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  • Martedì 8 aprile 2014

Il capo di governo più povero del mondo

Non è più il celebre presidente dell'Uruguay, José "Pepe" Mujica, ma il primo ministro del Nepal: possiede solo 3 cellulari e uno non funziona

Nepal's newly elected prime minister Sushil Koirala leaves parliament in Kathmandu on February 10, 2014. Nepal's fractious lawmakers elected veteran politician Sushil Koirala as prime minister Monday, with the 75-year-old promising to steer through a long-delayed new constitution for the Himalayan nation within a year. AFP PHOTO/Prakash MATHEMA (Photo credit should read PRAKASH MATHEMA/AFP/Getty Images)
Nepal's newly elected prime minister Sushil Koirala leaves parliament in Kathmandu on February 10, 2014. Nepal's fractious lawmakers elected veteran politician Sushil Koirala as prime minister Monday, with the 75-year-old promising to steer through a long-delayed new constitution for the Himalayan nation within a year. AFP PHOTO/Prakash MATHEMA (Photo credit should read PRAKASH MATHEMA/AFP/Getty Images)

Il presidente dell’Uruguay José “Pepe” Mujica – uomo di grande carisma ed efficacia fotografica – non è più il capo di Stato o di governo «più povero del mondo». Il Washington Post scrive infatti che ora il titolo è passato al primo ministro del Nepal Sushil Koirala, che ha 75 anni e che ha prestato giuramento lo scorso 11 febbraio (anche se tecnicamente, Mujica resta il “presidente più povero del mondo”, dato che il presidente del Nepal è Ram Baran Yadav).

Negli scorsi anni si è parlato a lungo di Mujica e del suo stile di vita: il presidente dell’Uruguay è un ex guerrigliero di sinistra e anche dopo la sua elezione, nel novembre del 2009, ha continuato a vivere nella fattoria della moglie a Rincón del Cerro, vicino alla capitale Montevideo, rifiutando la lussuosa residenza riservata di solito ai presidenti del paese; ha continuato ad andare al lavoro con un Maggiolino e a volare in classe economica, e ha deciso di devolvere il 90 per cento del suo stipendio mensile (corrispondente a 9.300 euro) in beneficenza ai poveri e ai piccoli imprenditori, tenendo per sé quello che corrisponde al salario medio nazionale, circa 600 euro. «È una questione di libertà», ha spiegato Mujica. «Se non si dispone di molti beni allora non c’è bisogno di lavorare tutta la vita come uno schiavo per sostenerli e quindi si ha più tempo per sé. Potrei sembrare un vecchio eccentrico, ma questa è solo una mia libera scelta».

Confrontando gli averi di Mujica con quelli di Sushil Koirala, quest’ultimo risulta meno abbiente. José Mujica possiede un Maggiolino del 1987 che nel 2010 è stato valutato meno l’equivalente di circa 1.400 euro. Dal sito del governo nepalese risulta che il nuovo primo ministro possiede solo tre telefoni cellulari, di cui uno è un iPhone e un altro risulta non funzionante. Sushil Koirala era già noto per il suo stile di vita piuttosto frugale: fino a poco tempo fa viveva in una piccola casa in affitto a Kathmandu, non possiede alcuna terra o immobile e pur provenendo da una delle famiglie politiche storiche del paese, piuttosto benestante, ha recentemente rifiutato una ricca eredità dal padre. Una serie di azioni dopo il suo insediamento hanno rafforzato questa sua reputazione. BBC scrive che il nuovo primo ministro del Nepal ha restituito al governo un assegno corrispondente a circa 500 euro, che non aveva utilizzato durante una visita istituzionale in Birmania, e spiega anche che se questo episodio sembra essere molto raro, non è tuttavia un’eccezione per il Nepal: «Koirala non è l’unico primo ministro che vive in modo così spartano in Nepal. L’ex presidente del suo partito, Krishna Prasad Bhattarai, ha lasciato la sua posizione di primo ministro nel 1991 portando con sé solo una scatola di metallo, un ombrello e una pentola».

Koirala è un personaggio politico molto rispettato nel paese. È nato a Biratnagar, nella zona orientale del Nepal, si è impegnato molto nella lotta a favore della democrazia: per questo dopo il colpo di stato di re Mahendra nel 1960, che tra le altre cose vietò i partiti politici e sospese le libertà costituzionali, visse per 16 anni in esilio in India. Il 10 giugno 1973 fu coinvolto nel primo dirottamento di un aereo della storia del paese. L’aereo trasportava molti soldi appartenenti al governo. I dirottatori, con l’aiuto di Koirala (che fu considerato l’architetto del dirottamento), rubarono 3 milioni di rupie per finanziare la rivoluzione armata a favore della democrazia multi-partitica in Nepal. Koirala si fece poi diversi anni di carcere in India. Uscito di prigione cambiò il suo modo di vivere: scrive il New York Times che iniziò a condurre una vita tranquilla, “spartana”, apprezzata soprattutto da tutti quelli che sono stati critici negli anni passati nei confronti di qualche sfarzo di troppo che si sono concessi i maoisti.