L’incontro tra PD e M5S, streaming o non streaming

Sul blog di Beppe Grillo è apparso un articolo che viene visto come una specie di apertura del Movimento 5 Stelle al Partito Democratico. È firmato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, fondatori e capi del partito, e recita:

«Ora sono avvenute due cose che hanno cambiato lo scenario: il M5S ha una legge approvata dai suoi iscritti (e non discussa a porte chiuse in un ufficio del Pd in via del Nazareno) e Renzi è stato legittimato da un voto popolare e non a maggioranza dai soli voti della direzione del Pd. Quindi qualcosa, anzi molto, è cambiato. La legge M5S è di impronta proporzionale, non è stata scritta su misura per farci vincere come è stato per l’Italicum, scritto per farci perdere. E ora? Se Renzi ritiene che la legge M5S possa essere la base per una discussione comune, il cui esito dovrà comunque essere ratificato dagli iscritti al M5S, Renzi batta un colpo. Il M5S risponderà. All’incontro eventuale con il Pd, che speriamo ci sia, parteciperanno i due capigruppo M5S di Camera e Senato, oltre a Danilo Toninelli, estensore tra altri della versione definitiva della legge e Luigi Di Maio come massima rappresentanza istituzionale in Parlamento nel suo ruolo di vicepresidente della Camera»

Il M5S si dichiara insomma aperto alla possibilità di collaborare alla riforma della legge elettorale – partendo però dalla sua proposta – e chiede un incontro a Renzi e al PD: è una piccola svolta, anche se difficilmente porterà a qualcosa. Memore forse di come andò l’ultima volta che Renzi e Grillo si sono incontrati – un disastro – il vicesegretario del PD Lorenzo Guerini ha risposto così:

«Questo è il segno evidente della centralità politica del nostro partito, forte del risultato elettorale e di una agenda radicale di riforme che gli italiani aspettano. Pronti a confrontarci con tutti, nel rispetto dei ruoli e delle posizioni diverse, sapendo bene che per noi la priorità restano le riforme istituzionali, Senato, Titolo V e legge elettorale che garantisca governabilità, potere dei cittadini di scegliere da chi essere governati, certezza di chi vince e chi perde, secondo il percorso che abbiamo individuato. Visti i precedenti con i Cinque stelle suggeriamo comunque l’adozione dello streaming per eventuali incontri futuri»

Qui però è arrivato un colpo di scena: secondo Luigi Di Maio, vice presidente della Camera e deputato del M5S, intervistato da Skylo streaming non serve.

«Non credo che sia necessario»

Non è finita qui – doppio colpo di scena! – perché dopo un po’ Di Maio ha scritto su Twitter che lo streaming si fa. Ma magari tra cinque minuti cambia tutto di nuovo.