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  • Lunedì 3 febbraio 2014

È già finito lo storico accordo tra le opposizioni in Sudafrica

Mamphela Ramphele, che era stata candidata dal "partito dei bianchi", ha rinnegato l'alleanza (facendo un regalo a Zuma)

South African anti-apartheid activist Mamphela Ramphele, left, greets Helen Zille, right, the head of the South African Democratic Alliance political party during a press conference in Cape Town, South Africa, Tuesday, Jan. 28, 2014. The former anti-apartheid activist who was close to Steve Biko and was a World Bank executive merged her party Tuesday with South Africa's main opposition party, the Democratic Alliance, and will be its presidential candidate, challenging the ruling African National Congress whose popularity has eroded amid corruption scandals and other problems. (AP Photo/ Nardus Engelbrecht)
South African anti-apartheid activist Mamphela Ramphele, left, greets Helen Zille, right, the head of the South African Democratic Alliance political party during a press conference in Cape Town, South Africa, Tuesday, Jan. 28, 2014. The former anti-apartheid activist who was close to Steve Biko and was a World Bank executive merged her party Tuesday with South Africa's main opposition party, the Democratic Alliance, and will be its presidential candidate, challenging the ruling African National Congress whose popularity has eroded amid corruption scandals and other problems. (AP Photo/ Nardus Engelbrecht)

In Sudafrica lo storico accordo politico che aveva portato il cosiddetto “partito dei bianchi” a candidare a presidente una donna nera in vista delle prossime elezioni generali è già stato annullato. Domenica Mamphela Ramphele, leader del partito Agang Sa, ha annunciato che non sarà più la prima candidata nera di Democratic Alliance, principale partito di opposizione, di orientamento liberale e guidato da una donna bianca, Helen Zilla. L’accordo tra i due partiti era stato festeggiato la scorsa settimana con grande entusiasmo ed era considerato di portata storica per l’intera politica sudafricana, perché avrebbe potuto scalfire lo strapotere dell’African National Congress (ANC) – il movimento del presidente Jacob Zuma, che ha dominato la politica del Sudafrica negli ultimi vent’anni, e già di Nelson Mandela – e la divisione politica tra bianchi e neri.

Come ha spiegato la stampa locale, è stata Ramphele a rompere l’accordo durante una riunione a Johannesburg domenica sera. Non sono state ancora approfondite le motivazioni della decisione – Ramphele dovrebbe tenere una conferenza stampa oggi – ma Zille ha commentato la decisione di Agang Sa dicendo: «Dall’annuncio di martedì Ramphele ha giocato al gatto e al topo, dicendo ai giornalisti una cosa, ai sostenitori di Agang un’altra e a Democratic Alliance un’altra ancora. Non è chiaro quale sia il suo obiettivo, ma qualunque sia non è nell’interesse della popolazione sudafricana».

Nei giorni scorsi c’erano stati i primi segnali che qualcosa nella nuova alleanza tra Democratic Alliance e Agang Sa non stava funzionando: venerdì Ramphele aveva contraddetto pubblicamente la dichiarazione di Democratic Alliance in cui si sosteneva che avrebbe accettato di diventare parte di DA, lasciando la leadership del suo partito. All’interno dello stesso Agang Sa ci sarebbero stati diversi malcontenti per il modo in cui era stata presa la decisione di allearsi con DA: il sudafricano Sunday Times ha scritto che il portavoce di Agang Sa (che ora si è dimesso) sarebbe venuto a sapere dello storico accordo solo un’ora prima della conferenza stampa in cui l’alleanza era stata resa pubblica.

Molti esperti di politica sudafricana considerano la rottura dell’accordo tra Democratic Alliance e Agang Sa un serio colpo alla credibilità politica delle opposizioni, specialmente quella di Ramphele. L’analista politica sudafricana Susan Booysen ha detto: «L’enorme imbarazzo che ha causato a Democratic Alliance è piuttosto sorprendente. Mamphela sta vivendo in due mondi e non è in grado di scegliere tra uno dei due». La forza politica che potrebbe guadagnare dalla rottura dell’accordo è l’African National Congress, che non ha mancato di commentare quello che è successo domenica: Paul Mashatile, che è anche ministro dell’Arte e della Cultura, ha descritto Democratic Alliance come un “partito confuso” che ha già perso prima di iniziare a competere.

Mamphela Ram­phele ha 66 anni, è un medico, è stata dirigente della Banca Mondiale e manager d’impresa, ma è anche stata una celebre attivista per i diritti dei neri e madre di due figli avuti dal fondatore del Black Con­sciou­sness Move­ment Steve Biko, ucciso in cella dalla poli­zia durante l’apartheid nel 1977, proprio durante il periodo in cui Mandela e altri leader dell’ANC si trovavano rinchiusi nel carcere di Robben Insland. La scelta di candidare Ramphele era stata spiegata come una mossa stra­te­gica per atti­rare consensi tra i neri e togliere a DA (che attualmente controlla circa 70 dei 400 seggi del Parlamento) l’immagine di “par­tito dei bian­chi”.

Foto: Mamphela Ramphele e Helen Zille si danno un bacio dopo avere annunciato lo storico accordo tra i loro due partiti a Cape Town il 28 gennaio 2014 (AP Photo/Palestinian Authority)