora verrà trasmesso alla Camera, che inizierà l’analisi della legge per proporre nuove modifiche ed emendamenti. Trattandosi di una modifica che riguarda la Costituzione, il disegno di legge sarà poi trasmesso nuovamente al Senato e in seguito alla Camera per la sua seconda lettura.

Nonostante contrattempi, tentativi di ostruzionismo e grandi polemiche soprattutto da parte del Movimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia e Libertà, il governo ha quindi superato il primo grande ostacolo per portare avanti la revisione della parte della Costituzione che regola – tra le altre cose – il funzionamento del Parlamento: il disegno di legge prevede che Camera e Senato smettano sostanzialmente di fare le stesse cose (il cosiddetto “bicameralismo perfetto”), con quest’ultimo che non sarà più elettivo e che comprenderà circa un terzo dell’attuale numero di senatori, scelti e inviati dalle Regioni, che non riceveranno indennità. Una spiegazione più estesa del funzionamento del nuovo Senato si può leggere qui.