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  • Sabato 24 maggio 2014

Il più bel basket giocato negli Stati Uniti

Spiegato con le gif animate: è quello dei San Antonio Spurs in NBA, che fanno tanta circolazione di palla (tipo tiki-taka, per quelli che seguono il calcio)

Manu Ginobili, Tony Parker e Tim Duncan nei minuti finali della partita vinta contro i Sacramento Kings giocata a Sacramento il 23 gennaio 2005.
(AP Photo/Max Whittaker)
Manu Ginobili, Tony Parker e Tim Duncan nei minuti finali della partita vinta contro i Sacramento Kings giocata a Sacramento il 23 gennaio 2005. (AP Photo/Max Whittaker)

Il 21 maggio, con la vittoria dei San Antonio Spurs sugli Oklahoma City Thunder in gara-2 delle finali della Western Conference dei playoff NBA (National Basketball Association, la lega professionistica di pallacanestro di Stati Uniti e Canada), tre tra i più forti giocatori della NBA in circolazione hanno raggiunto un record storico. Il caraibico Tim Duncan, il francese Tony Parker e l’argentino Manu Ginobili – che giocano insieme nei San Antonio Spurs dal 2002 – sono arrivati a 111 partite vinte nei playoff giocando nella stessa squadra: hanno superato un terzetto storico, quello formato da Magic Johnson, Kareem Abdul-Jabbar e Michael Cooper dei fortissimi Los Angeles Lakers degli anni Ottanta. Duncan, Ginobili e Parker hanno vinto insieme tre titoli NBA e hanno buone possibilità di vincere il quarto quest’anno.

Uno dei meriti più grandi delle vittorie dei “Big Three” degli Spurs – come sono stati soprannominati i tre giocatori dalla stampa sportiva statunitense – deve essere certamente attribuito all’allenatore Gregg Popovich, che è agli Spurs dal 1996 (Popovich è un “personaggio”: è il quinto allenatore più vincente della storia NBA e quello che tra le più importanti leghe sportive professionistiche americane – baseball, basket, football e hockey – allena consecutivamente da più anni la stessa squadra). Popovich ha dato agli Spurs un gioco molto diverso da quello delle altre squadre NBA: si basa sulla rapida circolazione di palla e sui recuperi difensivi che possono far partire facili contropiedi. Lo stile di gioco degli Spurs è considerato per alcuni tratti molto “europeo” ed è studiato un po’ in tutta la NBA. In pratica il gioco degli Spurs è più o meno così.

Il gioco del tiki-taka
Jason Concepcion, giornalista che si occupa di NBA per ESPN e SB Nation tra gli altri, ha paragonato il gioco degli Spurs al più noto – almeno dai noi in Europa – tiki-taka, il nome che è stato attribuito allo stile di gioco della squadra di calcio del Barcellona: passaggi corti in spazi stretti, incisivi e precisi, e un costante movimento dei giocatori come mezzo per mantenere il possesso palla. Nel tiki-taka del Barcellona una parte dell’idea è che se la squadra avversaria non ha mai la palla non può fare gol. Nel basket, chiaramente, le cose vanno in maniera diversa, perché praticamente ad ogni azione d’attacco corrisponde un’azione difensiva. Ma il discorso sui passaggi e sulla circolazione di palla può valere a grandi linee allo stesso modo.

Gli Spurs passano la palla più di qualsiasi altra squadra NBA, e praticamente tutti i passaggi vengono fatti per creare un “tiro aperto”, risultato di un movimento-palla che costringe la difesa a spostarsi e lasciare degli spazi ai tiratori avversari. Nella stagione regolare ha beneficiato di questo tipo di gioco soprattutto l’italiano Marco Belinelli, che è stato per diverso tempo al primo posto nella classifica dei migliori tiratori da tre punti di tutta la NBA. In gara-2 un altro giocatore, Danny Green, ha mantenuto eccellenti percentuali al tiro grazie soprattutto alla circolazione di palla di squadra. Tipo questa (il passaggio è di Manu Ginobili, ed è assolutamente notevole per visione del campo, potenza e precisione):

In quest’altra azione, costruita durante gara-3 della serie playoff contro i Portland Trail Blazers, il giocatore degli Spurs Boris Diaw trova nell’angolo basso opposto del campo Patty Smith. Come spiega e illustra con chiarezza Grantland, si tratta di un’azione giocata praticamente a memoria: Duncan fa un blocco sul difensore di Mills, che permette allo stesso Mills di guadagnare quel secondo necessario per ricevere il bel passaggio di Diaw sulla linea di fondo, e preparare il tiro da tre punti.

Avere sempre un piano di emergenza
Prima delle semifinali playoff, i Thunder avevano vinto 10 delle ultime 12 partite contro i San Antonio Spurs, e solo in questa stagione il bilancio tra le due squadre era di 4-0 a favore di Oklahoma. Certo, ai Thunder manca il centro congolese naturalizzato spagnolo Serge Ibaka: con lui in campo probabilmente gli Spurs non avrebbero segnato 120 punti nelle prime due partite della serie, e diversi giocatori, tra cui Tony Parker, non avrebbero avuto quelle percentuali di tiro dall’area piccola. Ma c’è anche qualcos’altro, come ha spiegato la giornalista Louisa Thomas sul blog Grantland di ESPN il giorno dopo gara-2 della serie:

«Gli Spurs che hanno giocato contro i Thunder due mesi fa non sono la stessa squadra che ha giocato la scorsa notte. La squadra che ha giocato gara-1, per la cronaca, non è la stessa squadra che ha giocato gara-2. Kawhi Leonard, che era stato dominante in gara-1, in gara-2 ha giocato 16 minuti e ha tirato con un 2 su quattro dal campo. Ha finito la gara con gli stessi punti segnati da Aron Baynes. Ed è questa la cosa incredibile degli Spurs: non tanto che riescono a vincere anno dopo anno, ma che vincono partita dopo partita. Non sono sempre in forma. Non giocano sempre su ritmi regolari. Ma è come se avessero sempre un piano di emergenza.»

Oltre Danny Green, in questi playoff sono stati già decisivi sia il centro brasiliano Thiago Splitter che il 22enne statunitense Kawhli Leonard. Tiago Splitter è stata la più grande sorpresa per la difesa degli Spurs, ma si è dimostrato anche molto inserito nella circolazione di palla in attacco di San Antonio, facendo cose notevoli. Leonard ha giocato una grande gara-1 contro i Thunder, facendo tre recuperi in difesa seguiti da rapidissime azioni di contropiede.

Il sito Bleacher Report ha spiegato così il ruolo di Leonard nella squadra:

«Leonard è il simbolo perfetto dell’evoluzione del gioco degli Spurs. […] Nel corso degli anni gli Spurs hanno gradualmente aumentato il ritmo del loro attacco e Leonard rappresenta il passo finale in questo processo. È ormai diventato un giocatore d’élite nelle due parti del campo, e la sua eccellenza si è vista bene durante gara-1.»