La contestata legge turca su Internet

Dà al governo la possibilità di bloccare siti senza autorizzazione giudiziaria, tra molte critiche; il presidente turco l'ha firmata martedì

Il presidente turco Abdullah Gül ha firmato nella serata di martedì 18 febbraio una legge che aumenta le capacità di controllo del governo su Internet, nonostante le molte proteste e i molti appelli che gli erano stati rivolti perché ponesse il suo veto. Il presidente ha aggiunto di aver riconosciuto valide le “obiezioni” a due punti specifici della legge e di aver chiesto una correzione.

Come riporta il quotidiano turco Hürriyet, il governo di Recep Tayyip Erdoğan ha presentato nella stessa giornata di martedì due emendamenti e il ministro delle Comunicazioni Lütfi Elvan ha contattato i tre partiti di opposizione in Parlamento. L’emendamento più importante riguarda l’aggiunta di un ruolo di supervisione giudiziaria alle decisioni di bloccare siti Internet prese dal Direttorato per la Telecomunicazione (TİB): se entro 24 ore non riceverà l’approvazione di un tribunale, la decisione del TİB decadrà.

Il Wall Street Journal scrive che la legge, approvata dal Parlamento ai primi di febbraio, dà al ministero delle Comunicazioni (e in particolare al TİB) la possibilità di bloccare contenuti online ritenuti illegali o che violino la privacy di qualcuno. Per disporre il blocco non è necessaria, almeno inizialmente, l’autorizzazione di un giudice. Oltre a questo, la legge prevede che i provider registrino le attività dei loro utenti e conservino i dati per due anni, in modo da poterli consegnare alle autorità in caso di richiesta.

Erdoğan, al potere dal 2003 con il partito conservatore Giustizia e Sviluppo (AKP), dice che la nuova legge serve a proteggere la privacy dei cittadini e che migliorerà la democrazia nel paese, contribuendo a sradicare lo “stato parallelo” che esisterebbe nella burocrazia turca – e che avrebbe creato il grande scandalo politico che ha colpito il partito di Erdoğan tra dicembre e gennaio. L’opposizione parlamentare ha duramente criticato il provvedimento e così ha fatto anche l’Unione Europea ai primi di febbraio.

Secondo l’opposizione, la legge serve a restringere la libertà di espressione in Turchia in vista delle elezioni presidenziali di agosto, le prime dirette nella storia del paese. Il Wall Street Journal cita l’opinione di alcuni analisti secondo cui la firma della legge da parte del presidente Gül è una mossa di equilibrismo politico in vista delle elezioni: anche se intende mantenere buoni rapporti con l’AKP al governo, che ha fondato insieme a Erdoğan nel 2001 e da cui dipende probabilmente il suo futuro politico, vuole d’altra parte apparire come un’alternativa più moderata rispetto al premier in carica.

Foto: Oktay Vural, uno dei leader del partito di opposizione MHP, mostra un cartello durante un dibattito parlamentare poco prima dell’approvazione della nuova legge su Internet. Ankara, Turchia, 5 febbraio 2014.
(AP Photo)