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  • Lunedì 20 gennaio 2014

Il rapporto sulle torture in Siria

Il Guardian e la CNN hanno diffuso lo studio di un team di esperti con «prove dirette» sulle «sistematiche torture e uccisioni» del regime di Bashar al Assad

In a picture released on January 20, 2014, Syrian President Bashar al-Assad speaks during an interview with AFP at the presidential palace in Damascus on the weekend. The Syrian president told AFP in an exclusive interview, days before the beginning of the Geneva II peace talks, that he expected his country's bloody conflict to drag on, describing it as a "fight against terrorism" and rejecting any distinction between opposition fighters and radical jihadists. AFP PHOTO/JOSEPH EID -- EDITORS NOTE: The Syrian presidency media office reviewed this series of pictures (Photo credit should read JOSEPH EID/AFP/Getty Images)
In a picture released on January 20, 2014, Syrian President Bashar al-Assad speaks during an interview with AFP at the presidential palace in Damascus on the weekend. The Syrian president told AFP in an exclusive interview, days before the beginning of the Geneva II peace talks, that he expected his country's bloody conflict to drag on, describing it as a "fight against terrorism" and rejecting any distinction between opposition fighters and radical jihadists. AFP PHOTO/JOSEPH EID -- EDITORS NOTE: The Syrian presidency media office reviewed this series of pictures (Photo credit should read JOSEPH EID/AFP/Getty Images)

Lunedì 20 gennaio il Guardian e la CNN hanno pubblicato le conclusioni di un rapporto – ottenuto in esclusiva – realizzato da un team internazionale di importanti giudici, avvocati, antropologi, esperti in immagini digitali e patologi forensi che dimostrerebbe l’esistenza di «prove dirette» di «sistematiche torture e uccisioni» compiute dal regime del presidente siriano Bashar al Assad durante la guerra civile in Siria. Il rapporto è basato su migliaia di fotografie di corpi di persone uccise mentre erano in custodia del governo siriano: queste prove, dice il rapporto, potrebbero essere decisive per incriminare il regime siriano in un tribunale internazionale, con le accuse di crimini di guerra e crimini contro l’umanità.

Le fotografie contenute nel rapporto, circa 27mila, sono state consegnate al team di esperti da un disertore dell’esercito siriano, il cui nome in codice è “Caesar” (la sua identità naturalmente non è stata svelata). Secondo il rapporto, “Caesar” lavorava come fotografo per la polizia militare siriana e il suo lavoro consisteva principalmente nel fare le foto ai detenuti uccisi. “Caesar” ha detto di avere fotografato circa 50 corpi al giorno: le sue foto mostrano corpi con segni di denutrizione, violente contusioni, strangolamento e altre forme di tortura. Dall’analisi di 150 corpi ritratti in un insieme di fotografie, gli esperti hanno concluso che il 62 per cento dei corpi mostra segni di deperimento fisico: si tratta per la maggior parte di uomini di età compresa tra i 20 e i 40 anni. Il fatto che ci fosse una persona incaricata di fotografare i corpi, hanno scritto gli autori del rapporto, fa pensare che «le uccisioni fossero sistematiche, ordinate e dirette dall’alto».

I giudici e gli avvocati coinvolti sono stati incaricati di scrivere il rapporto dallo studio legale britannico Carter-Ruck, che a sua volta è stato finanziato dal governo del Qatar (che dall’inizio della guerra è schierato a favore dei ribelli e contro il regime di Assad). Uno degli giudici che ha lavorato nel team ha spiegato che la validità delle conclusioni raggiunte «dipende dall’integrità delle persone coinvolte» e che tutto il team è ben cosciente del fatto che ci siano interessi diversi nella crisi siriana – sia nazionali che internazionali. CNN ha specificato di non essere stata in grado di confermare direttamente l’autenticità delle fotografie, dei documenti e delle testimonianze riportate nel rapporto.

David Crane, uno degli autori del rapporto e procuratore capo del Tribunale Speciale per la Sierra Leone dall’aprile 2002 al luglio 2005, ha spiegato che le prove raccolte nel rapporto sono decisive: «Questa è una pistola fumante. Qualsiasi procuratore vorrebbe avere questo tipo di prove – le foto e l’intera operazione. Questa è la prova diretta della macchina omicida del regime». Desmond de Silva, un altro ex procuratore capo del Tribunale speciale per la Sierra Leone, ha paragonato le immagini raccolte a quelle dei sopravvissuti dell’Olocausto. In un’intervista a CNN, de Silva ha detto che il deperimento fisico prodotto dalla insufficiente alimentazione come metodo di tortura «ricorda le fotografie delle persone che furono trovate ancora vive nei campi di concentramento nazisti dopo la Seconda Guerra Mondiale».

Nonostante negli ultimi mesi diverse organizzazioni internazionali e sovranazionali abbiano parlato di crimini di guerra e contro l’umanità compiuti da Bashar al Assad in Siria – tra cui l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani – il regime siriano ha sempre negato di essersi reso responsabile di questi crimini. Assad ha accusato in diverse occasioni i suoi oppositori, definendoli “terroristi”. Ad ogni modo, scrive il Guardian, le prove di abusi e uccisioni sistematiche da parte di Assad messe insieme dal team di esperti sono le più documentate e solide mai raccolte dall’inizio della guerra in Siria.

Il rapporto è stato ora reso pubblico e disponibile alle Nazioni Unite, ai governi e alle organizzazioni internazionali e di difesa dei diritti umani, a pochi giorni dall’inizio della conferenza di Ginevra, in Svizzera, in cui si terranno dei colloqui tra governo e parte dell’opposizione siriana: lo scopo dei colloqui è quello di arrivare a una tregua degli scontri armati e di creare un organo di governo provvisorio di comune accordo tra le due parti. Secondo diversi esperti non è ancora chiaro che effetto possano avere queste ultime rivelazioni sull’esito della conferenza di pace.