45 anni fa, a Abbey Road

L'8 agosto 1969 i Beatles fecero a Londra la passeggiata più celebre della storia della musica, oggetto di un incalcolabile numero di imitazioni

La copertina di “Abbey Road”, uscito a settembre 1969.
La copertina di “Abbey Road”, uscito a settembre 1969.

Nella storia della musica, Abbey Road è probabilmente il caso più noto di celebrazione di un posto comune che per merito della presenza di un artista “di culto” è diventato una specie di santuario: in questo caso in mezzo a una via, sulle strisce pedonali. Ma fino a 45 anni fa era una strada normale, tutto sommato: Abbey Road era soltanto una delle vie di un quartiere lussuoso nella zona nord del centro di Londra, St John’s Wood, e a partire dal 1931 aveva acquisito una progressiva popolarità per il fatto che lì vicino, all’interno di un palazzo d’epoca risalente ai primi anni del Diciannovesimo secolo, una nota etichetta discografica – la EMI, Electric and Musical Industries – aveva aperto uno studio di registrazione in cui avevano lavorato diversi artisti affermati.

La mattina dell’8 agosto 1969 i quattro membri di quello che già allora era considerato il più famoso gruppo musicale al mondo – i Beatles – si riunirono insieme al fotografo scozzese Ian Macmillan proprio nei pressi degli EMI Studios per una rapida sessione fotografica da cui avrebbero tratto la copertina del loro undicesimo disco in studio: “Abbey Road”, un omaggio allo studio di registrazione che fin dal 1963 li aveva ospitati per la realizzazione di alcuni dei loro più grandi successi.

Dopo aver pensato di titolare quel disco “Everest” (un riferimento alla marca di sigarette fumate da Geoff Emerick, il loro tecnico del suono), John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr – i cui rapporti interpersonali si erano già in parte deteriorati, secondo quanto si racconta – pensarono di chiuderla molto più sbrigativamente, sviluppando un’idea abbozzata da Paul: uscire dallo studio dove stavano completando le registrazioni del disco, e concedere al fotografo Macmillan (un amico di Yoko Ono) qualche minuto per tirare fuori una foto di loro per strada che andasse bene come copertina.

Abbey Road Beatles

Alla fine sbrigarono tutto in una decina di minuti: Macmillan salì su una scala a pioli al centro dell’incrocio fuori dallo studio, con in mano la sua macchina fotografica (una Hasselblad con un obiettivo da 50mm), e poi i Beatles attraversarono ripetutamente Abbey Road, avanti e indietro, mentre un agente di polizia bloccava il traffico. Dei sei scatti fatti da Macmillan fu scelto quello in cui Lennon, Starr, McCartney (scalzo) e Harrison attraversano sulle strisce pedonali da sinistra verso destra. Però ne circolarono diversi altri, che ritraevano i Beatles poco prima di attraversare, o impegnati ad attraversare nella direzione opposta, da destra verso sinistra, con McCartney in sandali: una di queste altre foto fu venduta all’asta nel 2012 per circa 20 mila euro.

Abbey Road Beatles

Nella foto, in alto a destra, sul marciapiede, ci finì anche un turista americano che non sapeva di essere finito nello scatto, e che lo scoprì soltanto diversi mesi dopo, quando il disco fu pubblicato. Si racconta che la targa del maggiolino Volkswagen bianco – parcheggiato sulla sinistra alle spalle dei Beatles – fu oggetto di numerosi furti, in seguito all’enorme popolarità ottenuta dalla copertina; poi, nel 1986, pure quella macchina fu venduta all’asta, per 2.530 sterline.

Abbey Road Beatles

Di fatto Abbey Road fu l’ultimo disco registrato in studio dai Beatles, se si considera che la registrazione di gran parte dei materiali utilizzati in seguito per il loro dodicesimo e ultimo disco – “Let it be” – risaliva a prima del 1969. Non fu accolto da critiche unanimemente positive, ma fu uno straordinario successo commerciale: a oggi, è il disco dei Beatles più venduto di sempre. Tra le altre cose, il disco ispirò la fantasia di centinaia di altri musicisti e artisti vari, e di milioni di persone comuni e turisti che utilizzarono Abbey Road come sfondo di un incalcolabile numero di fotografie in cui imitano la passeggiata dei Beatles. Nel 1970 la EMI Studios cambiò anche formalmente nome a quello studio, cui chiunque ormai si riferiva chiamandolo Abbey Road Studios. Nel 2010 Abbey Road fu inserita dal governo inglese in una lista protetta dell’English Heritage, un istituto pubblico incaricato della cura del patrimonio culturale dell’Inghilterra.