Continua lo scandalo intercettazioni in Polonia

Una rivista ha pubblicato nuove comunicazioni registrate: coinvolgono stavolta il ministro degli Esteri, che dice cose imbarazzanti di Russia e Stati Uniti

Polish Foreign Affairs minister Radoslaw Sikorski talks to the press prior a Foreign Affairs Council on April 14,2014 at the EU Headquarters at the Kirchberg Conference Centre in Luxembourg. AFP PHOTO GEORGES GOBET (Photo credit should read GEORGES GOBET/AFP/Getty Images)
Polish Foreign Affairs minister Radoslaw Sikorski talks to the press prior a Foreign Affairs Council on April 14,2014 at the EU Headquarters at the Kirchberg Conference Centre in Luxembourg. AFP PHOTO GEORGES GOBET (Photo credit should read GEORGES GOBET/AFP/Getty Images)

Il magazine polacco Wprost, sull’edizione in edicola da lunedì 23 giugno, ha pubblicato la trascrizione completa delle registrazioni che vedono coinvolti alcuni importanti politici al governo del paese – guidato dal primo ministro Donald Tusk – e contro il quale ci sono state negli ultimi giorni molte polemiche e critiche. Le nuove trascrizioni riguardano in particolare Radosław Sikorski, ministro degli Esteri dal novembre 2007 ed esponente di Piattaforma Civica, partito di orientamento liberale e conservatore di cui Donald Tusk è presidente.

Le trascrizioni complete sono state pubblicate dopo quelle parziali della scorsa settimana, che riportavano una conversazione risalente allo scorso luglio avvenuta in un ristorante di Varsavia tra il capo della Banca centrale polacca, Marek Belka, e il ministro degli Interni, Bartlomiej Sienkiewicz. In questa registrazione Belka diceva a Sienkiewicz che la Banca centrale era disposta ad aiutare il governo polacco a venire fuori da una precaria situazione finanziaria, ma solo a condizione che il ministro delle Finanze, Jacek Rostowki, venisse allontanato dal suo incarico. Rostowki venne in effetti sostituito quattro mesi più tardi in un più ampio rimpasto di governo. Donald Tusk si è rifiutato finora di chiedere le dimissioni del suo ministro dell’Interno.

La seconda e ultima registrazione riguarda invece una conversazione tra l’allora ministro delle Finanze Jacek Rostowki e il ministro degli Affari Esteri Radosław Sikorski. Gli argomenti principali del colloquio riguardano il rapporto con gli Stati Uniti e la Russia: «L’alleanza tra Polonia e Stati Uniti? Non vale nulla, anzi è pericolosa perché crea un falso senso di sicurezza», dice Sikorski. E ancora: «Per di più ci inimichiamo tedeschi e russi, e pensiamo che vada tutto bene perché abbiamo fatto il lavoretto agli Stati Uniti. Siamo dei perdenti». Poi il ministro degli Affari Esteri si rammarica del fatto che i polacchi hanno un «un senso di orgoglio e di autostima così basso», che sarebbe un segno della loro «negritudine».

Laureato a Oxford, ex dissidente antisovietico e sposato con la giornalista americana Anne Applebaum (vincitrice del premio Pulitzer nel 2004), il nome di Sikorski è stato più volte fatto per sostituire Anders Fogh Rasmussen alla segreteria generale della NATO o Catherine Ashton nel ruolo di Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell’Unione europea. Le sue recenti dichiarazioni, però, hanno «l’effetto di una bomba atomica» e rischiano, spiega l’analista politico Eryk Mistewicz, di distruggere la carriera di Sikorski in un solo colpo.

Dopo la pubblicazione della prima parte delle trascrizioni, il primo ministro Donald Tusk aveva parlato di «tentativo di rovesciare il governo con mezzi illegali». Dopo la pubblicazione completa è intervenuto anche il presidente della Polonia, Bronislaw Komorowski, per spiegare che «gli Stati Uniti restano per il loro paese un alleato estremamente importante». Lo stesso Sikorski ha denunciato «l’attacco lanciato al governo da un gruppo criminale: non sappiamo ancora chi sia dietro tutto questo ma la giustizia troverà i mandanti». Circolano molto, sui principali giornali polacchi, le ipotesi di complotto: si parla dei servizi segreti russi, del coinvolgimento di una «rete di camerieri» pronti a rivendere le intercettazioni, di una vendetta messa in atto da alcuni uomini d’affari.

E si accusa, più in generale, lo stesso magazine che ha pubblicato le intercettazioni in un momento piuttosto complicato per la Polonia in politica estera (confina con l’Ucraina, tanto per cominciare). Wprost ha riportato di aver ricevuto ciascuna registrazione via Internet, ma ha negato categoricamente di aver intercettato i politici: «Non abbiamo né ispirato né ordinato queste registrazioni. La nostra fonte è nota solo a due persone all’interno della redazione: un giornalista e il direttore. Tutto quello che possiamo dire è che si tratta di un uomo d’affari». Sul perché questa “fonte” abbia scelto proprio Wprost piuttosto che altri giornali, un redattore del magazine stesso ha detto: «Perché sapeva che noi avremmo avuto il coraggio di pubblicare queste registrazioni». E ha spiegato che la loro decisione è stata presa per il «pubblico interesse». Una giornalista di Newsweek Polska dice che in realtà si tratta di un’operazione che ha come obiettivo principale screditare il governo polacco (l’opposizione guidata da Jaroslaw Kaczynski ha chiesto le dimissioni di Tusk, che riferirà oggi in Parlamento). Altri, su Gazeta Wyborcza, hanno anche commentato: «Sappiamo chi si sta fregando le mani, in questo momento: Vladimir Putin». Wprost che di solito ha una tiratura di 50 mila copie, per l’edizione del 23 giugno ne ha stampate 300 mila.

Foto: il ministro Radoslaw Sikorski
(GEORGES GOBET/AFP/Getty Images)