La campagna di Amnesty International contro la tortura

Con Iggy Pop, il Dalai Lama e Karl Lagerfeld, che – sotto tortura – dicono cose improbabilissime

La divisione belga di Amnesty International, una delle organizzazioni internazionali di difesa dei diritti umani più famosa al mondo, ha diffuso una serie di manifesti per una campagna contro la tortura, un tema di cui si occupa da diversi anni e con maggiore attenzione da alcuni mesi. Sui poster della campagna compaiono alcune foto in primo piano di personaggi molto famosi, ritoccate in modo da farli apparire feriti e tumescenti, come se avessero subito delle torture: i protagonisti della campagna sono il cantante statunitense Iggy Pop, il Dalai Lama e lo stilista tedesco Karl Lagerfeld, e ciascuna foto è accompagnata da un virgolettato altamente improbabile del soggetto della foto.

Nella parte bassa di ciascun poster, sotto la frase improbabile pronunciata dal protagonista, compare lo slogan della campagna: “Torturate un uomo e vi dirà qualsiasi cosa: oltre che inumana, la tortura è inutile”.

Secondo una ricerca di Amnesty International, svolta nei 142 paesi che nel 1984 adottarono la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, la tortura viene ancora praticata in 79 dei paesi aderenti. «Il suo uso sta aumentando in molte parti del mondo poiché sempre più governi tendono a giustificarla in nome della sicurezza nazionale, erodendo così i progressi fatti negli ultimi 30 anni», ha detto il mese scorso il presidente di Amnesty International Italia.