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  • Giovedì 16 gennaio 2014

Come vanno le auto, visto da Detroit

Una delle più importanti fiere dell'automobile al mondo, in corso in questi giorni, può aiutare a capire dove va il mercato (e perché sono tornate di moda le auto "muscolose")

The Acura TLX prototype is unveiled at the North American International Auto Show in Detroit, Tuesday, Jan. 14, 2014. (AP Photo/Carlos Osorio)
The Acura TLX prototype is unveiled at the North American International Auto Show in Detroit, Tuesday, Jan. 14, 2014. (AP Photo/Carlos Osorio)

Martedì 14 gennaio a Detroit, negli Stati Uniti, ha aperto il North American Auto Show 2014, la più importante fiera dell’automobile negli Stati Uniti e una delle più importanti al mondo. Quest’anno la fiera ospiterà 17 produttori e saranno presentati più di 50 modelli di nuove automobili (tra quelle destinate al mercato e i cosiddetti “prototipi”). È il primo salone dopo cinque anni di grave crisi del settore dell’auto americano ed è un evento importante per capire in quale direzione si muoverà il mercato nei prossimi anni: quello americano ma non solo. I tre principali marchi americani, General Motors, Ford e Chrysler, si presentano con i bilanci di nuovo in ordine e le vendite in crescita – Chrysler addirittura con una nuova proprietà: il 20 gennaio si concluderà l’operazione che porterà FIAT al controllo del 100 per cento delle sue azioni.

Il Salone
Le anteprime per la stampa e per gli operatori del settore sono cominciate martedì 14 gennaio, mentre il salone sarà aperto al pubblico il 18 gennaio, una data importante per la città di Detroit. Esattamente sette mesi fa, il 18 luglio 2013, il governatore del Michigan, Rick Snyder, ha dichiarato bancarotta per Detroit. La città era stata duramente colpita dalla crisi immobiliare e, soprattutto, da quella delle industrie automobilistiche. Detroit è uno dei più importanti centri della produzione automobilistica americana, è soprannominata “the motor city”, la città dei motori, ed è la sede di diverse aziende del settore, come General Motors.

Il salone arriva dopo un anno di vendite record per il settore automobilistico americano – anche quello europeo sta lentamente uscendo dalla crisi – ma è anche un’occasione importante per la città. Secondo le stime circa 800 mila persone visiteranno Detroit durante il salone, che dovrebbe contribuire all’economia cittadina con circa 365 milioni di dollari (circa 300 milioni di euro): una cifra superiore a quella portata dal Super Bowl del 2007 (circa 315 milioni di dollari).

Ad attirare i visitatori saranno soprattutto i 21 modelli di nuove automobili destinate al mercato che presenteranno le varie case automobilistiche. Si tratta di modelli mostrati al pubblico la prima volta e che nei giorni precedenti all’apertura sono stati parcheggiati negli stand e tenuti coperti da teli di plastica. Le presentazioni, in genere, avvengono in maniera spettacolare e con grandi coreografie, come ha fatto per esempio la Kia per la sua nuova Cadenza.

Spesso sono gli stessi top manager delle aziende a presentare le auto e a descriverle al pubblico. Come il presidente della Mercedes Dieter Zetsche, che ha presentato la nuova classe C con un forte accento tedesco, subito dopo lo show della cantante Kelly Rowland.

Le tendenze
Con così tanti produttori presenti e così tanti modelli mostrati per la prima volta, il salone di Detroit è un buon posto per capire in quale direzione si sta muovendo il mercato dell’auto e il gusto dei consumatori (o almeno: dove i produttori pensano che si stia muovendo il gusto dei consumatori). Secondo gran parte dei commentatori (qui potete leggere le analisi di Reuters e del Financial Times) il salone 2014 è un salone più “con i piedi per terra” rispetto a quello del 2013. Un anno fa era stato dominato da auto ibride o completamente elettriche, tecnologicamente avanzate, “smart car” integrate con Internet e magari in grado di guidarsi da sole.

Quest’anno la tecnologia e le considerazioni per l’ambiente “si sono sedute al posto di dietro”, come ha scritto il Financial Times: le auto sportive con alte prestazioni hanno dominato le presentazioni di tutti i principali produttori. Le auto ibride o elettriche, anche se non sono sparite, sono rimaste in secondo piano. «Le auto sexy vendono. La velocità vende. La gente non dice che vuole comprarsi una Camaro perché il suo motore V6 consuma poco», ha spiegato Michael Tracy, un’analista e consulente del mercato automobilistico.

Diversi produttori al salone sembrano aver avuto una reazione simile anche nei confronti delle tecnologie troppo “smart”. «Non vogliamo che la gente sia spostata passivamente sulle nostre auto da un punto ad un altro. Noi siamo per il piacere di guidare e vogliamo preservare questo divertimento», ha detto Herbert Diess, capo della ricerca di BMW, che per rendere ancora più esplicito questo concetto ha presentato un’auto soprannominata “la suprema macchina da guida”.

In altre parole, come spiega l’analisi sul sito di NBC, il salone di Detroit di quest’anno è dominato dalle “auto muscolose”. Quasi tutti i produttori ne hanno presentato almeno un modello – in forme diverse e con gamme di prezzo molto varie. Questo però non significa che le considerazioni ecologiche siano completamente sparite. Il gusto dei consumatori è cambiato anche da quel punto di vista, spiegano gli analisti, quindi è impossibile tornare completamente indietro, quando di consumi e inquinamento non si interessava nessuno.

In questo salone, secondo Lincoln Merrihew, un’analista intervistato da Reuters, «stiamo vedendo una nuova era di auto ad altre prestazioni che ora sono diventate molto sicure e molto efficienti dal punto di vista energetico». Secondo i commentatori il mercato dell’auto si sta muovendo nella direzione di maggiori prestazioni abbinate a motori più efficienti che consumano ed inquinano di meno. Un esempio di questo è la nuova Golf presentata al salone, la più potente Golf ad essere mai stata venduta negli Stati Uniti, ma che grazie alla riduzione del peso e ad un motore più efficiente consuma meno carburante della Golf presentata nel 2013.

I rischi per il futuro
La fase di rischio mortale per l’industria automobilistica americana è terminata, su questo sono concordi praticamente tutti. Il salone del 2014 si svolge cinque anni dopo la più grave crisi che abbia mai colpito il settore automobilistico americano e che nel 2009 costrinse il presidente Barack Obama a intervenire per salvare General Motors e Chrysler. Oggi, scrive Reuters, il rischio che corrono le principali industrie automobilistiche non è più il fallimento. La crisi è passata e il 2013 è stato un anno di crescita record per il settore: sono state vendute 16 milioni di automobili, la cifra più alta degli ultimi sei anni. Difficilmente il 2014 andrà altrettanto bene e per questo motivo i vari produttori dovranno allargare i loro mercati esteri.

Questa fase, però, è da un certo punto di vista ancora più rischiosa della precedente. Secondo gli analisti intervistati da Reuters, i prossimi saranno anni di forte competizione tra i principali marchi automobilistici e questo rappresenta una grossa sfida agli attuali leader di General Motors, Ford e Chrysler. Mentre in una situazione di crisi finanziaria le cose da fare per evitare il fallimento sono in genere abbastanza chiare, quando il mercato ricomincia a crescere allora è il momento di fare scelte che sul lungo periodo possono rivelarsi sbagliate e portare a gravi danni all’azienda.

Su queste scelte per il futuro, almeno a Detroit, tutti i produttori al momento sembrano d’accordo. Come ha spiegato un altro analista, durante la crisi «gli eccessi sembravano passati di moda – ma con il mercato in ripresa e con una nuova definizione di auto sportiva che combina prestazioni, efficienza e sicurezza – lo stigma sembra essere sparito ed ora comprare auto sportive è di nuovo ok».