Legge elettorale, cosa va e cosa non va

Non è perfetta ma è il meglio che si poteva ottenere, scrive il costituzionalista Michele Ainis sul Corriere: tranne per una cosa "sicuramente incostituzionale"

Men stand by electoral banners before voting at a polling station in downtown Rome on February 24,2013, as part of Italy's general elections. The centre-left is the favourite of this vote, as Europe held its breath for signs of fresh instability in the eurozone's third economy.AFP PHOTO / FILIPPO MONTEFORTE (Photo credit should read FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)
Men stand by electoral banners before voting at a polling station in downtown Rome on February 24,2013, as part of Italy's general elections. The centre-left is the favourite of this vote, as Europe held its breath for signs of fresh instability in the eurozone's third economy.AFP PHOTO / FILIPPO MONTEFORTE (Photo credit should read FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)

Giovedì 30 gennaio il Corriere della Sera ha pubblicato in prima pagina un commento del giurista Michele Ainis che fa un bilancio complessivo sulla nuova legge elettorale: in particolare sulle ultime modifiche, che non sono ancora ufficiali ma su cui si è trovato un accordo politico tra PD, NCD e FI. Nel complesso, Ainis la definisce “commestibile”, tranne per una cosa: le candidature multiple, la possibilità cioè di candidare la stessa persona in diversi collegi, inserite sembra su richiesta di NCD.

Mollichine. Dopo il nuovo accordo sulla legge elettorale, la soglia per intascare il premio passa dal 35% al 37%: due molliche in più. Il premio stesso si riduce dal 53% al 52%: una mollica in meno. Mentre lo sbarramento per i piccoli partiti scende dal 5% al 4,5%: e fa mezza mollica. Quanti speravano d’addentare una pagnotta finiranno per mordersi la lingua. Intendiamoci: meglio una briciola di pane che restare a digiuno. Più in generale, meglio un passetto avanti che due passi all’indietro.

Ma il peggio è stare fermi, ed è precisamente questo lo spettacolo che ha messo in scena la politica, nei 9 lunghi anni trascorsi all’insegna del Porcellum. Nessun cambiamento della legge elettorale, benché quest’ultima fosse stata ripudiata dai propri genitori. E nel frattempo una distanza, una separazione, un baratro fra le istituzioni e i cittadini. È questa la prima emergenza nazionale, riannodare il filo che ci lega al nostro Stato, giacché adesso siamo un po’ tutti orfani di Stato. Ed è questa la funzione più importante dei sistemi d’elezione, decidere un governo, e deciderlo sotto dettatura degli stessi governati.

(continua a leggere sulla rassegna dell’Istituto Treccani)

Foto: FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images