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  • Giovedì 26 giugno 2014

12 anni di Andrea Pirlo in Nazionale

Storie, video e foto su un calciatore meraviglioso e raro, che forse – forse – non rivedremo più con la maglia dell'Italia

12 giugno 2006, ai Mondiali di Germania contro il Ghana. (MICHAEL URBAN/AFP/Getty Images)
12 giugno 2006, ai Mondiali di Germania contro il Ghana. (MICHAEL URBAN/AFP/Getty Images)

Molti appassionati di calcio si chiedono in queste ore se Andrea Pirlo, 35 anni, uno dei giocatori italiani più forti e ammirati degli ultimi decenni, abbia giocato contro l’Uruguay la sua ultima partita con la Nazionale italiana. Pochi giorni prima – ma l’ha ripetuto anche dopo l’eliminazione – Pirlo aveva detto: «penso di finire [con la Nazionale] dopo il Mondiale, anche perché ho una certa età e c’è bisogno di dare spazio anche ad altri. Sarebbe inutile continuare. E poi, in caso di bisogno, non ci sarebbe nessun problema. Anche perché se vengo in Nazionale e non gioco m’incazzo: quindi meglio restare a casa».

Secondo diversi racconti, dopo la partita con l’Uruguay, Pirlo ha però tenuto una specie di “discorso d’addio” ai propri compagni. Oggi però, tornato in Italia, Pirlo si è detto di nuovo disponibile a continuare a giocare: di fatto ha lasciato la scelta al prossimo allenatore, permettendogli eventualmente di escluderlo senza creare un caso. Insomma, non è ancora chiaro se continuerà o meno a giocare in Nazionale: quel che è certo è che Andrea Pirlo, a 35 anni, si trova nella delicata posizione di uno che è al contempo uno dei più forti ma anche uno dei più anziani calciatori della Nazionale italiana. Pirlo è attualmente il quarto giocatore con più presenze in assoluto in Nazionale, 112: davanti a lui ci sono Paolo Maldini, Fabio Cannavaro e Gianluigi Buffon. Ha anche segnato 13 gol e prodotto un numero imprecisato di assist e giocate geniali.

Dall’inizio
Il primo allenatore allenatore a convocarlo in Nazionale fu Giovanni Trapattoni, nel 2002. Appena quattro mesi prima Pirlo aveva giocato da capitano la sua ultima partita con la Nazionale Under 21, perdendo 3-2 la semifinale degli Europei, al golden gol, contro la Repubblica Ceca (Pirlo segnò anche un gol). Tuttora Pirlo è il giocatore con maggior presenze nell’Under 21: in quattro anni – fra il 1998 e il 2002 – giocò 46 partite e segnò 16 gol.


Pirlo a 20 anni contro la Francia Under 21, in una partita disputata il 21 novembre 1999. All’inizio si possono vedere altri giocatori che componevano quella squadra: Gianluca Zambrotta, Massimo Ambrosini, Gennaro Gattuso, Christian Abbiati. L’Italia vince 2-1 in rimonta, Pirlo segna un gol pazzesco su punizione, al minuto 6:15 del video.

Fin dall’inizio della sua carriera Pirlo era considerato una specie di fenomeno, con una visione del gioco e una tecnica molto rare. Nei primi anni da professionista, e anche nell’Under 21, Pirlo giocava da trequartista, subito dietro gli attaccanti. Nella Nazionale Under 21 e nel Brescia, la squadra in cui crebbe, giocò e segnò molto (a 18 anni, in Serie A, disputò un’intera stagione da titolare segnando anche 4 gol), poi fra il 1998 e il 2001 passò due stagioni piuttosto complicate all’Inter – che lo aveva comprato nell’estate del 1998 – in mezzo a due prestiti alla Reggina e al Brescia. Giocava poco e segnava ancor meno: non esplodeva, insomma. Ebbe anche sfortuna: erano anni in cui l’Inter arrivava dietro tutte le altre grandi squadre e cambiava quattro allenatori in un anno (successe nel 1999: Pirlo raccontò che «mi svegliavo alla mattina e non mi ricordavo chi ci allenasse»). Nel 2001 fu coinvolto in uno scambio che tutti i tifosi milanisti ricordano ancora a memoria: Pirlo fu acquistato dal Milan per 35 miliardi di lire (una cifra “normale” per un buon giocatore, all’epoca) più il difensore croato 30enne Dražen Brnčić, che però non all’Inter non giocò mai.

Il resto della storia lo ricordano praticamente tutti gli appassionati di calcio degli ultimi anni. Carlo Ancelotti, l’allora allenatore del Milan, lo fece giocare da centrocampista centrale basso per mancanza di alternative nel ruolo. Pirlo diventò nel giro di pochi mesi un centrocampista meraviglioso e unico, secondo molti uno dei migliori playmaker di tutta la storia del calcio, ricoprendo poi lo stesso ruolo anche in Nazionale: il modo in cui ancora oggi imposta il gioco della squadra e rende pericolosa un’azione d’attacco in una frazione di secondo – con un lancio, un passaggio filtrante o una finta – lo rendono un giocatore raro e spettacolare a vedersi, e gli hanno guadagnato soprannomi come “L’Architetto” o “Mozart”.

Il primo gol nella Nazionale maggiore Pirlo lo segnò il 30 maggio 2004, in una partita amichevole di preparazione agli Europei di quell’anno contro la Tunisia: ancora su punizione, una di quelle che il portiere avversario non prova nemmeno a prendere.

Dal minuto 1:52. Dopo il gol, Trapattoni ride imbarazzato

Pirlo giocò anche due partite di quell’Europeo (quello del famoso “biscotto” fra Danimarca e Svezia) fra cui l’ultima – e inutile – vittoria contro la Bulgaria per 2-1: quella in cui Cassano segna, esulta, poi guarda le facce della sua panchina e si mette a piangere. Nel ciclo successivo, quello dei Mondiali 2006 con Marcello Lippi in panchina, Pirlo – ormai insostituibile – giocò la maggior parte delle partite. Ai Mondiali del 2006 giocò sempre e segnò il primo gol dell’Italia al torneo, contro il Ghana: un gran tiro da fuori, strano, quasi di piatto eppure potentissimo e praticamente imparabile. Per molti, però, il Mondiale di Pirlo sta tutto nell’assist geniale che fece per Fabio Grosso, trovato da solo in mezzo dell’area al 119esimo minuto della semifinale contro la Germania.

Quattro anni dopo, ai Mondiali del 2010, Pirlo giocò meno di quaranta minuti contro la Slovacchia, nell’ultima partita, perché infortunato. Furono i migliori quaranta minuti dell’Italia in tutto il torneo, ma la squadra fu eliminata lo stesso. Agli Europei del 2012, a 33 anni, con Prandelli allenatore, Pirlo giocò di nuovo tutte le partite, ancora al centro del gioco. Segnò un altro gran gol su punizione, nella seconda partita del girone contro la Croazia.

Due anni dopo, nelle partite giocate ai Mondiali brasiliani ancora in corso, Pirlo è sembrato un po’ più macchinoso del solito – va detto che gli avversari lo marcano sempre strettissimo, e spesso duramente – e sempre più restio a cedere la palla (la capacità di tenerla e aspettare il momento giusto per passarla è sempre stata una delle sue migliori qualità). Scaricato frettolosamente dal Milan, Pirlo gioca da tre anni alla Juventus in una posizione a lui congeniale – protetto da altri due centrocampisti, in pratica – con eccellenti risultati personali e di squadra e una nuova popolarità internazionale. Ha appena rinnovato il proprio contratto con la Juventus, giocherà almeno fino a quando avrà 37 anni.