Come è finita con l’aeroporto di Pisa

La società Corporacion America ne ha ottenuto la maggioranza, col favore della Regione Toscana e contro il volere del Comune di Pisa

The plane transporting the French national football team to Brazil gets ready to take off at the Lille's aiport in Lesquin, northern France, ahead of the 2014 World Cup, on June 9, 2014. 
AFP PHOTO / DENIS CHARLET (Photo credit should read DENIS CHARLET/AFP/Getty Images)
The plane transporting the French national football team to Brazil gets ready to take off at the Lille's aiport in Lesquin, northern France, ahead of the 2014 World Cup, on June 9, 2014. AFP PHOTO / DENIS CHARLET (Photo credit should read DENIS CHARLET/AFP/Getty Images)

Corporacion America, il gruppo sudamericano che stava cercando di acquistare la maggioranza degli aeroporti di Pisa e Firenze contro il volere del Comune di Pisa, ha comunicato di aver raggiunto il 51 per cento delle quote di SAT, la società che gestisce l’aeroporto di Pisa. Ad aderire all’Offerta Pubblica di Acquisto di Corporacion America sono stati diversi piccoli azionisti e la Regione Toscana, che ha venduto l’11,9 per cento delle azioni della società, scelta che era al centro di un contenzioso col Comune di Pisa.

Nel marzo scorso, Corporacion America – società molto attiva sul fronte aeroporti e compagnie aeree di proprietà del controverso imprenditore argentino Eduardo Eurnekian – aveva lanciato un’OPA sulle società che gestiscono gli aeroporti di Firenze e Pisa, Adf e SAT, delle quali era già un importante socio di minoranza. Se l’OPA sull’aeroporto di Firenze, di proprietà privata, era stata relativamente semplice, quella sull’aeroporto di Pisa aveva creato intense tensioni e confronti: la maggioranza di SAT, allora, era detenuta da un patto di sindacato stipulato da un gruppo di azionisti pubblici – tra cui il Comune di Pisa e la Regione Toscana – che si erano opposti all’OPA ed erano determinati almeno in un primo momento a mantenere il controllo pubblico sull’aeroporto.

La situazione tuttavia era cambiata quando Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, aveva deciso di aderire all’OPA e vendere a Corporacion America una parte delle azioni della Regione. La decisione era stata motivata da Rossi con la volontà di favorire una migliore integrazione tra i due aeroporti, vicini e concorrenti, di Pisa e Firenze: il piano industriale di Corporacion America prevede infatti la gestione integrata dei due scali – condizione peraltro indicata anche nel piano aeroporti del Governo.

Contro la decisione di Rossi, il Comune di Pisa aveva fatto ricorso al tribunale di Firenze, chiedendo il sequestro delle azioni della Regione Toscana: secondo Marco Filippeschi, sindaco di Pisa e presidente del patto di sindacato dei soci pubblici di SAT, la decisione della Regione Toscana di vendere a un socio privato violava le condizioni del patto. Il timore dei soci pubblici di SAT era che se Corporacion America avesse ottenuto il controllo dei due aeroporti di Pisa e Firenze avrebbe deciso di puntare più sul secondo a scapito del primo e, inoltre, avrebbe potuto usare i fondi dell’aeroporto di Pisa (che grazie alla buona gestione ha un bilancio in attivo da diversi anni) per investire su quello di Firenze (piuttosto vecchio e necessitante di diversi lavori di adeguamento).

(Tutta la vicenda era raccontata in modo approfondito qui)

Cosa è successo poi?
Il tribunale di Firenze ha respinto il ricorso del Comune di Pisa contro la vendita delle azioni della Regione Toscana: nella sentenza il tribunale aveva spiegato che vendere le azioni per favorire una migliore integrazione tra i due aeroporti non costituiva una violazione del patto. Dopo la decisione del tribunale, la Regione Toscana aveva confermato di voler aderire all’OPA e vendere l’11,9 per cento delle azioni di SAT. Alla Regione si sono poi aggiunti una serie di altri piccoli azionisti di SAT tra cui la Provincia di Lucca, il Comune di  Massa e la Camera di Commercio di Firenze.

E adesso?
L’OPA di Corporacion America scade oggi, 17 giugno, ma la società ha comunicato di essere intenzionata a prorogare ancora il termine dell’offerta di acquisto per poter aumentare ulteriormente il numero di azioni in suo possesso.
I soci pubblici che non hanno venduto le loro azioni, per ora, hanno ancora circa il 34 per cento delle azioni di SAT, quota che permetterebbe loro di avere diritto di veto su certe operazioni del Consiglio di amministrazione, come per esempio un’eventuale fusione con l’aeroporto di Firenze: anche per questo Corporacion America vorrebbe aumentare la sua quota di SAT.

Sembra comunque probabile che altri soci pubblici di SAT decidano di aderire all’OPA, se questa sarà prolungata, ma il patto di sindacato dei soci pubblici ha deciso che cercherà di mantenere il controllo di circa il 20 per cento delle azioni della società.