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  • Martedì 25 febbraio 2014

Fotografie da due diverse Ucraine

In questi giorni a Kiev si ricordano gli attivisti uccisi a piazza Indipendenza, mentre in Crimea manifestano i filo-russi

KIEV, UKRAINE - FEBRUARY 25: A pair of boots placed as a memorial to an anti Yanakovych protestor killed in clashes with riot police last week on February 25, 2014 in Kiev, Ukraine. Ukraine's interim President Olexander Turchynov is due to form a unity government, as UK and US foreign ministers meet to discuss emergency financial assistance for the country. (Photo by Jeff J Mitchell/Getty Images)
KIEV, UKRAINE - FEBRUARY 25: A pair of boots placed as a memorial to an anti Yanakovych protestor killed in clashes with riot police last week on February 25, 2014 in Kiev, Ukraine. Ukraine's interim President Olexander Turchynov is due to form a unity government, as UK and US foreign ministers meet to discuss emergency financial assistance for the country. (Photo by Jeff J Mitchell/Getty Images)

Negli ultimi due giorni in piazza Indipendenza di Kiev, la capitale dell’Ucraina, migliaia di persone si sono ritrovate per ricordare i morti negli scontri con la polizia di giovedì e venerdì della scorsa settimana. Piazza Indipendenza è dal novembre 2013 il centro delle proteste che hanno portato all’allontanamento dal potere dell’ex presidente Viktor Yanukovych, alla nomina di un nuovo presidente ad interim, il filo-europeista Oleksander Turchynov, e alla convocazione di elezioni anticipate per il 25 maggio. Secondo molti attivisti e giornalisti ci sono stati momenti molto commoventi in piazza Indipendenza: lunghi silenzi, «un oceano di fiori» e di rosari e l’intonazione ripetuta dell’inno ucraino.

In Crimea, invece, la penisola ucraina sulla costa settentrionale del Mar Nero amministrata dalla Repubblica autonoma di Crimea, l’atmosfera è stata completamente diversa. Mentre a Kiev veniva rimossa la stella sovietica dall’edificio del parlamento – simbolo di una vecchia e ancora forte influenza – nelle città della Crimea si firmavano petizioni per creare milizie pro-russe e si issavano bandiere sulle statue di Lenin ancora in piedi (nel resto dell’Ucraina sono state abbattute quasi tutte, negli ultimi mesi). Da quando le opposizioni a Yanukovych hanno preso il controllo di Kiev e hanno cominciato a votare una serie infinita di importanti provvedimenti al parlamento, in Crimea ci sono state diverse manifestazioni contro i manifestanti della capitale – principalmente di orientamento europeista e nazionalista – e a favore della Russia. A Sebastopoli oltre 2 milioni di persone sono etnicamente russe: qui, dove si trova una base navale russa che ospita circa 25mila soldati, lunedì c’è stata l’ennesima grande manifestazione di fronte all’amministrazione locale per chiedere l’approvazione di un cittadino russo come sindaco della città.

La situazione della Crimea e le ipotesi di secessione che si sono susseguite nelle ultime 48 ore sono diventate una delle questioni politiche più importanti per il nuovo presidente ucraino. Turchynov ha definito il sentimento di separatismo di alcune delle regioni orientali pro-russe del paese – tra cui la Crimea – come “una seria minaccia” per l’Ucraina. Da parte sua il governo russo ha assicurato di non avere intenzione di intervenire in territorio ucraino, anche se lunedì diversi giornali locali hanno riportato una notizia degna di nota: la Russia starebbe semplificando le procedure per l’ottenimento del passaporto russo per gli abitanti della Crimea.

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