Dopo un incidente è meglio evitare quella compagnia aerea?

Dipende dalle compagnie: lo statistico Nate Silver ha fatto dei calcoli estesi su incidenti e linee aeree

In seguito all’abbattimento del volo MH17 di Malaysia Airlines mentre stava sorvolando l’Ucraina dell’est probabilmente a causa del lancio di un missile, si è tornato a parlare di sicurezza dei viaggi in aereo: in particolare perché un altro volo della compagnia aerea malese, MH370, era scomparso lo scorso marzo senza essere più trovato. Come avviene spesso dopo incidenti di questo tipo, molte persone si domandano se sia il caso di non volare più con la compagnia aerea che ha avuto un incidente in cui sono morte centinaia di persone. Nate Silver, famoso esperto di statistica statunitense e che da qualche tempo ha costruito il suo sito di informazione FiveThirtyEight, si è chiesto se la scelta di non volare più con una compagnia aerea incidentata sia razionale, giustificabile dai dati, e non solo una reazione irrazionale condizionata dalla paura.

Per studiare il fenomeno, Silver ha usato le informazioni raccolte da Aviation Safety Network, un servizio della Flight Safety Foundation che mette insieme i dati sui voli di linea in giro per il mondo. Il periodo di riferimento scelto per lo studio è stato quello degli ultimi 30 anni, suddiviso in due parti: una tra il 1985 e il 1999, l’altra tra il 2000 e il 2014. La divisione è servita per trovare possibili correlazioni tra l’andamento degli incidenti in una parte con l’altra: “se si identifica un legame, significa che il rischio di incidenti persiste, e che è prevedibile entro una certa misura in base alla linea aerea” scrive Silver.

Naturalmente gli incidenti aerei accaduti negli ultimi 30 anni sono molto diversi tra loro e hanno le cause più disparate, quindi è stato necessario fare qualche semplificazione. Sono stati compresi tutti gli incidenti aerei a prescindere dalla loro causa: in alcuni casi come in quello del volo MH17 è chiaro che a fare precipitare l’aereo è stata una causa esterna, ma in molti altri incidenti è difficile se non impossibile determinare che cosa abbia fatto cadere un aeroplano. Il tasso di incidenti è stato calcolato sulla base dei “posti disponibili per chilometro compiuto” (PDC) al 2012, cioè “il numero di posti moltiplicato per il numero di chilometri volati da una determinata compagnia aerea”. Naturalmente il PDC è cambiato dal 1985 a oggi, ma il dato è stato assunto come costante per non complicare i calcoli con altre variabili.

Infine, Silver ha diviso gli incidenti secondo tre criteri:
– il tasso di incidenti elencati nel database, sia mortali sia non mortali;
– il tasso di incidenti mortali;
– il tasso di morti tra i passeggeri e l’equipaggio per singola compagnia aerea.

L’elenco è stato basato sulle 56 compagnie aeree presenti nella lista delle 100 più gradi società che gestiscono voli passeggeri, attive senza interruzioni dal 1985 a oggi. Da una prima analisi è risultato che il numero di incidenti nel primo periodo non ha molte correlazioni con quello del secondo periodo. La compagnia aerea colombiana Avianca, per esempio, ha avuto una serie di gravi incidenti aerei negli anni Ottanta, ma da allora non ha praticamente avuto seri problemi, e nessun incidente di alcun tipo dal 1999. Kenya Airways non ha avuto incidenti particolari fino al 2000, ma da allora ne ha avuti un paio consistenti ed è diventata la peggior compagnia aerea nella classifica calcolata sulla base del rapporto tra incidenti e PDC.

Nel complesso, gli incidenti che causano un alto numero di morti sono rari, se confrontati con gli altri incidenti aerei in cui muoiono solo poche persone. Gli incidenti mortali rappresentano inoltre solo il 25 per cento di tutti gli incidenti nella serie di dati di riferimento.

Secondo Nate Silver le informazioni su una compagnia aerea “ti dicono qualcosa sulla probabilità di incidenti futuri, anche se non molto perché dipende da come si guardano i dati”. Il consiglio è di guardare nel complesso al tasso di incidenti di qualsiasi tipo che hanno interessato una compagnia aerea, e non solo al numero di morti o di incidenti mortali avvenuti con i suoi aeroplani. I dati sugli incidenti in generale indicano qualche andamento costante tra i due periodi di riferimento, e possono essere quindi un valido metro di giudizio, con tutte le eccezioni del caso.

Una seconda scelta suggerita è quella di evitare le compagnie aeree dei paesi in via di sviluppo per ridurre il rischio di essere coinvolti in un incidente aereo. Per arrivare a questa conclusione, Silver ha calcolato un punteggio di sicurezza unico per ogni compagnia aerea calcolato sulla base di questo procedimento:

– sottrarre il tasso di incidenti di una compagnia aerea dal tasso medio di tutte le compagnie dal 1985 a oggi;
– moltiplicare il risultato per la radice quadrata del numero di posti disponibili per chilometro compiuto;
– effettuare una standardizzazione statistica di ogni punteggio.

Sulla base di questi calcoli, Silver ha realizzato una tabella che mette per ordine le compagnie aeree in base al punteggio ottenuto. La tre migliori in questa lista sono Southwest Airlines, Cathay Pacific e Lufthansa. Le tre peggiori sono Pakistan International, Ethiopian Airlines e Aeroflot. Salvo qualche eccezione, nella maggior parte dei casi le compagnie aeree che se la cavano meglio sono quelle dei paesi in cui c’è un più alto prodotto interno lordo pro capite. In queste nazioni i controlli di sicurezza sono di solito più scrupolosi e ci sono normative più severe per quanto riguarda l’aviazione civile, cosa che probabilmente contribuisce a fare raggiungere punteggi più alti alle loro compagnie aeree.

Alitalia, la principale compagnia aerea italiana, è nella seconda metà della classifica con un punteggio di poco negativo. A tirare giù il suo punteggio c’è stata la serie di incidenti mortali tra metà anni Ottanta e il 1999, mentre tra il 2000 e il 2014 le cose sono migliorate sensibilmente. Secondo i dati di Aviation Safety Network gli incidenti mortali di Alitalia hanno causato la morte di almeno 475 persone dal 1951 a oggi. Nel periodo di riferimento usato da Silver ci sono stati 50 morti. L’incidente più grave per Alitalia resta quello del volo AZ112 nel 1972 che in fase di atterraggio verso l’aeroporto di Palermo si schiantò contro la montagna Longa, causando la morte di 115 persone.

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