• Mondo
  • Martedì 15 luglio 2014

Sono ripresi i bombardamenti a Gaza

La proposta di tregua è durata sei ore: dopo sono ricominciati gli attacchi; intanto è morto un civile israeliano e Netanyahu ha sollevato dall'incarico il viceministro della difesa

Un ragazzo davanti alle macerie di un edificio a Gaza, distrutto dai bombardamenti israeliani di martedì 15 luglio 2014. (THOMAS COEX/AFP/Getty Images)
Un ragazzo davanti alle macerie di un edificio a Gaza, distrutto dai bombardamenti israeliani di martedì 15 luglio 2014. (THOMAS COEX/AFP/Getty Images)

La giornata di martedì 15 luglio è stata caratterizzata da una ripresa piuttosto violenta dei bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza nel primo pomeriggio, dopo un’interruzione durata circa sei ore: stamattina Israele aveva annunciato di accettare la proposta di tregua avanzata dal governo dell’Egitto nel tardo pomeriggio di lunedì, e aveva chiesto ad Hamas di interrompere il lancio di razzi e le altre attività militari. Un’ala di Hamas, tramite alcuni esponenti, ha fatto sapere di non esser stata consultata dall’Egitto, e diversi razzi sono stati sparati verso Israele anche durante la proposta di tregua. L’Egitto ha detto invece di aver sentito tutte le parti in causa.

Più volte, nel corso della sospensione dei bombardamenti, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva annunciato che se Hamas non avesse sospeso le ostilità, l’esercito di Israele avrebbe intensificato gli attacchi. Dalle 14 in poi, ora italiana, ci sono stati attacchi molto frequenti da una parte e dall’altra: l’Autorità palestinese ha riferito che ci sono stati almeno trenta attacchi aerei nella prima ora subito dopo la ripresa dei bombardamenti israeliani; le forze di difesa israeliane (IDF) hanno riferito che dalle 9 di stamattina – e cioè dalla sospensione provvisoria dei bombardamenti – 76 razzi sono stati sparati verso Israele. Nel tardo pomeriggio anche Tel Aviv è stata attaccata da razzi di Hamas a lunga gittata, in gran parte intercettati e neutralizzati da “Iron Dome”: un civile israeliano di 38 anni è morto vicino al valico di Erez, sul confine tra la Striscia di Gaza e Israele, scrivono BBC e AFP, ucciso da un colpo di mortaio. È il primo israeliano morto dall’inizio dei bombardamenti.

Netanyahu ha detto che sarebbe stato preferibile risolvere la crisi diplomaticamente, ma Hamas non lascia altra scelta a Israele se non quella di intensificare le operazioni militari, finché non verrà ripristinata la tranquillità. Netanyahu ha anche detto che «Hamas pagherà il prezzo della sua decisione di continuare la sua campagna». In serata, il premier ha poi sollevato dall’incarico il viceministro della difesa Danny Danon (Likud) dopo che aveva criticato il sostegno israeliano all’iniziativa egiziana per un cessate il fuoco e aveva portato avanti una linea più aggressiva. Netanyahu ha definito «irresponsabile» il comportamento di Danon e ha sostenuto che è stato sfruttato da Hamas: «Mi sarei atteso che si dimettesse. Non lo ha fatto e allora l’ho sollevato dall’incarico».

Il segretario di stato americano John Kerry, a Vienna per alcuni colloqui sul nucleare, ha duramente condannato il rifiuto della tregua da parte di Hamas e sostenuto il diritto di Israele a difendersi. Intanto il ministero della Salute di Gaza ha fatto sapere che il numero dei morti dall’inizio delle operazioni è salito a 194 (tra loro ci sono 39 bambini e 24 donne), e l’ONU dice che circa 17 mila persone sono state accolte nei rifugi allestiti nelle zone urbane della Striscia.

Di seguito, tutti gli aggiornamenti della giornata.

Foto: le macerie di un edificio a Gaza, distrutto dai bombardamenti israeliani di martedì. (THOMAS COEX/AFP/Getty Images)