La strage di Motta Visconti

Carlo Lissi, 31 anni, ha confessato stamattina di avere ucciso lui sua moglie e i due bambini in una cittadina della Lombardia

Aggiornamento delle ore 11.30: Carlo Lissi ha confessato di aver ucciso la moglie e i due figli prima di andare a casa di amici per vedere la partita dell’Italia. Lissi – che ha anche detto di aver gettato l’arma del delitto, un coltello da cucina, in un tombino – è già stato trasferito nel carcere di Pavia. Primo De Giuli, sindaco di Motta Visconti, ha confermato la notizia a Radio Capital: «Ha confessato: orario, modalità, tutto».

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Nella notte tra sabato 14 e domenica 15 giugno, Cristina Omes di 38 anni e i suoi due figli, Giulia di 5 anni e Gabriele di 20 mesi, sono stati trovati morti nella loro casa di Motta Visconti, un comune di circa settemila abitanti in provincia di Milano. Il marito di Cristina Omes e padre dei bambini, Carlo Lissi, ha chiamato il 118 alle due di notte spiegando di essere rientrato dopo essere stato a casa di un amico a vedere la partita dell’Italia. Questa mattina, lunedì 16 giugno, i Carabinieri del Comando provinciale di Milano hanno fatto sapere che Carlo Lissi si trova in stato di fermo.

Secondo le prime analisi della sezione scientifica dei carabinieri di Milano i tre corpi presentavano ferite al collo compatibili con quelle di un coltello e la causa della morte probabile è per tutti uno sgozzamento. Il corpo della bambina è stato ritrovato nella sua stanza, quello del neonato sul letto matrimoniale e quello della donna, sul quale erano presenti anche diversi segni di aggressione, a terra in salotto. L’arma con cui le tre persone sono state uccise non è stata trovata, e una cassaforte che si trovava nella casa era aperta e vuota (conteneva contanti, ma per «una cifra di poco conto») e – sempre stando ai rilievi dei carabinieri, a cui si sono aggiunti quelli del RIS di Parma – né sulla cassaforte né sulla porta di ingresso c’erano segni di effrazione. Carlo Lissi era stato immediatamente interrogato: prima dai Carabinieri e poi dal magistrato di turno, ma nei suoi confronti non erano stati presi provvedimenti. Nella mattina di domenica, aveva lasciato la caserma.

Nonostante non ci fosse stata alcuna dichiarazione ufficiale, diversi giornali avevano riferito che l’ipotesi della rapina o quella di un omicidio-suicidio fossero ritenute poco plausibili (il sindaco di Motta Visconti aveva detto domenica di sperare si trattasse della prima, alludendo al non volerne immaginarne altre). Questo perché non erano state trovate porte scassinate o manomesse e perché era stato ucciso anche il bambino più piccolo di 20 mesi, che non sarebbe stato in grado di testimoniare un’eventuale rapina. L’elemento della cassaforte sarebbe poi stato interpretato come un tentativo di depistaggio delle indagini. Secondo alcune cronache giornalistiche alcuni vicini di casa interrogati nella notte avrebbero detto di avere sentito diverse urla prima dell’inizio della partita e raccontato che la coppia avesse dei problemi.

Nella testimonianza di Carlo Lissi e quella delle altre persone interrogate nelle ultime ore ci sarebbero delle contraddizioni di cui ancora però non si sa molto. Dopo un lungo interrogatorio avvenuto nella notte nella caserma di Abbiategrasso in provincia di Milano, verso le sei di lunedì mattina Carlo Lissi è stato trattenuto in stato di fermo con l’accusa di triplice omicidio.