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  • Giovedì 3 luglio 2014

Le foto delle alluvioni in Paraguay

Da giorni le cose vanno malissimo, soprattutto intorno ai fiumi e alla capitale: non pioveva così da decenni, 300 mila persone hanno lasciato le loro case

Asunción, 27 giugno 2014.
(NORBERTO DUARTE/AFP/Getty Images)
Asunción, 27 giugno 2014. (NORBERTO DUARTE/AFP/Getty Images)

In Paraguay circa 300 mila persone hanno dovuto lasciare le loro case a causa delle piogge torrenziali e delle alluvioni dell’ultimo mese. Le zone più colpite si trovano lungo i fiumi Paraguay e Paranà: molti villaggi rurali e interi quartieri della capitale Asunción si trovano sott’acqua. Asunción è la città più danneggiata: si parla delle peggiori inondazioni della sua storia, con 75 mila rifugiati su 500 mila abitanti, soprattutto le persone più povere che si erano insediate lungo la riva del fiume e che ora si sono riparate in rifugi improvvisati, fatti con plastica e lamiera. Il governo ha detto di aver già speso l’equivalente di due milioni di euro per assisterle, anche se è stato criticato per la lentezza e l’inefficienza degli aiuti.

Felipe Del Cid, che si occupa di gestione dei disastri alla Croce Rossa Internazionale, ha spiegato che in Paraguay le inondazioni sono frequenti ma che queste sono durate più a lungo e che i livelli d’acqua si sono alzati più del normale, causando disagi a migliaia di persone «che non vedevano qualcosa del genere dal 1983». Il meteorologo paraguaiano Alejandro Max Pastene ha detto che solitamente luglio e agosto sono mesi secchi e che quando arriverà la stagione delle piogge – da ottobre a marzo – «il livello del fiume non avrà fatto in tempo ad abbassarsi». Il livello critico di inondazione del fiume Paraguay è infatti di 5,5 metri, mentre ora si trova a 7,19 metri. Inoltre, ha detto Pastene «in un solo giorno, il 27 giugno, ha piovuto l’equivalente di un mese»·

Dopo giorni di pioggia ininterrotta, lunedì ad Asunción è arrivato il sole. Secondo i meteorologi il livello del fiume scenderà nei prossimi giorni ma tornerà a salire alla fine dell’anno durante la stagione delle piogge: per questo gli sfollati non potranno tornare a casa fino al 2015.