La morte di Malik Bendjelloul

Fu, tra le altre cose, il vincitore di un Oscar nel 2013 per il documentario su Sixto Rodriguez "Searching for Sugar Man"

Picture taken on December 18, 2012 in Stockholm, shows Swedish Academy Award-winning documentary filmmaker Malik Bendjelloul. Bendjelloul died in Stockholm on May 13, 2014, at the age of 36. Bendjelloul's movie Searching for Sugar Man won the 2013 Academy Award for Best Documentary Feature. AFP PHOTO / TT NEWS AGENCY/ ANDERS WIKLUND ***SWEDEN OUT*** (Photo credit should read ANDERS WIKLUND/AFP/Getty Images)
Picture taken on December 18, 2012 in Stockholm, shows Swedish Academy Award-winning documentary filmmaker Malik Bendjelloul. Bendjelloul died in Stockholm on May 13, 2014, at the age of 36. Bendjelloul's movie Searching for Sugar Man won the 2013 Academy Award for Best Documentary Feature. AFP PHOTO / TT NEWS AGENCY/ ANDERS WIKLUND ***SWEDEN OUT*** (Photo credit should read ANDERS WIKLUND/AFP/Getty Images)

Il regista svedese Malik Bendjelloul, noto soprattutto per aver vinto nel 2013 un Oscar e numerosi altri premi per il documentario Searching for Sugar Man, è stato trovato morto a Stoccolma: aveva 36 anni. Non è stato dato alcun dettaglio sulla causa o sulle circostanze della morte, ma la portavoce della polizia Pia Glenvik ha dichiarato all’agenzia di stampa Associated Press che «non c’è alcun sospetto di azioni criminali».

Bendjelloul era nato il 4 settembre del 1977 a Ystad, nel sud della Svezia, a est di Malmo. Aveva studiato giornalismo presso l’Università Linneo di Kalmar e lavorato come reporter per l’emittente pubblica svedese SVT e per il programma culturale Kobra. Sempre per la televisione aveva diretto diversi documentari su Elton John, Rod Stewart, Bjork e Kraftwerk (gruppo tedesco di musica elettronica). Scelse poi di lasciare il lavoro e viaggiare: fu allora, mentre si trovava a Cape Town, che ebbe l’idea di un documentario su Sixto Rodriguez, soprannominato “Sugar man” dal titolo di una delle sue canzoni. Rodriguez era un cantautore folk americano cresciuto nella Detroit degli anni Sessanta, che negli Stati Uniti non era mai diventato famoso e che sembrava svanito nel nulla, mentre era diventato – a sua insaputa – molto popolare e leggendario in Sudafrica. In Italia è uscito per Feltrinelli in DVD, insieme con un libro dello stesso Bendjelloul.

Sixto Rodriguez fu scoperto nel 1969 da Clarence Avant, produttore della Motown Records. Nel 1970 e nel 1971 pubblicò due dischi, “Cold Fact” e “Coming From Reality”, che ottennero ottime recensioni ma vendettero molto poco. L’etichetta decise dunque di abbandonare Rodriguez, che deluso dall’insuccesso iniziò a lavorare come operaio edile, si laureò in filosofia e lasciò la musica. Nel frattempo, però, le sue canzoni – grazie a qualche passaggio in radio – divennero il simbolo della lotta contro l’apartheid per i testi contro l’oppressione e i pregiudizi sociali e il suo nome entrò nella storia della musica del Sudafrica. Lui non sapeva niente e in Sudafrica nessuno sapeva niente di lui: si diceva che fosse morto sul palco, in modi più o meno teatrali e leggendari.

Per ultimare il film, Bendjelloul impiegò più di quattro anni: quando era quasi completato il principale finanziatore lo giudicò scadente e ritirò il suo sostegno. Bendjelloul interruppe il lavoro, si dedicò ad altri progetti, decidendo poi di concludere le riprese a bassissimo costo utilizzando il suo iPhone e l’app 8MM Vintage Camera. Dopo la vittoria dell’Oscar e di numerosi altri premi cinematografici, tra cui quello speciale della giuria e quello del pubblico per la sezione documentari internazionali al Sundance Film Festival, Rodriguez conobbe un nuovo successo: i suoi album furono ripubblicati e cantò negli Stati Uniti in una serie di importanti tour facendo dunque conoscere le canzoni che aveva composto quattro decenni prima.