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  • Martedì 28 gennaio 2014

Nelle foto segnaletiche

Una raccolta di arrestati famosi, prima di Justin Bieber, raccontati in un libro di Giacomo Papi

Se non fosse stato per Dorothy Pennebaker, la madre di Marlon Brando, Henry Fonda non avrebbe mai esordito in un teatro di Omaha, Nebraska. Non sarebbe diventato un attore famoso. Non avrebbe sposato una newyorkese di buona famiglia. E i suoi figli attori, Jane e Peter, non sarebbero mai nati.
Prima di lanciare video di aerobica, prima di sposare il padrone della Cnn, Ted Turner, prima di divorziare nel 2000 e aderire alla setta dei Born Again Christian, la stessa di George W. Bush, Jane Fonda ha rappresentato tutto quanto di sinistra si agitava sotto il cielo d’America. Hanoi Jane è il simbolo della protesta contro la guerra in Vietnam, al fianco del reduce John Kerry. Nel 1964 appare nuda nel film La Ronde del primo marito Roger Vadim. Dice: «La rivoluzione è un atto d’amore. Noi siamo i figli della rivoluzione. Ci scorre nel sangue».
È bella, anticonformista, libertaria e liberata. Nel 1970 viene arrestata due volte. La prima a marzo dopo una manifestazione a Fort Lawton, Seattle. La seconda, nella foto sotto, a novembre all’aeroporto di Cleveland. L’accusa è di avere preso a calci il poliziotto che le ha trovato addosso alcune pillole sospette. L’accusa decade quando si rivelano vitamine.
(AP Photo/St. Martin's Press)
Se non fosse stato per Dorothy Pennebaker, la madre di Marlon Brando, Henry Fonda non avrebbe mai esordito in un teatro di Omaha, Nebraska. Non sarebbe diventato un attore famoso. Non avrebbe sposato una newyorkese di buona famiglia. E i suoi figli attori, Jane e Peter, non sarebbero mai nati. Prima di lanciare video di aerobica, prima di sposare il padrone della Cnn, Ted Turner, prima di divorziare nel 2000 e aderire alla setta dei Born Again Christian, la stessa di George W. Bush, Jane Fonda ha rappresentato tutto quanto di sinistra si agitava sotto il cielo d’America. Hanoi Jane è il simbolo della protesta contro la guerra in Vietnam, al fianco del reduce John Kerry. Nel 1964 appare nuda nel film La Ronde del primo marito Roger Vadim. Dice: «La rivoluzione è un atto d’amore. Noi siamo i figli della rivoluzione. Ci scorre nel sangue». È bella, anticonformista, libertaria e liberata. Nel 1970 viene arrestata due volte. La prima a marzo dopo una manifestazione a Fort Lawton, Seattle. La seconda, nella foto sotto, a novembre all’aeroporto di Cleveland. L’accusa è di avere preso a calci il poliziotto che le ha trovato addosso alcune pillole sospette. L’accusa decade quando si rivelano vitamine. (AP Photo/St. Martin's Press)

La “foto segnaletica” è, nel dire comune, due cose diverse: sia la foto che la polizia diffonde di una persona ricercata, sia quella che viene scattata a una persona dopo che è stata arrestata. Questa seconda, nella consuetudine della legge americana e che là viene chiamata “mug shot”, è diventata nota in tutto il mondo per via di film e della frequente diffusione sui mezzi di informazione di “mug shots” di personaggi famosi, quando capita loro di essere arrestati. L’ultimo “mug shot” ad aver fatto il giro del mondo è quello di Justin Bieber, arrestato la settimana scorsa in Florida: forse la prima occasione in cui la forza di questo tipo di immagine si somma alla straordinaria capacità di diffusione immediata da parte dei social network.

Qualche anno fa sulle foto segnaletiche aveva scritto un bel libro Giacomo Papi, scrittore e giornalista, e lo aveva intitolato “Accusare” (ISBN editore): una raccolta di figurine di arrestati famosi, ben raccontati, che comprendeva celebrità pop e grandi criminali, regicidi ottocenteschi e dissidenti politici. Le didascalie delle foto sono tratte dal libro.