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  • Venerdì 1 agosto 2014

Chris Kyle raccontava balle?

È stato il cecchino più famoso dell'esercito americano e ha una storia pazzesca, ma secondo un tribunale le cose che raccontò su una sua rissa con un politico erano inventate

Chris Kyle in una foto del 6 aprile 2012 a Midlothian, Texas (AP Photo/The Fort Worth Star-Telegram, Paul Moseley)
Chris Kyle in una foto del 6 aprile 2012 a Midlothian, Texas (AP Photo/The Fort Worth Star-Telegram, Paul Moseley)

Martedì 29 luglio una giuria del Minnesota ha stabilito che 1,8 milioni di dollari del patrimonio di Chris Kyle – il cecchino più famoso della storia degli Stati Uniti, morto nel 2013 – dovranno essere versati a Jesse Ventura, ex governatore del Minnesota ed ex membro dei Navy SEAL, perché fu diffamato da Kyle. È una storia che va avanti da parecchio tempo e riguarda alcune delle storie raccontate da Kyle quando ottenne la sua massima popolarità, grazie anche alla pubblicazione di un’autobiografia molto venduta.

Chris Kyle viene ricordato come il cecchino più infallibile nella storia dell’esercito americano: era un membro del Team 3 dei Navy SEAL, il corpo speciale della marina militare americana, e in Iraq uccise 160 persone tra il 2003 e il 2009. La sua storia – che avevamo raccontato sul Post – è per molti versi pazzesca ed è diventata molto famosa negli Stati Uniti: dopo il congedo, tornato a casa, soffrì di disturbo post-traumatico da stress (PTSD), una patologia molto diffusa tra i veterani di guerra. Dopo essere guarito scrisse un’autobiografia molto venduta e dedicò molto tempo ad aiutare i reduci di guerra affetti da PTSD: il 2 febbraio 2013 uno di questi, di nome Eddie Routh, uccise Kyle e un suo amico, mentre erano a un poligono di tiro. Era la prima volta che Kyle incontrava Routh: lo aveva portato a sparare per conoscerlo meglio e per iniziare il percorso con cui avrebbe provato ad aiutarlo a guarire dal PTSD.

Kyle era considerato dagli americani un eroe di guerra: il suo funerale fu celebrato nello stadio della squadra di football dei Dallas Cowboys (Kyle si era trasferito in Texas poco dopo il congedo) e alla cerimonia era presente anche l’ex governatrice dell’Alaska Sarah Palin. Tuttavia ci sono alcuni aspetti della sua vita che molti reputano controversi: molte delle storie e degli aneddoti che ha raccontato nella sua autobiografia non sono stati confermati da altre parti, nonostante parecchi giornalisti che hanno scritto su di lui ci abbiano provato a lungo.

La controversia con Jesse Ventura, ex governatore del Minnesota, risale a un fatto del 2006 raccontato da Kyle nella sua autobiografia: in un passaggio Kyle racconta che nel 2006, mentre era in un bar con altri membri dei Navy SEAL, prese a pugni una celebrità – che nel libro chiama “Scruff Face” (faccia trasandata) – perché aveva criticato la guerra in Iraq e aveva detto che i Navy SEAL «meritavano di perdere qualche uomo». L’uomo, secondo Kyle, parlò male dell’allora presidente degli Stati Uniti George W. Bush e disse che i SEAL erano degli assassini.

Kyle scrive di averlo lasciato lì a terra: «Ho sentito dire che si presentò a una cerimonia [dei SEAL] con un occhio nero». Successivamente, in alcune interviste, Kyle ha identificato “Scruff Face” con Jesse Ventura, un personaggio abbastanza conosciuto negli Stati Uniti e che è stato un membro dei SEAL durante la guerra in Vietnam (anche se secondo alcuni no), un wrestler professionista e il governatore del Minnesota dal 1999 al 2003. In questa intervista trasmessa dalla rete televisiva FOX News Kyle dice anche di aver reagito così perché lui e i suoi compagni si trovavano nel bar per una veglia in ricordo di alcuni loro amici morti combattendo in Iraq.

Ventura ha sempre sostenuto che la storia fosse del tutto inventata, e dopo la decisione del tribunale ha detto di essere felice che la sua reputazione sia stata ripulita. Ha anche detto però: «i miei pensieri vanno a quello che mi è stato tolto. Non posso più andare alle rimpatriate dei SEAL nonostante in quel luogo mi sia sempre sentito al sicuro. E chi sarà il prossimo a prendermi a pugni? Dovrei passare il tempo a guardarmi le spalle». Michael J. Mooney, un giornalista che ha scritto un libro su Kyle, ha detto al Washington Post che dopo la sua incredibile carriera militare, Kyle sentiva l’enorme pressione di dover mantenere la sua immagine.

Nella sua autobiografia racconta ad esempio di una volta in cui due ladri provarono a rubargli il pick-up in una stazione di servizio in Texas: lui fece finta di estrarre le chiavi dal cruscotto per consegnargliele e li uccise con una pistola. Ma molti giornalisti, tra i quali Nicholas Schmidle del New Yorker – che su Kyle scrisse un lungo e apprezzato articolo – dicono di non essere riusciti a confermare la storia. Schmidle racconta di aver parlato con tutti gli sceriffi della zona, con i gestori di tutte le pompe di benzina, con ogni singolo membro della polizia e anche con i ranger, ma di non aver trovato nessuna prova a sostegno del racconto di Kyle.

Schmidle racconta anche di un’altra storia – ancora più incredibile – che Kyle raccontò ad altri SEAL una volta in cui era un po’ ubriaco: con un altro membro delle forze speciali era andato a New Orleans nel periodo dopo l’uragano Katrina, nel 2005, quando la città era nel caos e c’erano frequenti crimini e saccheggi. Era salito in cima al Superdome, lo stadio di football dei New Orleans Saints, e aveva cominciato a sparare a decine di cittadini armati: uno dei presenti quella sera ha detto a Schmidle che Kyle sosteneva di averne uccisi 30, un altro ha detto invece che Kyle e il suo amico ne uccisero 30 in tutto. Dopo l’uragano in effetti circolarono molte voci di cecchini che avrebbero sparato ai criminali, ma furono smentite. Schmidle ha parlato con il Commando delle Operazioni Speciali degli Stati Uniti, senza ottenere conferme. Un superiore di Kyle gli ha detto di non aver mai sentito questa storia.

Nella sua autobiografia, Kyle racconta che molte persone gli chiedono quanti nemici ha ucciso, e dice che la sua risposta standard è: «La risposta fa di me di meno o di più di un uomo? Il numero non è importante per me. Vorrei solo averne uccisi di più. La Marina dice che come cecchino ho ucciso più uomini io che qualsiasi altro membro dell’esercito Americano, passato o presente. Credo sia vero».

Clint Eastwood, famoso attore e regista americano, sta lavorando a un film tratto dall’autobiografia di Kyle: si chiamerà “American Sniper”, uscirà nel 2015 e l’attore Bradley Cooper interpreterà il ruolo di Kyle.