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  • Martedì 11 marzo 2014

Quanto costa la Crimea

L'Ucraina ripiana ogni anno un buco da 800 milioni di euro, fornisce acqua potabile ed energia elettrica: tutti costi che passeranno alla Russia, se l'annessione sarà completata

A pro-Russia supporter waves a Crimean flag at Chongar checkpoint blocking the entrance to Crimea on March 10, 2014. Russia vowed on March 10 to unveil its own solution to the Ukrainian crisis that would run counter to US efforts and would appear to leave room for Crimea to switch over to Kremlin rule. The unexpected announcement came as Ukraine's new pro-European leaders raced to rally Western support in the face of the seizure by Kremlin-backed forces of the strategic Black Sea peninsula and plans to hold a Sunday referendum on switching Crimea's allegiance from Kiev to Moscow. AFP PHOTO/ ALISA BOROVIKOVA (Photo credit should read ALISA BOROVIKOVA/AFP/Getty Images)
A pro-Russia supporter waves a Crimean flag at Chongar checkpoint blocking the entrance to Crimea on March 10, 2014. Russia vowed on March 10 to unveil its own solution to the Ukrainian crisis that would run counter to US efforts and would appear to leave room for Crimea to switch over to Kremlin rule. The unexpected announcement came as Ukraine's new pro-European leaders raced to rally Western support in the face of the seizure by Kremlin-backed forces of the strategic Black Sea peninsula and plans to hold a Sunday referendum on switching Crimea's allegiance from Kiev to Moscow. AFP PHOTO/ ALISA BOROVIKOVA (Photo credit should read ALISA BOROVIKOVA/AFP/Getty Images)

L’onere di sostenere il bilancio in rosso della Crimea – che costa al governo di Kiev l’equivalente di circa 794 milioni di euro all’anno, dice il ministero delle Finanze ucraino – diventerà responsabilità russa se sarà completata l’annessione iniziata con l’occupazione militare di fine febbraio. L’impegno finanziario russo potrebbe essere ancora maggiore nel caso in cui il governo di Mosca decidesse di investire allo scopo di equiparare i redditi della Crimea alla sua media nazionale: il PIL pro-capite della Crimea è circa il 66 per cento più basso della media del resto dell’Ucraina, e circa l’80 per cento sotto quello della Russia.

Pur essendo una meta turistica molto frequentata, la Crimea non è riuscita a tenere in regola i suoi conti senza un sostanziale e importante aiuto esterno. Secondo Yaroslav Pylynskyi, direttore della divisione Kennan Institute al Wilson Center, importante centro di ricerca a Washington, l’economia della Crimea è sostenuta per il 75 per cento dal governo centrale di Kiev. Pylynskyi sostiene anche che durante la Guerra fredda la Crimea non fu ceduta all’Ucraina perché l’allora segretario del partito comunista sovietico Nikita Krusciov “era ubriaco”, come spesso riporta la propaganda russa, ma per ragioni economiche: «Il governo russo voleva scaricare la ricostruzione economica post-bellica della Crimea sulle spalle dell’Ucraina».

Non è chiaro come il governo di Mosca possa occuparsi delle finanze della Crimea, visto che anche la Russia sta passando diversi guai finanziari (ci si aspetta che il suo deficit di bilancio per il 2014 arrivi all’equivalente di circa 6,5 miliardi di euro): il ministro delle Finanze russe, interpellato dal Wall Street Journal, non ha voluto commentare. Se si considera come valida la cifra di 794 milioni di euro abbondante che attualmente versa il governo di Kiev, la Crimea diventerebbe una delle regioni più costose per le finanze della Russia, alla pari con le instabili zone del Caucaso del Nord.

C’è poi un altro elemento da considerare: la Crimea ha bisogno di importanti investimenti nelle infrastrutture, che il governo locale ha stimato attorno all’equivalente di poco meno di 2,2 miliardi di euro. Per esempio la Crimea non possiede sorgenti di acqua potabile né centrali elettriche, e riceve entrambe le forniture dal resto dell’Ucraina. Per rafforzare i collegamenti tra Russia e Crimea, il governo russo sta valutando l’ipotesi della costruzione di un ponte sopra lo stretto di Kerch, che separa la costa orientale della Crimea dalla costa occidentale russa. Il progetto – la cui realizzazione è stata annunciata dal primo ministro russo Dmitry Medvedev lo scorso 3 marzo – era già stato discusso diverse volte in passato – l’idea risale alla Seconda Guerra Mondiale – ma ci sono molti forti i dubbi sulla sua sostenibilità, soprattutto economica: studi recenti, scrive il Wall Street Journal, hanno stimato che il costo complessivo potrebbe aggirarsi attorno all’equivalente di 360 milioni di euro.

Anche l’attuale militarizzazione della Crimea rischia di avere un impatto sull’economia locale, in una regione che ogni anno ospita circa 6 milioni di turisti. La maggior parte di loro proviene dalle altre zone dell’Ucraina: lo stesso primo ministro ucraino Arseniy Yatsenyuk ha detto che quest’anno la stagione turistica è finita ancora prima di iniziare.

Foto: Un attivista filo-russo con in mano una bandiera della Crimea al checkpoint di Chongar, sulla strada che collega la penisola dal resto dell’Ucraina, 10 marzo 2014. (ALISA BOROVIKOVA/AFP/Getty Images)