Una cosa ridicola e sbracata

Lucia Annunziata critica la pessima giornata politica e i suoi due protagonisti, e propone di andare a votare rapidamente

Foto Roberto Monaldo / LaPresse
12-02-2014 Roma
Politica
Palazzo Chigi - Incontro Letta - Renzi
Nella foto Matteo Renzi a Palazzo Chigi in Smart

Photo Roberto Monaldo / LaPresse
12-02-2014 Rome (Italy)
Chigi palace - Meeting Letta - Renzi
In the photo Matteo Renzi
Foto Roberto Monaldo / LaPresse 12-02-2014 Roma Politica Palazzo Chigi - Incontro Letta - Renzi Nella foto Matteo Renzi a Palazzo Chigi in Smart Photo Roberto Monaldo / LaPresse 12-02-2014 Rome (Italy) Chigi palace - Meeting Letta - Renzi In the photo Matteo Renzi

Lucia Annunziata, direttrice dell’edizione italiana dello Huffington Post, ha pubblicato mercoledì sera un editoriale molto severo sulla giornata politica e sui metodi con cui è stata affrontata da Matteo Renzi ed Enrico Letta.

Sappiamo ormai che né Matteo Renzi né Enrico Letta temono i moniti della Storia –
il primo non si fa intimorire da precedenti sfortunati, il secondo ama le regole però le considera secondarie alle Istituzioni – ma forse entrambi dovrebbero in queste ore riflettere almeno sui moniti del ridicolo.
Ridicolo è l’unico termine proprio per definire il clima di questo passaggio politico, sbracato nei modi, nello stile e nella sostanza. Una staffetta di governo, cioè un cambio al vertice del paese viene giocato fra due individui, che ne discutono faccia a faccia come se il loro posto fosse una questione personale, che ne discutono in sedi istituzionali come Palazzo Chigi ( uno ci va con la smart , segno di giovanilismo e semplicità da cui dovremmo farci affascinare come accade al presente (e futuro) ministro Franceschini che la fotografa?) per decidere tra loro come, quando , e se, passarsi di mano un potere per cui nessuno dei due è stato votato.
Sullo sfondo la suprema assise di questa contesa fra i due, c’è la direzione di un partito, il Pd. Un solo partito che decide come e quale premier darsi? Abbiamo capito bene? Un partito, che esso stesso, ricordiamo bene, ha a malapena vinto le elezioni, come ammesso dai propri dirigenti. Un clima da ragazzi del muretto. Altro che Blair e Brown – si facciano sotto coloro che vogliono spiegarci le somiglianze tra i casi, e si ricordino del conto dei voti del Labour: Blair aveva vinto tre mandati mentre i voti su cui si regge il Pd attuale sarebbero invisibili senza premio di maggioranza.
Nel frattempo circolano già liste di ministri – c’è bisogno di sottolineare quanto poco istituzionale questo sia? Anche se devo dire che se son quelle che si anticipano ( ma non ci posso credere) non si capisce nemmeno perché si dovrebbe cambiare governo.

(continua a leggere sullo Huffington Post)