Che musica c’era nel 1984

Le foto di quelli che andavano forte trent'anni fa, nell'anno di "Purple Rain", "Born in the USA" e dei Frankie goes to Hollywood (e questi due?)

Dave Stewart e Annie Lennox degli Eurythmics (AP Photo/Reed Saxon)
Dave Stewart e Annie Lennox degli Eurythmics (AP Photo/Reed Saxon)

Trent’anni fa, nel 1984, eravamo ben dentro agli anni Ottanta: agli anni Ottanta in generale e in quella sottosezione degli anni Ottanta rilevantissima che fu la musica di quel decennio. E poi non era un anno qualsiasi: discendendo da Orwell, il nome “1984” fu usato per la canzone degli Eurythmics che fu musica del film e per un disco dei Van Halen (quello di Jump). Per il pop britannico che imperversava fu l’anno che iniziò con la censura di “Relax” dei Frankie Goes to Hollywood e finì con la registrazione di “Do they know it’s Christmas” da parte di tutti quanti assieme. Marvin Gaye fu ucciso da suo padre, Chrissie Hynde dei Pretenders sposò Jim Kerr dei Simple Minds, Elton John sposò una signora, Michael Jackson vinse una montagna di premi Grammy ancora per “Thriller” (e si ustionò gravemente girando uno spot per la Pepsi). Agli MTV awards andarono forte i Cars e Madonna, uscirono “Purple Rain” di Prince, “Born in the USA” di Springsteen, “The unforgettable fire” degli U2, il primo disco degli Smiths, il primo di Sade e il primo dei Red Hot Chili Peppers (ma non era ancora il loro momento) e “It’s my life” dei Talk Talk. E “Café Bleu” degli Style Council, “Mirror moves” degli Psychedelic Furs, “Eden” degli Everything but the girl e “Body and soul” di Joe Jackson