25 foto agitate di giovedì in Senato

La riforma costituzionale va avanti tra proteste, imbavagliamenti, cartelli e palline di carta: domani le dichiarazioni di voto e il voto finale

Il senatore Stefano Lucidi (M5S), imbavagliato. (Fabio Cimaglia / LaPresse)
Il senatore Stefano Lucidi (M5S), imbavagliato. (Fabio Cimaglia / LaPresse)

In Senato sta proseguendo l’esame della riforma costituzionale che prevede la trasformazione del Senato e venerdì mattina si arriverà alle dichiarazioni di voto e al voto finale (finale per questo giro: la legge dovrà poi passare alla Camera e poi ripetere l’iter, dato che si tratta di una modifica costituzionale). A parte qualche piccolo intoppo, il governo ha superato indenne il voto sulla grandissima parte degli emendamenti e degli articoli: per esempio è stato approvato l’inserimento nella Costituzione dell’istituto del referendum propositivo, è stata abbassato il numero di firme necessarie per presentare una proposta di legge di iniziativa popolare, è stato introdotto un tetto agli stipendi dei consiglieri regionali.

Tutto questo è stato votato e deciso – ancora – in un clima di grande nervosismo e agitazione, soprattutto da parte dell’opposizione: anche oggi è stata una giornata di cartelli, urla, insulti e iniziative di protesta più o meno ortodosse. Il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha espulso il senatore Stefano Lucidi (M5S) che si era imbavagliato; un altro senatore del M5S, Lello Ciampolillo, ha accusato un collega di avergli tirato una pallina di carta. A un certo punto i senatori del M5S hanno anche occupato i banchi del governo. Dopo l’ultimo voto della seduta i senatori favorevoli alla riforma si sono abbracciati facendosi le congratulazioni.