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  • Giovedì 10 aprile 2014

Perché l’Ucraina dell’est non è la Crimea

Il governo di Kiev accusa la Russia di essere dietro le occupazioni di Donetsk e Luhansk, ma le paure che da quelle parti possa finire come in Crimea sembrano infondate

Attivisti filo-russi alle barricate della sede dell'amministrazione regionale a Donetsk, 9 aprile 2014
(AP Photo/Efrem Lukatsky)
Attivisti filo-russi alle barricate della sede dell'amministrazione regionale a Donetsk, 9 aprile 2014 (AP Photo/Efrem Lukatsky)

Da diversi giorni va avanti l’occupazione di alcuni edifici governativi a Donetsk e Luhansk, due città dell’Ucraina orientale a forte presenza russa. Mercoledì il governo centrale di Kiev ha intimato agli attivisti filo-russi – responsabili dell’occupazione della sede dell’amministrazione regionale a Donetsk e quella dei servizi di sicurezza a Luhansk – di abbandonare le posizioni e sgomberare gli edifici: se entro 48 ore non se ne saranno andati, ha aggiunto il ministro degli Interni ucraino, la polizia interverrà con la forza per ristabilire l’ordine.

Oggi il presidente ad interim ucraino, Olexander Turchynov, ha offerto l’amnistia agli attivisti filo-russi che si arrenderanno prima della scadenza dell’ultimatum. L’Ucraina ha anche accusato la Russia di essere dietro le occupazioni nelle città orientale, mentre la NATO ha detto che i soldati russi concentrati ai confini con l’Ucraina sono circa 40mila. Come hanno spiegato nei giorni scorsi diversi giornalisti ed esperti, però, le paure che l’Ucraina orientale, e in particolare la regione di Donetsk, possa fare la stessa fine della Crimea non sono per il momento fondate, per diverse ragioni: per la disunità di intenti tra chi sta protestando e occupando, oltre ad altri fattori legati alle etnie e al PIL.

La “Repubblica Democratica di Donetsk”
A Donetsk la situazione è molto tesa da quando gli attivisti filo-russi hanno occupato l’edificio del governo locale e hanno dichiarato l’indipendenza della regione omonima. La “Repubblica Democratica di Donetsk”, come è stata chiamata la nuova entità autonoma auto-proclamata, non ha autorità se non al di dentro dell’edificio occupato. Qui da giorni si sono stabilite circa un centinaio di persone che protestano con “spirito donchisciottesco”, racconta il New York Times, e vivono senza elettricità (le autorità ucraine l’hanno tagliata). Nel pomeriggio di mercoledì la tensione è salita ancora di più quando un gruppo di attivisti filo-russi ha bloccato l’uscita di un sito di militari ucraini e hanno costretto alcuni furgoni che trasportavano le truppe a tornare all’interno.

Nikolai Solntsev, uno dei fondatori della “Repubblica Democratica di Donetsk”, dice di aver aspettato questo momento per 22 anni, tre mesi e 14 giorni, cioè dal crollo dell’Unione Sovietica. Solntsev: «L’Unione Sovietica non esiste più ma il mio giuramento di servizio rimane. Non ho mai prestato giuramento in Ucraina». Solntsev, ex soldato della Marina sovietica, si dice pronto a servire una nuova nazione, anche se è la stessa Russia a non riconoscerla. Finora l’azione dei filo-russi non ha trovato l’appoggio nemmeno del Partito delle Regioni dell’ex presidente Viktor Yanukovych, che ha chiesto agli occupanti di lasciare l’edificio e accettare che Donetsk come parte dell’Ucraina.

Il servizio di Simon Ostrovsky di Vice News sull’occupazione a Donetsk

In realtà tra gli attivisti non c’è una precisa comunione di intenti e non si è ancora stabilito definitivamente se appoggiare l’indipendenza totale, l’annessione alla Russia o solo la richiesta di maggiore autonomia dal governo di Kiev. Secondo un sondaggio diffuso mercoledì dall’Istituto di Donetsk per l’analisi politica e la ricerca sociale, da una parte solo il 4,7 per cento degli abitanti di Donetsk vuole uno stato separato e indipendente, ma dall’altra solo un terzo del totale si identifica come “cittadino dell’Ucraina”; la maggior parte del campione ha detto di preferire identificarsi come “residenti russofoni dell’Ucraina” o “residenti del bacino del Donec”.

Donetsk è come la Crimea?
Il giornalista Adam Taylor ha spiegato martedì sul Washington Post perché non si può dire che la regione di Donetsk sia come la Crimea: dopo l’occupazione della sede dell’amministrazione regionale dei giorni scorsi, infatti, qualche giornalista ha cominciato a ipotizzare che anche qui, come in Crimea, la Russia potesse intervenire militarmente per favorire l’annessione. Taylor ha spiegato con due mappe i motivi per cui questo scenario a oggi è molto improbabile.

Mappe-Ucraina
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Le due mappe mostrano differenze rilevanti tra Donetsk e la Crimea. A sinistra si può vedere come la regione di Donetsk, a differenza della Crimea, non sia abitata in maggioranza da russi. Mentre nella città di Donetsk il 48,15 per cento della popolazione è formata da russi e il 46,65 per cento da ucraini, la regione di Donetsk è a netta maggioranza ucraina (56,9 per cento, contro il 38,2 per cento di russi). La ragione per cui invece gli ucraini sono così interessati a mantenere il controllo su Donetsk, al di là delle naturali motivazioni legate all’integrità territoriale, è spiegata dalla seconda mappa, quella che mostra il Prodotto Interno Lordo delle varie regioni del paese. Mentre la Crimea, come avevamo spiegato qui, costava al governo centrale di Kiev circa 794 milioni di euro all’anno, Donetsk è la regione più ricca dell’Ucraina, grazie soprattutto alle miniere di carbone e alla produzione di acciaio. In pratica, è molto difficile che il governo ucraino stia a guardare di fronte a un’eventuale offensiva russa in Ucraina orientale, ed è anche meno probabile un appoggio della popolazione simile a quello di cui le truppe russe hanno beneficiato in Crimea.

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