Come si beve nel mondo?

Ci sono parecchie sorprese nelle classifiche dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (per esempio, di che nazionalità sono le donne che bevono di più?)

di Terrence McCoy - Washington Post

Le sbronze condizionano gli avvenimenti mondiali? Probabilmente sì, anche se è meglio non dirlo ai vostri figli o genitori. Nel Regno Unito, ad esempio, negli ultimi anni il numero delle persone che sono rimaste vittime di reati violenti è crollato del 12 per cento, e oggi ci sono circa 235 mila casi in un anno. Per quanto questo trend sia in corso in tutto il mondo occidentale, uno studio pubblicato in queste settimane sostiene che una delle ragioni potrebbero essere le sbronze. O meglio: la mancanza di sbronze.

Nei periodi di crisi, infatti, si beve di meno. «Bere per ubriacarsi è divenuta un’abitudine meno frequente e la proporzione di giovani che non bevono affatto alcol è cresciuta in maniera notevole», spiega Johanthan Shepherd, uno degli autori della ricerca: «Per le persone più inclini alla violenza la diminuzione del reddito è probabilmente un fattore importante».

Le scoperte che riguardano il consumo di alcol sono una delle poche cose valide in tutto il mondo. L’alcol – con l’eccezione di alcuni paesi musulmani – è diffuso in tutte le classi sociali, le professioni e le culture. Ma tra un paese e l’altro ci sono differenze (e anche parecchie sorprese). Per esempio, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, in nessuna nazione le donne bevono così tanto come in Zambia: il 41 per cento almeno una volta alla settimana beve fino ad ubriacarsi (il dato però riguardo soltanto chi ha già dichiarato di aver bevuto almeno una volta negli ultimi 12 mesi). Negli Stati Uniti sono soltanto il 3 per cento (anche se sono molte di più le donne che dichiarano di bere). Come si vede dal grafico qui sotto, lo Zambia non è l’unico paese in cui si alza parecchio il gomito.

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Il grafico mostra anche la classifica dei paesi dove è più alta la percentuale di maschi e femmine che bevono fino ad ubriacarsi almeno una volta a settimana. A quanto pare, vivere su un’isola aumenta la tendenza ad sbronzarsi. Le Isole Cook, Samoa, Irlanda e Sri Lanka sono tutte isole e sono tutte e quattro vicine alla cima della classifica. Un fatto ancora più strano è che il Pakistan, nonostante sia un paese musulmano, sembra avere un grosso problema con il consumo di alcol. Se si viene beccati mentre si beve, si deve subìre una punizione di ottanta frustate, che però viene messa in pratica raramente, mentre le cliniche per alcolisti sono un business in crescita.

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Nel grafico sopra si può vedere la percentuale delle malattie attribuibili all’alcol sul totale nazionale distribuito in una scala da uno (rischio minimo di contrarre patologie legate all’alcol) a cinque (rischio massimo). I paesi europei sembrano essere quelli dove l’alcol causa il minor numero di disturbi. I bevitori più a rischio, invece, sono russi e ucraini (anche se il paese dove si beve di più è la Moldavia: il triplo della media mondiale, 18 litri di alcol puro ogni anno).

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In quest’altro grafico invece sono indicati per i vari paesi quali sono gli alcolici più diffusi. In Yemen, ad esempio, l’alcol è vietato, ma l’OMS mostra che se riusciste a trovarne qualche goccia sarebbe birra.

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Nell’ultimo grafico è mostrato il consumo assoluto di alcol in galloni (un gallone corrisponde a circa 3,7 litri). A quanto pare le donne portoghesi rispondono in modo piuttosto vario ai questionari sulle loro abitudini alcoliche. Secondo un articolo del 2008 del Wall Street Journal, infatti, il 72 per cento delle donne portghesi non beve alcol.

@ Washington Post