Perché a Pasqua mangiamo uova di cioccolata?

Lo facciamo da poco più di un secolo: c'entrano la religione, la quaresima e la tecnologia applicata al cioccolato

Pasqua vuol dire anche uova di cioccolato con una sorpresa all’interno, in genere un giocattolo da costruire e piuttosto deludente. Apparentemente questa tradizione non ha nulla a che fare con il resto della festività religiosa e in effetti il percorso che porta dalla tradizione cristiana alle uova di cioccolato è piuttosto tortuoso. Ma prima di arrivare al cioccolato bisogna fare un passo indietro e spiegare cosa c’entrano le uova con la Pasqua.

Pasqua e le uova
Più o meno da quando è arrivato sulla terra, l’uomo si è interessato alle uova per funzioni diverse dalla semplice nutrizione. I primi ritrovamenti di uova decorate con motivi astratti risalgono a un sito archeologico in Sudafrica. In questo sito gli archeologi ritrovarono alcuni frammenti di uova di struzzo vecchie di 60 mila anni e decorate con motivi astratti – le uova erano probabilmente utilizzate come recipienti per l’acqua. Nei millenni successivi l’uovo di struzzo è sempre rimasto piuttosto diffuso. Nelle tombe di grandi civiltà del passato (come antichi egizi e sumeri) gli archeologi ne hanno ritrovato frammenti decorati o riproduzioni in oro ed argento.

La tradizione di decorare uova passò poi ai primi cristiani che pitturavano le uova di rosso, per ricordare il sangue di Cristo, e le decoravano con croci o altri simboli (una tradizione che dura ancora oggi nei paesi ortodossi e cristiano-orientali). La simbologia dell’uovo per i primi cristiani era abbastanza evidente: dall’uovo nasce la vita che a sua volta veniva associata con la rinascita del Cristo e quindi con la Pasqua. In realtà, le uova decorate secondo questa simbologia sarebbero andate bene anche per il Natale, in occasione della nascita di Cristo, ma secondo alcuni studi la tradizione delle uova pasquali venne rafforzata da un’usanza tipicamente pasquale: la quaresima, cioè il periodo di quaranta giorni prima della Pasqua nel quale i credenti sono tenuti al “digiuno ecclesiastico” (ne avevamo parlato qui).

In questo periodo è vietato mangiare carne. In passato, e tuttora nelle chiese cristiane orientali, era vietato mangiare anche le uova. Era difficile però costringere le galline a non depositare uova in quel periodo, così i primi cristiani si trovavano con un surplus di uova che non potevano mangiare. Dalla necessità di farci qualcosa sarebbe nata la tradizione di bollirle fino a farle diventare dure come sassi e poi dipingerle con colori sacri e simbolici.

Dal sacro al profano il passo è breve, e nei secoli successivi la tradizione si sarebbe allargata. Le uova cominciarono ad essere dipinte con colori vivaci che non avevano più nulla a che fare con il Cristo. Nel corso del Diciottesimo e del Diciannovesimo secolo, la storia delle uova pasquali si separò sempre di più dalla religione. Si cominciarono a costruire giocattoli a forma di uova, oppure confezioni per piccoli giocattoli costruite in cartone e coperte di seta. Il non plus ultra di questo tipo di regali pasquali furono le famose uova di Fabergé, prodotte da una famiglia di gioiellieri per gli zar russi tra il 1885 e il 1917. Le uova di Fabergé erano costruite in oro o altri metalli preziosi ed erano decorate in maniera molto elaborata. Gli zar le utilizzavano come regali pasquali per le loro mogli e madri.

E il cioccolato?
Ma ci stiamo allontanando dal cioccolato. Le uova di Pasqua non sarebbero mai state possibili se non fosse stato per alcune invenzioni nella tecnologia del cioccolato sviluppate nel corso del Diciannovesimo secolo. Il cacao era conosciuto come bevanda da almeno un paio di secoli (lo avevano portato gli esploratori spagnoli dall’America). All’epoca il cioccolato si trovava soltanto in forma liquida e veniva bevuto insieme a latte e zucchero, visto che era estremamente amaro. All’inizio dell’Ottocento un chimico e cioccolataio olandese di nome Coenraad Johannes van Houten, una specie di padre del cioccolato moderno, fece due invenzioni destinate a cambiare per sempre il mondo del cioccolato.

La prima scoperta di van Houten fu che trattando i semi di cacao con alcuni sali alcalini si riusciva a renderne il sapore più dolce e a favorirne lo scioglimento nell’acqua. La seconda fu un processo in cui, tramite una pressa, si schiacciava il seme di cacao, facendone uscire il grasso, il cosiddetto burro di cacao. Sbriciolando il seme privato di gran parte del suo grasso si otteneva una polvere che sarebbe stata la base di tutti i successivi prodotti di cioccolata. Probabilmente in questo periodo, la prima metà dell’Ottocento, comparvero le prime uova di cioccolato.

All’epoca esisteva già una tradizione che associava le uova alla Pasqua. Questa tradizione venne a sua volta legata al cioccolato quando in Germania, e soprattutto in Francia, vennero prodotte le prime uova di cioccolato piene, in maniera artigianale. All’epoca era difficilissimo ottenere una buona fusione di cioccolato che si potesse versare in uno stampo complesso. La pasta che ne risultava era estremamente fragile, irregolare e friabile. Nel corso dell’Ottocento ci furono ulteriori progressi che portarono alla realizzazione di una polvere di cioccolato pura, senza grassi, a cui veniva aggiunto zucchero e successivamente il burro precedentemente spremuto via. In questo modo si poteva ottenere una pasta liquida che era facile da far fluire in uno stampo.

Verso la fine dell’Ottocento i progressi tecnologici avevano oramai reso possibile unire la tradizione del cioccolato a quello delle uova regalo pasquali. L’idea venne per la prima volta ai dirigenti della Cadbury, un’azienda dolciaria inglese che esiste tuttora, che nel 1875 crearono il primo uovo di cioccolato pasquale vuoto con all’interno una sorpresa – nelle prime uova era un ripieno di mandorle dolci (delle innovazioni tecnologiche della Cadbury parla anche questo articolo del Guardian). Nel 1893 la Cadbury produceva 19 tipi diversi di uova pasquali in quella che chiamavano la “Cadbury Brothers Easter list”, cioè la lista di prodotti pasquali dei fratelli Cadbury. Nel 1905 la Cadbury introdusse un’altra innovazione tecnologica, le uova di cioccolato al latte (che era stato inventato una trentina di anni prima in Svizzera). Il nuovo prodotto fu un grandissimo successo di vendite che in poco tempo si diffuse in tutto il mondo. Oggi, la più grande fetta di mercato di uova di cioccolato è costituita proprio da uova di cioccolato al latte.