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  • Lunedì 14 luglio 2014

La giornata a Gaza

Migliaia di palestinesi hanno lasciato la zona più a nord della Striscia; Israele ha abbattuto un drone; un palestinese è rimasto ucciso in scontri a Hebron

Mezzi militari israeliani al confine con la striscia di Gaza. (JACK GUEZ/AFP/Getty Images)
Mezzi militari israeliani al confine con la striscia di Gaza. (JACK GUEZ/AFP/Getty Images)

Lunedì 14 luglio è stato un altro giorno di tensioni e attacchi reciproci, il settimo consecutivo, tra Israele e Hamas: sulla Striscia di Gaza e anche a Hebron, in Cisgiordania, dove un ragazzo palestinese è rimasto ucciso in seguito a scontri avvenuti nella notte con alcune truppe dell’esercito israeliano.

L’esercito israeliano si trovava in Cisgiordania per l’arresto di 23 persone in relazione al rapimento e all’omicidio di tre ragazzi israeliani avvenuto il 12 giugno scorso, proprio nei pressi di Hebron, episodio che – insieme all’uccisione di un ragazzo palestinese, compiuta forse per ritorsione da un gruppo di ebrei estremisti – ha di fatto causato l’inizio della nuova fase del conflitto. Lunedì il portavoce del ministro della Salute di Gaza, Ashraf al-Qudra, ha detto che il numero dei palestinesi uccisi dall’inizio dell’operazione di Israele sulla Striscia di Gaza è salito a 174.

Nella giornata di lunedì Israele ha anche annunciato di avere abbattuto un drone nemico che stava sorvolando la sua costa meridionale, e che è la prima volta che si trova a che fare con un’arma del genere, il cui utilizzo è stato più tardi confermato e rivendicato da Hamas in un comunicato ufficiale (alcuni media hanno tuttavia ridimensionato la pericolosità del velivolo abbattuto dalla contraerea israeliana). È stato anche riferito del lancio di alcuni razzi dai territori del Libano e della Siria verso la Galilea occidentale, cui Israele ha risposto con il fuoco dell’artiglieria.

Nella tarda serata di domenica, secondo quanto riportato da molti siti di news, migliaia di palestinesi – circa 17mila, secondo l’ONU – avevano intanto abbandonato alcuni quartieri nel nord della Striscia di Gaza cercando ospitalità in alcuni rifugi allestiti dall’ONU, dopo che l’aviazione israeliana aveva avvertito la popolazione – tramite volantini lasciati cadere dagli aerei e telefonate – riguardo a un imminente e massiccio attacco aereo nell’area di Beit Lahia. Un ufficiale israeliano ha aggiunto che, nonostante gli avvertimenti alla popolazione, Hamas avrebbe ordinato ai residenti di non abbandonare la zona, in modo da disincentivare altri attacchi da parte di Israele.