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  • Lunedì 7 luglio 2014

Tre israeliani hanno confessato l’omicidio del ragazzo palestinese

La polizia li aveva arrestati domenica insieme ad altri tre persone, sospettati di aver ucciso il sedicenne Mohammed Abu Khdeir

An Israeli prison service vehicle leaves the court house in Petah Tikva, Israel, Sunday, July 6, 2014. Israeli authorities on Sunday announced the arrests of several Jewish suspects in the death of Muhammed Abu Khdeir, 16, a Palestinian teenager who was abducted and killed last week, marking a major breakthrough in a case that has sparked violent protests in Arab areas of Jerusalem and northern Israel. In a joint statement, Israeli police and the Shin Bet security agency said the suspects were arrested early Sunday. They remained in custody and were being interrogated by the Shin Bet. (AP Photo/Ariel Schalit)
An Israeli prison service vehicle leaves the court house in Petah Tikva, Israel, Sunday, July 6, 2014. Israeli authorities on Sunday announced the arrests of several Jewish suspects in the death of Muhammed Abu Khdeir, 16, a Palestinian teenager who was abducted and killed last week, marking a major breakthrough in a case that has sparked violent protests in Arab areas of Jerusalem and northern Israel. In a joint statement, Israeli police and the Shin Bet security agency said the suspects were arrested early Sunday. They remained in custody and were being interrogated by the Shin Bet. (AP Photo/Ariel Schalit)

Tre delle sei persone arrestate dalla polizia israeliana domenica 6 luglio hanno confessato di aver partecipato all’omicidio del sedicenne palestinese Mohammed Abu Khdeir. Il ragazzo era stato rapito a Gerusalemme Est mercoledì scorso e poi ritrovato morto. L’uccisione di Abu Khedair è stata considerata da molti una rappresaglia per il rapimento e l’omicidio di tre ragazzi israeliani avvenuto il 12 giugno scorso nei pressi di Hebron, in Cisgiordania. La polizia sta indagando anche il presunto coinvolgimento di queste sei persone anche nel tentato rapimento di un bambino palestinese di nove anni, Mussa Zalum, avvenuto poche ore prima del rapimento di Abu Khdeir.

Riferendosi all’omicidio del ragazzo palestinese, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva parlato di “assassinio spregevole”, ricordando che “Israele è uno stato di diritto e tutti sono obbligati a comportarsi nel rispetto della legge”. Secondo Mohammed al-A’wewy, il procuratore generale dell’Autorità Nazionale Palestinese, il ragazzo sarebbe stato “bruciato vivo” e aveva ustioni sul 90 per cento del corpo. Agence France Presse, citando una fonte anonima israeliana, ha scritto che gli arrestati fanno parte di un gruppo di estremisti religiosi ebrei.

Intanto, nella notte tra domenica 6 e lunedì 7 luglio, l’esercito di Israele ha effettuato diversi attacchi aerei nella Striscia di Gaza in risposta al lancio di almeno 20 razzi da parte palestinese nei suoi territori. Secondo Hamas almeno nove suoi militanti sarebbero stati uccisi negli attacchi: sei in un bombardamento nei pressi di Rafah, quasi al confine con l’Egitto, e tre in altrettante operazioni aeree in altre aree della Striscia di Gaza. Le autorità locali hanno confermato solamente la morte di due persone a Rafah, segnalando comunque che ci potrebbero essere alcuni dispersi, rimasti sotto le macerie degli edifici distrutti dal bombardamento.